Castel Nuovo

A Napoli c'è un edificio che ha simboleggiato, più di tutti, il passaggio della città dal Medioevo al Rinascimento. E' uno dei castelli più imponenti d'Italia, una vera e propria reggia-fortezza; fra le sue mura sono passati personaggi chiave e si sono consumati momenti storici importantissimi; questo castello è il Maschio Angioino, conosciuto anche come Castel Nuovo.

La stupenda volta gotico-catalana della sala dei Baroni

Anno 1266: Carlo I d'Angiò ha sconfitto gli Svevi, e sposta la capitale da Palermo a Napoli. Subito constata che le fortezze presenti non sono adatte ad ospitare la sua corte: Castel dell'Ovo ha spazi troppo angusti, è arroccato ed esposto; stessa cosa per Castel Capuano. Serve una nuova reggia-fortezza, che testimoni sia la potenza degli angioini, ma che nel contempo sia vicina al mare, in una posizione riparata.
Nei pressi dell'insenatura portuale fra castel dell'Ovo e Napoli, a sud-ovest della città, trova il luogo perfetto; così, nel 1279, Carlo fa costruire una fortezza composta da sei torri esagonali, dotata di una cappella palatina e di una sala, detta Sala Maggiore. Il castello viene terminato nel 1282, e risulta essere una reggia grandiosa. Per via delle guerre, Carlo I non vi alloggerà mai, ma vi prenderà sede Carlo II lo zoppo; e la Sala Maggiore, subito è protagonista di un grande avvenimento storico: l'abiura di Papa Celestino V.
Nel 1309, sale al trono Roberto d'Angiò, detto il saggio, il quale subito si adopera in atti di grande mecenatismo: assolda Giotto e gli ordina di affrescare l'intero castello. La Sala Maggiore viene fatta affrescare con scene mitologiche; la Cappella Palatina, con storie dell'antico e del nuovo testamento.

Cappella Palatina, unico ambiente angioino sopravvissuto. Alle pareti sono presenti ancora degli affreschi della scuola di Giotto.
Soggiornano, al Maschio Angioino, personalità del calibro di Petrarca e Boccaccio; e Napoli, a livello artistico e culturale, rivaleggia con le principali città italiane ed europee. In sintesi, oltre ad essere una fortezza, il Maschio Angioino era diventato un importantissimo centro di arti e cultura.
Nel corso dei decenni, il castello resistette a diversi assalti; ma nei primi decenni del XV secolo, una nuova casata sale al trono: quella Aragonese.
Nel 1443 Alfonso d'Aragona, acerrimo nemico della stirpe angioina, conquista Napoli e prende possesso della fortezza, ormai pesantemente danneggiata dalla guerra coi precedenti regnanti della città.
Alfonso ha due obiettivi: cancellare le tracce degli Angioini dalla sua reggia, e competere con la corte fiorentina di Lorenzo il Magnifico; ragion per cui ha in mente un faraonico progetto di ricostruzione del castello: innanzitutto, ne aumenta le dimensioni; riduce il numero delle torri a cinque, e le rende più alte, spesse e possenti; inoltre converte la loro geometria da esagonale a circolare, per resistere ai colpi delle nuove armi d'assedio, che fanno uso della polvere da sparo. Il risultato è un castello imponente, la cui altezza massima supera i 55 metri.

Castel Nuovo, ricostruito da Alfonso d'Aragona, con l'elegante arco di trionfo, capolavoro rinascimentale
Le cinque torri, alte sulla cinquantina di metri dalla base delle loro scarpe, hanno nomi ben precisi: Beverello e dell'Oro lato mare; San Giorgio, di Mezzo e di Guardia lato monte.

Torre Beverello, la più imponente fra le cinque torri che sono a guardia della fortezza

Fra la torre di Mezzo e quella di guardia, fa scolpire da Francesco Laurana uno dei grandi capolavori del rinascimento italiano: l'arco di Trionfo. Così, fra il 1453 ed il 1479, l'architettura napoletana abbandona il medioevo per abbracciare quella rinascimentale.
Inoltre viene fatta ampliare la Sala Maggiore, che verrà ribattezzata Sala dei Baroni, per via di un importante evento storico, la congiura dei Baroni, che si consuma nella stessa: infatti, i nobili del Regno di Napoli ostili agli Aragonesi, vengono fatti uccidere da Alfonso d'Aragona nella Sala Maggiore, che da quel momento cambierà per sempre nome. La Sala dei Baroni si distingue dalla vecchia sala angioina per gli spazi ingranditi (26m x 28m), e per l'elegante volta gotico-catalana di Guillermo Sagrera.

Visione più ampia della sala dei Baroni

Sul lato mare inoltre, il castello si dota di una serie di loggiati che sormontano una scarpa fortificata, i quali conferiscono alla struttura l'aspetto di una reggia.

I loggiati fronte mare di Castel Nuovo, limitati a sinistra dalla torre dell'Oro. Sull'estrema destra la Torre del Beverello, mentre al centro, dove spiccano i mattoni di tufo giallo, la Cappella Palatina di epoca angioina.

Con Castel Nuovo, Napoli entra di diritto fra i più importanti centri rinascimentali d'Europa. La famiglia Strozzi, fiorentina, celebra l'importanza della città con un'importante tavola, attualmente conservata al Museo della Certosa di San Martino, e battezzata Tavola Strozzi.

Tavola Strozzi, mostrante la Napoli del 1472; in primo piano domina il Castel Nuovo
L'interno del castello è ricco di elementi gotico-catalani che conferiscono fascino alla struttura, come il balcone che dà sulla corte centrale, o il grande rosone della Cappella Palatina.

Rosone e portale della Cappella Palatina; sulla sinistra, il balcone decorato con motivi gotico-catalani

Nei secoli a venire, a partire dal viceregno spagnolo, il castello subirà una serie di interventi che faranno perdere la percezione medievale-rinascimentale della struttura. Solo dopo l'unità d'Italia, partirà un ambizioso programma di ripristino che porterà la fortezza, ad inizio novecento, alle forme della Tavola Strozzi, così come gli Aragonesi lo avevano concepito, ripristinando la testimonianza del passaggio di una città dal Medioevo al Rinascimento.

Castel Nuovo, totalmente nascosto dalle superfetazioni accumulatesi fra il XVI ed il XIX Secolo

Il castello, da angolazione simile, dopo gli interventi di ripristino di fine XIX Secolo

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