La chiesa di Sant'Eligio Maggiore

Aprire lo scrigno dei tesori medievali di Napoli significa trovarsi di fronte ad un patrimonio piuttosto vasto. Normanni, Svevi ed Angioini hanno lavorato molto, nel corso dei secoli, per abbellire la città. Uno dei monumenti lasciati dagli angioini, nel lontano XIII secolo, è una delle due due chiese, edificate in epoca medievale, che delimitano i due lati opposti di piazza Mercato. Una è la basilica del Carmine maggiore, la cui impronta primitiva a stento si intravede nel rifacimento barocco; mentre l'altra è la chiesa di Sant'Eligio.

Sant'Eligio maggiore, navata centrale
Uno degli esempi di gotico napoletano meglio conservati in città, una delle prime chiese edificate da Carlo d'Angiò, nei pressi del luogo dove venne decapitato Corradino di Svevia, dai cavalieri al seguito del nuovo sovrano. La chiesa fu affiancata da un ospedale, che godette della protezione della sovrana Giovanna d'Angiò.

Le stratificazioni, nel tempo, hanno fatto traslare l'ingresso della chiesa a lato mare, dove è presente anche un arco sormontato da un orologio.

Sant'Eligio maggiore, abside
Il portale marmoreo è finemente decorato, e dialoga con il vicino passaggio sormontato dall'orologio suddetto.

Ingresso alla chiesa
L'interno è suggestivo: sono presenti ancora alcune decorazioni risalenti all'epoca medievale, che probabilmente dovevano ricoprirne l'intera superficie.

Frammento di affresco all'interno della chiesa
L'austero interno è composto da tufo e piperno, la luce arriva dalle finestre a sesto acuto che si trovano in corrispondenza dell'abside e del transetto.

Interno della chiesa
Anche se è in un contesto degradato, la chiesa rappresenta uno degli scorci urbani più suggestivi della città. Uno scorcio pittoresco che meriterebbe più attenzione negli itinerari turistici, in quanto una delle porte storiche di ingresso alla Napoli più antica.

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