La nuova società medievale tra il XII e il XIII secolo.

I mutamenti e gli sconvolgimenti sociali ed economici del XII secolo influirono in modo significativo sullo sviluppo dell'economia dei secoli successivi. Una serie di innovazioni in campo agricolo e un significativo incremento della popolazione europea, furono gli elementi determinanti dello sviluppo di una nuova struttura sociale che caratterizzò questi due secoli. La grande vitalità che caratterizzò a livello sociale (intorno al XII e il XIII secolo), favorì lo sviluppo delle città che divennero i nuovi poli d'attrazione della vita quotidiana. Molto importanti furono i disboscamenti che consentrono l'edificazione di nuovi borghi, villenove, da cui si svilupparono in seguito fiorenti città. Le nuove aree di insediamento, molte delle quali da colonizzare, offrivano l'occasione di temperare il divario tra le classi sociali, soprattutto tra coloro che erano possessori di terra e tra chi non lo era. Intere famiglie di contadini decisero di stanziarsi in zone anche poco ospitali, come quelle boschive e paludose per modificarle e renderle produttive. Il denaro riscosso e le prestazioni lavorative richieste dal signore, laico o ecclesiastico che fosse, erano inferiori a quanto i contadini si trovavano a pagare nella sistemazione originaria. Inoltre si dava la possibilità di riscattare una porzione di terreno, che in questo modo diveniva di proprietà di chi la coltivava.

Aratro pesante in una miniatura medievale

Ampie porzioni di campagne di boschi furono destinate alla coltivazione di ortaggi e cereali. L'attività svolta in questo periodo dai villici si potrebbe definire per molti aspetti rivoluzionaria. Sostituirono al lavoro manuale, che richiedeva un rapporto di tipo servile, con quello ottenuto tramite mezzi tecnici. Il XII e il XIII secolo furono periodi di grandi innovazioni, proprio in ragione dello sviluppo economico in corso. L'aratro venne perfezionato grazie all'impiego di un collare rigido per i buoi, che permetteva all'animale da soma di quintuplicare l'effetto del proprio lavoro. Venne poi adottata la rotazione triennale delle coltivazioni, cosicché il terreno potesse mantenersi fertile. L'ordine monacale dei cistercensi diede prova di notevole abilita imprenditoriale nella gestione di migliaia di ettari di bosco, paludi e foreste. Gestirono con profitto crescente i terreni a coltura e migliorarono, grazie ad alcuni incroci, la qualità della lana delle pecore, che sarebbe stata venduta a importanti centri tessili. Anche i signori si trovarono nella necessità di mutare i criteri di gestione dei propri possedimenti.

Disboscamento in una miniatura medievale

L'apertura della politica signorile alla gestione delegata degli appezzamenti fondiari, è da ricercarsi nella riduzione progressiva delle entrate, e nella conseguente necessità di integrare con nuovi sistemi le decime mancanti. I signori decisero di affidare la gestione dei terreni a una o più famiglie di contadini, che potevano riscattare una parte minima di terreno, nacque così il sistema della mezzadria (un contratto agrario da associazione con il quale un proprietario di terreni e un coltivatore, si dividono i prodotti utili di un'azienda agricola). Una tale iniziativa contribuire a modificare sia il peso sociale dei signori che quello dei contadini. I primi si trovavano a gestire una sorta di impresa agraria, mentre i contadini diventavano di fatto un'entità giuridica titolare di diritti garantiti. Si doveva salvaguardare questo nuovo genere di lavoratori, perché a loro era affidata una parte determinante nel sostentamento dell'impresa signorile.

Proprietario terriero che impartisce ordini, miniatura medievale

Inoltre divenne sempre più urgente per i signori il reperimento di denaro contante, da sostituire ai proventi in natura. Accadeva spesso che si indebitassero, e che fossero costretti a vendere parte delle proprie terre sia agli ecclesiastici sia i borghesi. In questa situazione si rendevano spesso necessari matrimoni di interesse con nobili o con membri della nascente borghesia. Il nuovo tipo di gestione delle proprietà terriere da parte dei signori, permise in primo luogo ai borghesi di accrescere il proprio peso economico anche nelle campagne e, in secondo luogo, offrì ai ceti rustici una maggiore autonomia. Tutto ciò a scapito della stabilità politica ed economica dei signori. Infatti le aree geografiche maggiormente interessate da questa serie di mutamenti sociali ed economici furono le Fiandre e l'Italia settentrionale.

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