Historie Medievali The life of: Cirillo e Metodio

Nell'odierna Salonicco, a quel tempo chiamata Tessalonica, nacquero i due fratelli che contribuirono in modo importante alla genesi dell'alfabeto cirillico. I due fratelli, oggi Santi della Chiesa Cattolica, erano Cirillo e Metodio.

Dipinto raffigurante i due santi

I due fratelli nacquero fra l'815 e l'827 dopo Cristo. I pochi frammenti di informazioni in nostro possesso, ci dicono che i due erano figli di del governatore militare della provincia bizantina della Tessalonica, caratterizzata da una forte presenza di popoli slavi. Cirillo, ultimo di sette fratelli, fu battezzato come Costantino; studiò teologia e filosofia a Coastantinopoli ed entrò a far parte del clero della basilica di Santa Sofia.

La basilica di Santa Sofia, dove è stato nominato chierico Cirillo, all'epoca chiamato Costantino

Costantino aveva una cultura eclettica: la sua conoscenza spaziava dall'astronomia alla geometria, alla retorica ed alla musica. Nel campo della linguistica conosceva lo slavo, il greco, parlava correntemente anche il siriaco, l'arabo e l'ebraico. Assieme al suo precettore Fozio partecipò a tantissimi incarichi diplomatici.
Divenuto patriarca di Costantinopoli, Fozio mandò Costantino e suo fratello Metodio ad evangelizzare la Pannonia. La scelta ricadde su di loro anche per evangelizzare la Grande Moravia, territorio comprendente le odierne Repubbliche Ceca, Slovacchia ed Ungheria. Fu in questo periodo che, per tradurre il Vangelo di Giovanni, inventarono un nuovo alfabeto: l'alfabeto Glagolitico.

Lapide scritta in Glagolitico

Sull'onda del crescente scontro tra Chiesa d'Oriente e d'Occidente per il controllo dei nuovi fedeli moravi, nell'867 Costantino e Metodio vennero convocati a Roma per discutere con papa Niccolò I dell'uso cultuale della lingua slava. A Roma i due fratelli trovarono una buona accoglienza. Portarono al pontefice in dono le reliquie di papa Clemente I, morto in Crimea nel 97 dopo Cristo e venerato come santo. Niccolò I consacrò prete Metodio e approvò la traduzione della Bibbia in slavo, a patto che la lettura dei brani fosse preceduta dagli stessi passi espressi in latino. A Roma Costantino si ammalò e assunse l'abito monastico, prendendo il nome di Cirillo. Quando morì, venne inumato presso la basilica di San Clemente. Trafugati i suoi resti mortali, vennero successivamente in parte ritrovati e nuovamente inumati sempre presso la stessa basilica.

Basilica di San Clemente, luogo di sepoltura di San Cirillo

Tornato in Moravia, Metodio venne nominato vescovo e gli fu affidata una diocesi serba. In Pannonia però cominciò la persecuzione di Metodio, in quanto salì al potere un nuovo re che preferiva la presenza tedesca. Metodio venne incarcerato per un periodo di due anni in Baviera. Morì nell'885 dopo Cristo, mentre i suoi discepoli finirono bollati come eretici e fuggirono in penisola Balcanica.
Nell'Enciclica Slavorum Apostoli Giovanni Paolo II afferma che "Cirillo e Metodio sono come gli anelli di congiunzione, o come un ponte spirituale tra la tradizione occidentale e quella orientale, che confluiscono entrambe nell'unica grande Tradizione della Chiesa Universale. Essi sono per noi i campioni ed insieme i patroni dello sforzo ecumenico delle Chiese sorelle d'Oriente e d'Occidente, per ritrovare mediante il dialogo e la preghiera l'unità visibile nella comunione perfetta e totale".

Non si può che concordare con tale affermazione.

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