I poteri universali

Il voler conseguire il potere assoluto, la facoltà di poter decidere su tutti i campi della vita umana, è una connotazione che è sempre stata presente nel carattere dell'umanità. Istintivamente l'uomo cerca di porsi, per mera sopravvivenza o per sentirsi al sicuro, al di sopra dei suoi simili, e tale atteggiamento si ripercuote anche sulla società. Nel medioevo il potere assoluto era inseguito da due organismi: il Papato ed il Sacro Romano Impero.

Papa Gregorio VII, uno dei papi che farà di tutto per preservare il potere assoluto della Chiesa
Nel basso medioevo infatti, il Sacro Romano Impero, che occupa l'odierna Germania, l'Italia settentrionale, parte della Francia, cerca di ergersi a guida politica, morale e spirituale dell'intero mondo cattolico occidentale. Stessa cosa cercava di fare la Chiesa, in quanto detentrice della parola di Cristo.
Per questa ragione, le due organizzazioni sono entrate in contrasto fra loro fin dal lontano 1075, quando il Dictatus Papae, raccolta di 27 posizioni prese da Papa Gregorio VII, afferma il primato morale, spirituale e politico della Chiesa romana.
Dall'altra parte invece, Federico Barbarossa afferma la supremazia del suo regno chiamandolo, per l'appunto, Sacro Romano Impero.
Il duro confronto che ne scaturisce durerà per circa duecento anni, influenzando la società italiana ed europea, e terminerà soltanto quando sia papato che impero saranno indeboliti, rispettivamente, dalla riforma protestante il primo, e dalla genesi degli stati nazionali il secondo.

Federico Barbarossa, sovrano che affermò l'universalità del potere imperiale.
Obiettivo di entrambi gli stati era essere l'epicentro delle decisioni politiche europee, e questo comporterà una serie di attriti che si ripercuoteranno:

  • Nella lotta per le investiture: i vescovi, in terra imperiale, godevano di immensi privilegi in quanto feudatari dell'imperatore. L'imperatore si arrogava il diritto di concedere anche titoli ecclesiastici, cosa che poteva spettare esclusivamente al Papa. Papa ed Imperatore si scontrarono violentemente su questo tema, tanto che Enrico IV arrivò addirittura ad essere scomunicato. La scomunica, all'epoca, aveva conseguenze politiche disastrose, in quanto esentava i sudditi di Enrico IV dal legame di giuramento col sovrano. Praticamente gli era stato tolto l'impero. Per tale ragione, il sovrano fu costretto ad umiliarsi, a Canossa, al cospetto del Papa. Nel 1222 si giunse ad un concordato, il concordato di Worms, grazie al quale l'Imperatore poteva concedere al Vescovo il beneficio del feudo, mentre al Papa spettava la nomina del titolo ecclesiastico.
Umiliazione di Canossa

  • Lo scontro fra Guelfi e Ghibellini: in Italia centrale, ed in seguito in tutta la penisola, si crearono due fazioni. Una parteggiante per il Papa, i Guelfi; ed una che sosteneva l'impero, i Ghibellini. Queste due fazioni, che fungevano anche come valvola di sfogo per gli attriti interni comunali, arrivarono spesso allo scontro, quasi sfiorando la guerra civile, e supportando ciascuna l'una o l'altra tesi. Le due fazioni crearono addirittura accordi ed alleanze che erano trasversali ai singoli stati: i senesi strinsero un'alleanza coi Guelfi di Firenze per la battaglia di Montaperti, che Siena avrebbe appunto combattuto contro Firenze stessa; gli angioini, di parte guelfa, nella battaglia di Benevento si scontrarono contro Manfredi, di parte ghibellina. Dante era un guelfo, e nella battaglia finale per scacciare tutti i Ghibellini dalla Toscana, combatté come feditore a cavallo. Nel XIV secolo, i due termini arriveranno a perdere di significato, ma rimarrà profonda l'impronta lasciata nella società medievale.
Battaglia di Benevento

I papi cercheranno in ogni modo di legittimare il loro potere, nel corso di questi secoli; e gli imperatori, a loro volta, risponderanno colpo sul colpo. Fin quando, Martin Lutero da una parte, e il consolidarsi dello stato nazionale francese dall'altra, uniti con la debolezza intrinseca del Sacro Romano Impero ed un potere spirituale di Roma, spesso contraddittorio, metteranno fine alla disputa secolare, lasciando spazio a nuove forme di potere. Forme che troveranno poi evoluzione, nei secoli a venire, con il modello di monarchia assoluta introdotto da Luigi XIV di Francia.

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