Il reimpiego delle costruzioni romane

E' uno dei fenomeni caratteristici del medioevo: l'uso delle vestigia passate per creare il nuovo, l'appropriarsi di una realtà storica, per certi versi leggendaria, e farla propria, integrandola nelle costruzioni e portandola così alla quotidianità medievale.

Roma: il Tabularium (l'allora archivio romano) che si affacciava sul foro, venne usato come basamento per la costruzione del palazzo senatorio, attuale sede del municipio.
Le ragioni principali per cui si ricorre al reimpiego sono due: quella del prestigio, illustrata sopra, e quella della praticità.
Trovare una cava per estrarre materiali da costruzione e trasportare quel materiale fino in città, all'epoca era particolarmente difficoltoso. Così, gli edifici romani sono divenuti delle vere e proprie cave di pietra e marmo da cui attingere il materiale per costruire il nuovo mondo.

Ne han pagato le conseguenze luoghi monumentali come i fori, letteralmente rasi al suolo.

Foro romano dopo secoli di reimpiego
Diversi templi sono serviti da base per la costruzione delle nuove chiese, come ad esempio la basilica di San Paolo maggiore a Napoli.

Basilica di San Palo maggiore costruita sulla pianta del tempio dei Dioscuri, di cui sopravvivono due colonne
La struttura stessa del tempio di Atena è servita alla costruzione del duomo di Siracusa.

Tempio di Atena, sulla cui struttura si è addossato il duomo di Siracusa
Altri templi addirittura sono stati letteralmente riciclati, e sono divenuti chiese. E' il caso del Pantheon a Roma che, da tempio dedicato a tutte le divinità, divenne basilica cristiana, divenendo così una delle strutture romane più intatte nell'occidente.

Pantheon
Anche i portici di antichi edifici romani sono stati usati per la costruzione di nuovi luoghi urbani. E' il caso delle colonne di San Lorenzo a Milano che, con la porta ticinese, sempre di epoca romana, formavano uno degli ingressi medievali in città.

Le colonne di San Lorenzo a Milano
Le porte militari romane sono state spesso usate nel medioevo. Uno degli esempi più affascinanti è la porta pretoria di Aosta.

Aosta - porta pretoria
Diversi sarcofagi romani hanno trovato altre funzioni nel corso dei secoli: e così scopriamo un macabro aspetto del romantico balcone di Giulietta a Verona.

Casa di Giulietta: il balcone sulla sinistra è un sarcofago romano
Oggi, un uso del genere delle vestigia del passato, sarebbe inconcepibile, in quanto la tendenza è quella di conservare il più possibile gli aspetti storici che han fatto la nostra storia. Però anche al giorno d'oggi si tende a fare un uso intelligente dei reperti archeologici che si trovano quando si costruiscono grandi opere. Un esempio eclatante viene dalla metropolitana di Napoli dove, ritrovando reperti tardomedievali - inizio rinascimentali di pregevole fattura, si è deciso non di spostare le stazioni o di abbatterli, ma di costruirci le stazioni intorno, al fine di far emergere la storia passata e, in questo modo, renderla protagonista della vita quotidiana presente.

Mura di cinta aragonesi della città di Napoli inglobate nella stazione Toledo

Bastioni del Maschio Angioino inglobati nella stazione Municipio a Napoli
Insomma anche oggi il reimpiego continua, ma stavolta nel rispetto del monumento: mantenendolo nella sua posizione originaria, cercando di smembrarlo il meno possibile, e facendogli assumere un ruolo preminente all'interno delle nuove architetture, cercando di preservare il prestigio e rispettando così l'illustre passato che ci donano i millenni di storia che ci hanno preceduto.

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