I fattori della superiorità dell'Impero d'Oriente

Dopo la morte di Teodosio (395), le due metà dell'Impero Romano imboccarono strade completamente diverse. L'Impero Romano d'Occidente, travolto dalle invasioni barbariche, iniziò una lunga e lenta agonia; mentre l'Impero Romano d'Oriente, o comunemente chiamato Impero Bizantino, dall'antico nome della sua capitale, Bisanzio, che Costantino ribattezzò successivamente con il nome di Costantinopoli, sopravvisse ancora per circa un millennio, durante il quale conobbe periodi di vero e proprio splendore. Già a partire dal III secolo, in seguito alla grave crisi in cui si dibatteva l'apparato statale romano, erano emerse molte diversità tra le due parti dell'Impero, tanto che il baricentro della vita intellettuale e culturale si era spostato proprio verso la parte orientale. Le prime ondate di invasioni barbariche, inoltre, avevano interessato solo parzialmente le regioni orientali dell'Impero. L'attacco diretto aveva travolto la sola Europa, mentre le ricche province dell'Asia erano rimaste, se non immuni, perlomeno interessate solo marginalmente.

Giustiniano I

È pur vero che su queste provincie gravava continuamente la minaccia dell'Impero Sassanide, ma gli attacchi dei Persiani non avevano costituito fino a loro un problema vero e proprio, poiché essi erano impegnati a loro volta a combattere le pressioni esercitate ai confini settentrionali dei loro territori. La superiorità dell'Oriente rispetto all'Occidente trova il suo fattore principale nella prosperità economica: infatti in Oriente il commercio, soprattutto marittimo, e l'industria non subirono la battuta d'arresto che invece si verificò nell'Europa percorsa dai barbari. Benché questo commercio internazionale fosse basato sui soli beni di lusso, molto richiesti dalla classe aristocratica, ebbe di riflesso un'importanza grandissima, sia per la borghesia cittadina sia per la popolazione urbana, impegnate nella produzione e nella commercializzazione di tali prodotti. I traffici commerciali erano diretti in gran parte verso l'Asia, India e Cina, ma carichi ingenti prendevano anche la via dell'Europa danubiana e orientale, dove venivano barattati presso i capi delle tribù indigene con schiavi e pellicce. Questa vitalità economica favorì lo sviluppo delle città, tanto che in Asia minore, in Siria e nell'alta Mesopotamia, crebbero e si ingrandirono importanti centri quali Costantinopoli, Antiochia e Alessandria d'Egitto. La bellezza delle costruzioni pubbliche e private di queste città testimoniano ancora oggi il grande sviluppo e benessere raggiunto in quelle zone.

Basilica S.Vitale a Ravenna, i bellissimi mosaici Bizantini

Accanto ai grandi centri urbani sopravvissero e si svilupparono centri di minore importanza, che contribuirono a mantenere vitale l'attività agricola necessaria per rifornire le grandi città. Infatti questo portò allo sfruttamento di zone rimaste sino ad allora improduttive, come gli aridi altipiani siriaci. Un altro fattore di forza dell'Impero Bizantino fu sicuramente l'integrazione che venne a crearsi tra Stato e Chiesa. Infatti, se in Occidente i re germanici erano generalmente malvisti dall'episcopato locale in quanto ariani, in Oriente fu lo stato a operare un controllo sulla Chiesa, facendone suo strumento di governo. Gli stessi missionari che da Bisanzio partivano per evangelizzare i popoli barbari, diventarono un veicolo di penetrazione politica dell'Impero, mentre l'imperatore, sovrano assoluto, dettava legge anche in materia di fede, qualunque potesse essere l'opinione del papa di Roma. A partire dal VI secolo i sovrani perseguirono il fine di creare un potere fortemente accentrato, diventando gli unici detentori di tutta l'autorità. Circondato da una folla di funzionari addetti agli uffici centrali e periferici dello Stato, la figura dell'imperatore assunse una valenza sacra; ne sono prova lo sfarzo e il cerimoniale di cui egli volle circondarsi, le cui radici vanno ricercate per certi aspetti nella grande tradizione delle vicine monarchie orientali. Infine, altrettanto solida era la struttura militare: ben armati e dotati di una forte cavalleria, gli eserciti bizantini, pur non molto numerosi, poterono contare su un'indiscussa superiorità tecnica. Punto di forza dell'esercito dell'Impero era la flotta, le cui navi, i dromoni, erano in grado di spostarsi velocemente da una parte all'altra del Mediterraneo, piombando di sorpresa sui barbari, generalmente poco abili marinai.

Dromoni Bizantini 

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