Le vette dell'arte medievale: Il palazzo pubblico di Siena

Nell'anno 1348, a Siena, il Governo dei Nove, che amministrava la città, completò un palazzo imponente: la torre, in mattoni e marmo, svettava imponente sull'intera città per 88 metri; il fronte della facciata, costituito da un fascione in marmo alla base e due piani di trifore contornati dai mattoni color terra di Siena, incombeva sulla piazza. Le merlature gli davano l'aspetto di un castello; elegante ed austero all'esterno, quanto fastoso e riccamente decorato all'interno. Era nato il palazzo pubblico di Siena. 

Il palazzo Pubblico da piazza del Campo

Nel XIII secolo, il governo cittadino si riuniva nella piccola chiesa di San Pellegrino alla Sapienza. Il governo era ghibellino; caduto quest'ultimo, e salito al potere uno di parte guelfa, si pensò ad una nuova sede più adeguata al crescente potere senese. Così si scelse di risistemare la centrale piazza del campo, e su palazzi preesistenti, prese vita la nuova, imponente costruzione. Il palazzo venne costruito, fra alterne vicende, fra il 1284 ed il 1310. Tra il 1325 ed il 1348, risale la costruzione della torre campanaria, detta del Mangia. Nel 1352 viene costruita la cappella alla base, ex voto per la fine della peste del 1348.

La facciata del palazzo è prevalentemente in laterizio, e all'interno delle trifore, compare lo stemma di Siena.

Porzione centrale della facciata, con le merlature coronanti il tetto
All'interno si apre un cortile, detto del Podestà, dello stesso stile della facciata; la principale differenza con l'esterno è legata alla presenza di diverse decorazioni marmoree.

Cortile del Podestà
Per gli interni, il governo dei nove si affidò ai migliori artisti del tempo; ed essi hanno creato opere che sono diventate iconiche nella storia dell'arte. Ad esempio, nella sala del Consiglio, Simone Martini affresca Guidoriccio da Fogliano che si dirige all'assedio di Montemassi.

Simone Martini - Guidoriccio da Fogliano ed il paese assediato di Montemassi
Inoltre dipinge anche la Maestà, come controfacciata alla sala.

Simone Martini - Maestà
Tutta la sala del Consiglio, o del Mappamondo, risulta finemente affrescata.

Visione d'insieme della sala del mappamondo
Il grande capolavoro del palazzo è comunque la Sala dei Nove, dove sono presenti le allegorie del Buono e del Cattivo Governo.

Visione d'insieme della sala dei nove

Gli affreschi sono due allegorie che mostrano le differenze sulla città fra un governo giusto ed equilibrato ed un governo cattivo e corrotto. Questi affreschi sono il capolavoro di Ambrogio Lorenzetti.

Allegoria del buon governo, ogni immagine rappresenta una virtù

Effetti del buon governo sulla città, che fiorisce di attività ed è ben tenuta

Come contraltare, Lorenzetti mostra anche cos'è un cattivo governo e quali effetti può sortire sulla città amministrata. Degno monito per molte amministrazioni odierne, purtroppo.

Allegoria del cattivo governo, ogni figura rappresenta una metafora di un vizio dello stesso: avarizia, vanagloria, crudeltà, proibizionismo, fraudolenza, superbia, con la tirannide in trono

Gli effetti sulla città, ovviamente, non saranno molto positivi:

Effetti del cattivo governo: la città è degradata, povera e mal tenuta

Il palazzo pubblico dunque, vuole essere un monito ed un incitamento a governare in modo retto e giusto. In un mondo come quello medievale, dove la comunicazione, più che scritta, era effettuata attraverso le immagini, affreschi del genere dovevano ispirare i governanti ad un'amministrazione retta ed equa.
Oggi il palazzo pubblico di Siena è sede del comune, ma è comunque aperto alle visite. Una buona proposta per capire come la civiltà del medioevo sia stata foriera di grandi apici che nulla hanno da invidiare rispetto ai passi effettuati dall'umanità nelle epoche successive.

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