Historie Medievali The life of: Costantino XI Paleologo, l'ultimo Basileo

Tanti Stati si sono sentiti eredi dell'Impero Romano: un impero quasi mitico, modello per chiunque volesse ambire al potere assoluto nel mondo occidentale. Molto probabilmente, l'erede più legittimo di quell'antico Impero è stato quello Bizantino. I Bizantini sono ciò che resta dell'Impero Romano d'Oriente, che col tempo ha subito gli influssi delle culture orientali. Questo impero ha prosperato per secoli, e l'ultimo Imperatore di questa storia millenaria è stato Costantino XI Paleologo.

Icona di Costantino XI
Figlio quartogenito di Manuele II Paleologo, nasce a Costantinopoli l'8 febbraio del 1405. Porta sia il cognome del padre (Paleologo) che della madre (Dragas), cosa non rara nella famiglia imperiale. Sigla un trattato di pace con il sultano Murad II e viene nominato despota della costa del mar Nero e dell'Acaia, nel Peloponneso, che conquista grazie all'aiuto dei suoi uomini fidati.
Nel 1428 sposa Maddalena Tocco; e negli anni successivi, con grande disappunto di francesi e veneziani, Costantino continua la politica espansionistica di un Impero che, territorialmente parlando, si era contratto molto nel corso degli ultimi secoli. Terminate le sue campagne di conquiste, fa il reggente a Costantinopoli, la capitale imperiale. Il fratello Giovanni infatti, è in Italia, nel tentativo di riunificare la chiesa di Costantinopoli con quella Romana; inoltre, le sue condizioni di salute sono sempre cagionevoli; quindi spesso Costantino si ritrova a fare le sue veci sul trono.

Ritratto di Giovanni VIII
Costantino si sposa altre due volte, ma tutti e tre i matrimoni sono di breve durata, in quanto le mogli muoiono prematuramente. Inoltre continua la campagna contro gli Ottomani, nel tentativo di ricreare un impero forte. Nonostante ciò, nel 1446 gli Ottomani conquistano e razziano l'odierno Peloponneso.
Il 31 ottobre del 1448, Giovanni VIII muore, e comincia così il regno di Costantino, non prima che il fratello avesse cercato di usurpargli il trono. Costantino, a questo punto, per dare un'imperatrice al popolo, incarica un suo fidato sottoposto, Giorgio Sfranze, di cercarne una. Nel frattempo, muore il vecchio Sultano e sale a capo degli Ottomani Maometto II, il quale mette subito gli occhi su Costantinopoli, ragion per cui, Costantino è costretto a rinunciare ai progetti matrimoniali ed a concentrarsi su questo problema più impellente.

Maometto II, pericolo più grande per i Bizantini
Nel 1451 Maometto II costruisce una fortezza sul Bosforo, e Costantino si rende conto che gli Ottomani hanno come mira Costantinopoli. Questa, insieme ad un'altra fortificazione vicina, permette agli Ottomani di dominare lo stretto. A questa ennesima provocazione Costantino XI risponde con l'ordine d'arresto di tutti i Turchi risiedenti in città e con la chiusura delle porte di Costantinopoli. Quando iniziano i lavori, l'imperatore manda subito due successive ambascerie cariche di doni, per indurre il sultano a rispettare il trattato vigente e l'integrità dei piccoli villaggi bizantini che si trovano sulle coste del Bosforo. Il sultano però, respinte le ambascerie, oppone un secco rifiuto. I rappresentanti di una terza ambasceria, inviata due settimane più tardi da Costantino, vengono giustiziati per ordine del sultano. Il 31 agosto del 1451 la costruzione della fortezza ottomana, chiamata Boghaz-Kesen (cioè "tagliatore dello stretto" od anche "del collo" - ancor oggi esistente col nome di Rumeli Hisari, ovvero "Fortezza di Rumelia"), è completata. Ora le due fortezze dominano lo stretto e rendono possibile a Maometto II il controllo del passaggio di ogni nave e l'eventuale arrivo di forze di terra lungo la costa.

Per cercare aiuto dall'Occidente, Costantino XI decide di unire le due chiese, quella Romana e quella Ortodossa. Ciò avviene sotto Papa Niccolò V.

Ritratto di Papa Niccolò V
Nel 1453, Costantinopoli viene messa sotto assedio, via mare, dagli Ottomani. Fra marzo e maggio la città viene cinta d'assedio; nonostante l'aiuto di genovesi e veneziani, la situazione rimane in stallo. Il 29 maggio si sarebbe tenuta la battaglia finale: consapevoli del momento storico, il giorno prima della battaglia, avvengono i fatti che seguono.
L'imperatore riunì per l'ultima volta, davanti a Santa Sofia i suoi comandanti, e disse loro:
« So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo... Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.»

Poi Costantino li abbracciò tutti, dicendo poi:

« Vi chiedo scusa per ogni eventuale sgarbo, che io ho compiuto verso di voi senza volerlo. »

Dopo di che il basileus si voltò verso la folla adunata davanti a Santa Sofia, e disse:

« Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la fede, la patria, la famiglia e il basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrificio della mia stessa vita

Poi si rivolse ai Latini e li ringraziò per tutto ciò che avevano fatto per aiutare Costantinopoli, dicendo:

« Da oggi Latini e Romani sono lo stesso popolo, uniti in Dio, e con l'aiuto di Dio salveremo Costantinopoli. »

Anche le differenze religiose vengono dimenticate: tutta la popolazione di Costantinopoli si riversa nella chiesa di Santa Sofia, simbolo da quasi un millennio del cristianesimo d'Oriente.

È l'ultima liturgia cristiana celebrata nella cattedrale e, probabilmente, la più commovente di tutta la storia dell'impero bizantino. Successivamente, con la funzione ancora in corso, irrompe in chiesa Costantino che si inginocchia e chiede perdono per i suoi peccati. L'imperatore riceve l'eucaristia.

Maometto II entra a Costantinopoli
Il giorno dopo Costantino muore. Molti degli storici ritengono che sia morto a porta San Romano, mentre difendeva strenuamente, dopo essersi spogliato delle insegne imperiali, la città dall'ingresso degli Ottomani.

Porta San Romano, probabile luogo di morte di Costantino XI
L'Impero Bizantino cessò di esistere per lasciar posto a quello Ottomano. Ciò non toglie che Costantino XI diverrà eroe dei greci, che tutt'oggi lo celebrano come simbolo di indipendenza.

Statua di Costantino XI a piazza Mitropoleos in Atene

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