L'opera che osò toccare il cielo

Nella prima metà del quattrocento, una grande sfida ingegneristica coinvolse Firenze. L'opera più ardita mai tentata dall'uomo, fino a quel momento, stava per essere messa in atto. L'obiettivo era chiaro: superare in magnificenza tutte le altre chiese, dimostrare l'enorme potere conseguito dalla città, e creare un'icona che l'avrebbe resa celebre per sempre, nel mondo.
Venne bandito un concorso di idee per capire come procedere, ma un solo uomo, uno dei geni più grandi della storia italiana insieme a Leonardo e Michelangelo, riuscì a trovare l'idea vincente. Il suo nome era Filippo Brunelleschi, e questa è la storia di come venne eretta la cupola di Santa Maria del Fiore.

La gigantesca cupola che troneggia sulla città

Il duomo di Firenze è un'opera maestosa ed immensa, iniziata in pieno medioevo: grandi artisti, del calibro di Giotto, hanno contribuito alla sua costruzione. La fabbrica divenne, nel corso dei decenni, così grande, che nessuno aveva idea di come alzarne la cupola senza che essa crollasse sotto il suo stesso peso. Le architetture metalliche di dimensioni così grandi, relativamente più leggere e flessibili, erano ancora in là da divenire; la cupola in muratura più grande che si conoscesse, era quella del Pantheon a Roma, e non si aveva idea di come superare il problema. Così, per diverso tempo, la cattedrale rimase compiuta fino all'altezza del suo tamburo di forma ottagonale.
Come costruire le centine enormi necessarie per alzarla? E in che modo si poteva portare a compimento la costruzione della chiesa come era stata immaginata da Arnolfo di Cambio un secolo e mezzo prima?
Nel 1418, il concorso di idee che venne bandito, per vincere quella che sembrava una vera e propria sfida alle leggi della natura, portò a due vincitori: Lorenzo Ghiberti e Filippo Brunelleschi.

Filippo Brunelleschi ritratto in un affresco, in Cappella Brancacci, da Masaccio

Architetto, ingegnere, scultore, matematico, orafo, scenografo. La mente di Brunelleschi era una fucina continua di idee: stilò dodici punti da seguire alla lettera, una volta che il cantiere fosse stato aperto, nel 1420; in base a questi punti, gli operai dovevano creare una piattaforma alla sommità del tamburo ottagonale, ed innalzare una serie di ponteggi in legno che avrebbero dovuto sorreggere la futura struttura della cupola durante la sua costruzione.

Schema dei ponteggi ideati da Brunelleschi

La cupola che si venne a creare con questo tipo di ponteggio, era comunque troppo bassa: le spinte laterali dovute al peso ed alla sua geometria, avrebbero frantumato il sottostante tamburo. C'era bisogno di controbilanciare il peso esterno e, allo stesso tempo, di proteggere la cupola interna dalle intemperie. Così ideò il sistema a doppia calotta. Il sistema della doppia calotta, oltre a distribuire meglio i pesi, razionalizzò la direzione delle spinte sui pilastri sottostanti, rendendo la cupola autoportante.

Il sistema a doppia calotta della cupola: la cupola interna è quella vera; quella esterna funziona da protezione e controbilanciamento, oltre a dare uno slancio, di gusto goticheggiante, verso l'alto all'intera struttura 
Ma un sistema del genere ancora non era sufficiente per tenere in piedi una struttura di questo tipo, fatta in muratura. Serviva un altra tecnica costruttiva che doveva distribuire il peso in maniera radiale verso il basso. Brunelleschi, per questo, troverà ispirazione studiando le rovine degli antichi romani. I romani, per poter far fronte ai danni prodotti dalle scosse sismiche, adottavano una disposizione dei mattoni delle loro murature di tipo obliquo, detta "opus reticulatum".

Opus reticulatum romano. La disposizione dei mattoni aiuta a scaricare il peso lateralmente e non verso il basso
Nell'opus reticulatum, il peso viene scaricato lateralmente, e non perpendicolarmente al terreno, dando così maggiore stabilità alla struttura. Brunelleschi, dunque, posizionò i mattoni della sua cupola a spina di pesce, in modo da riuscire a convogliare il peso obliquamente rispetto alla verticale.

Sezione ricostruita della cupola del Brunelleschi, con la disposizione dei mattoni che incentiva la dispersione obliqua dei carichi
Gli operai erano scettici su queste indicazioni, alcuni gli diedero del pazzo; ma Brunelleschi, dando queste indicazioni, riuscì ad innalzare la cupola molto oltre i tetti di Firenze, riuscì a raggiungere il cielo. Creò uno dei più grandi miracoli della storia dell'architettura, un miracolo che cambierà per sempre il modo di concepire e costruire gli edifici.

La cupola oggi
Con la cupola di Santa Maria del Fiore, terminata nel 1461, il Pantheon viene definitivamente superato e si apre una nuova era. Questa è una delle opere dell'uomo che ha fornito la spinta per passare dal medioevo all'età moderna, che avverrà, canonicamente, da lì a tre decenni con la scoperta delle Americhe. Tutt'oggi, questa cupola viene considerata ancora come una delle opere più importanti mai costruite in Europa in tutti i tempi.

Tutt'oggi, la statua di Brunelleschi, da piazza Duomo, scruta con aria arcigna ed interrogativa la sua opera, magari per trovare ancora qualche miglioria, o semplicemente per vigilare su di essa, uno dei più grandi capolavori della storia dell'uomo.

Piazza Duomo, Brunelleschi leva lo sguardo per osservare la sua cupola

Commenti

Post popolari in questo blog

Le acconciature e i capelli nel Medioevo

La scrittura nel medioevo

Il Letto in epoca medievale