La Balestra

La balestra è stata un'arma da lancio davvero importante nell'epoca medievale: la sua prima comparsa, molto probabilmente, avvenne intorno al X secolo, anche se la si conosceva già prima di Cristo, grazie ad alcune fonti storiche cinesi risalenti al 300 a.C.
Un'arma molto simile alla balestra, la balista, fu utilizzata durante l'epoca romana. Essa era di dimensioni molto più grandi, al punto da dover essere fissata a terra; un'altra versione intermedia tra la balista e la balestra, fu lo Scorpio.
Ritornando alla nostra epoca, l'apogeo di quest'arma da lancio si ebbe dal XI al XIII secolo, poi ci fu un forte calo durante il XIV per l'avvento sempre più veloce delle armi da fuoco. L'efficacia di quest'arma era data dalla potenza d'impatto del quadrello che riusciva a perforare una cotta di maglia del tempo con, al di sotto, l'imbottitura (gambeson). Tralasciando l'arco composito e quello a doppia curvatura, la balestra fu l'arma più letale del tempo. La gittata non era ampia, pertanto più l'avversario era vicino, più era facile ucciderlo con un solo colpo. Inoltre l'addestramento per il suo utilizzo era più breve rispetto a quello riservato per l'utilizzo dell'arco.

Un balestriere dalla Bibbia Maciejowski (1250)
 La balestra è costituita da un arco di legno o corno, da una calciatura (fusto) denominata teniere e destinata al lancio di quadrelli, dardi, frecce. La corda dell'arco veniva caricata a mano con l'ausilio di un gancio, oppure senza di esso; alcuni modelli del tempo avevano un poggia piede (staffa) per facilitare l'issata della corda, oppure le balestre del XIV secolo avevano un metodo di carico che prevedeva due levette laterali nella parte finale del fusto.

Balestra a staffa

Balestra con carico a levetta

La balestra ha una fase di caricamento più lunga dell'arco, pertanto nella pratica in battaglia ci si doveva riparare per poter ricaricarla; il lungo caricamento era bilanciato dalla notevole distanza di ingaggio, motivo per il quale per migliorare l'efficacia di un balestriere in battaglia, soprattutto con arcieri o tiratori avversari, venne introdotto l'uso dei palvesi, ovvero grandi scudi di legno rinforzato dietro cui i balestrieri si riparavano durante la fase di ricarica. Questi scudi potevano essere assicurati dietro la schiena oppure portati da un addetto, chiamato "palvesario". L'assenza dei palvesari nella battaglia di Crecy portò alla sconfitta dei francesi alla guida di re Filippo VI di Francia. La balestra provocò un discreto cambiamento nelle strategie utilizzate in battaglia, ma soprattutto modificò l'approccio alla battaglia da parte dei nobili che, fino ad allora, erano protetti dalla cotta di maglia e a cavallo. Il cavaliere ebbe l'esigenza di proteggersi ulteriormente, quindi cominciarono a adottarsi le prime armature di piastre solo per alcune parti del corpo.

Caccia alla gru
La balestra modificò a tal punto le regole dell'ingaggio in battaglia che il suo uso fu spesso osteggiato. Nel Concilio Laterano II del 1139 con bolla ribadita da papa Innocenzo II, si vietò l'utilizzo della balestra tra eserciti cristiani mentre, era concesso utilizzare tale arma contro gli eserciti musulmani e contro gli eretici.
Per concludere, la maggior parte delle balestre medievali aveva una potenza media misurabile in termini di carico di tiro o libbraggio (misura della tensione della corda, espressa generalmente in libbre-forza o chilogrammi-forza, quando essa viene tesa al massimo) di circa 45 Kg, ma con l'introduzione nei secoli a venire dell'acciaio, furono costruite balestre in grado di sviluppare un libbraggio di oltre 500 Kg e con una gittata utile di oltre 450 metri.

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