Le bevande nel Medioevo

Nel Medioevo la bevanda principale era rappresentata dall'acqua. Spesso però, essa era difficile da ottenere soprattutto nelle città, dove i cosiddetti portatori d'acqua sono stati numerosi fino al XIX secolo. I castelli non erano meglio riforniti, e durante gli assedi che sovente portavano ad avvelenamenti o prosciugamenti di cisterne, soffrivano atrocemente la sete.
Sono giunti fino ai giorni nostri testimonianze scritte, ovvero manuali, in cui si catalogavano accuratamente i diversi tipi di acqua: le migliori erano ovviamente le acque minerali, come oggigiorno del resto,  seguite dall'acqua piovana, di fiume, di sorgente, di pozzo e da quella di stagno. Inoltre, si era a conoscenza del fatto che l'acqua portata ad ebollizione si alterava più lentamente e che il miscelare l'acqua con elementi come la liquirizia, il miele ed il vino, rendeva la bevanda decisamente migliore e più saporita.

Monaco celleraio prova del vino, da "Li Livres dou Santè",
manoscritto francese, tardo XIII secolo
Le bevande alcoliche erano ovviamente diffusissime. In primis, il vino che veniva consumato solitamente "fresco" visto che non erano conosciuti metodi di conservazione di questa bevanda. Il vino era presente su tutte le tavole, da quella del più povero a quella del nobile dove naturalmente abbondava. Inoltre, veniva spesso allungato con l'acqua e con mosto cotto, e lo si rendeva più aromatico con l'aggiunta di spezie e di frutta quali miele, zenzero, chiodi di garofano, fragole, lamponi, mirtilli e altro ancora.
Il vino, oltre ad essere un alimento sempre presente durante i pasti, rappresentava senza alcun dubbio un elemento di socializzazione. In altre parole, il ruolo che di solito, oggi, svolge il caffè, all'epoca era appannaggio del vino anche perchè il caffè sarebbe stato sconosciuto fino alla scoperta del Nuovo Mondo.
Ad accrescere ancora di più l'importanza di questa bevanda era il fatto che, insieme al pane, rappresentasse il cibo per eccellenza del buon cristiano (il vino simboleggia il sangue di Cristo mentre il pane è il corpo).
Infine, si riteneva che il vino avesse le proprietà e le facoltà per prevenire le infermità, per aiutare la digestione, per rinforzare il calore naturale, per schiarire le idee, aprire le arterie, far riposare il cervello, mettere fine alle ostruzioni del fegato, far passare la tristezza (caratteristica per la quale ancora oggi qualcuno ne fa uso) ed addirittura si pensava che favorisse la procreazione.
Banchetto medievale, Arazzo di Bayeux

Per tutti i motivi sopra elencati, la vite era evidentemente coltivata in tutti i luoghi in cui il clima lo permettesse, perfino in Inghilterra, mentre i vigneti più importanti erano quelli della regione parigina. Le quantità fornite e bevute in tutta Europa erano dunque considerevoli. Per quanto riguarda la qualità, il discorso era molto diverso. Il vino medievale non si distingue certo per il buon sapore o per la pregevole fattura; non a caso, come abbiamo descritto in precedenza, veniva allungato con altri elementi, proprio per migliorarne il gusto. Tuttavia, alcuni vini erano comunque molto ricercati e quindi cari: la malvasia e il vino di Cipro, il "grenache", indicato nel XIII secolo come la "pervinca di tutti i vini", i vini di Beaune, d'Auxerre e, generalmente, tutti quei vini provenienti dalle regioni del nord della Francia.

Uomini che bevono, celleraio nella parte
inferiore, tardo XIV secolo,
 British LibraryBoard
Altre bevande largmente diffuse erano la birra e la cervogia. La birra veniva consumata quotidianamente da tutte le classi sociali del nord e dell'est Europa, ovvero nei luoghi in cui la coltivazione della vita era molto difficile, se non impossibile. Estratta da tutti i cereali fermentati sin dall'Antichità indo-europea, fu nel Medioevo però, a partire dal IX secolo, che la birra cominciò ad essere aromatizzata al luppolo. Nell'Inghilterra del XIV secolo l'utilizzo del luppolo fu reso obbligatorio per legge.

Una menzione particolare la merita il sidro che poteva essere ricavato dalle pere, dalle ciliegie, ma soprattutto dalle mele. Proveniente dalla Spagna, probabilmente da Biscaglia, il sidro si diffonde dapprima in Normandia e poi in tutta la Francia ed in Inghilterra, tra il XIII ed il XV secolo, andando a sostituire persino la birra e la cervogia, penalizzate dall'alto costo dei cereali.

Un'altra bevanda ampiamente diffusa in tutta Europa prima dell'avvento della vite, era l'idromele. Si ricavava dalla miscela di miele ed acqua. Nel Medioevo, con la diffusione del vino, l'idromele fu accantonato tranne nelle zone in cui la coltivazione della vite era complicata, quindi nel nord Europa, dove continuò ad essere abitualmente utilizzata insieme al sidro ed alla birra. È proprio in queste zone che l'idromele viene prodotto ancora oggi.

L'ippocrasso infine, è un'altro nettare degno di nota per l'epoca medievale. Si trattava di una miscela di vino, miele e spezie come cannella, zenzero, cardamomo, chiodi di garofano e noce moscata, che lo rendevano una bevanda decisamente aromatica. Solitamente, veniva adoperato come aperitivo o digestivo e l'utilizzo di tante spezie non era affatto casuale. Infatti, esse servivano anche a mascherare il sapore del vino vecchio e magari ossidato.

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