Il battesimo

Il problema principale legato all'infanzia, nel medioevo, era l'alto tasso di mortalità, motivo per cui la chiesa decise di rendere obbligatorio il battesimo in tenera età, piuttosto che continuare a celebrarlo in età adulta, come era sempre stato.
La campagna di diffusione di questo nuovo vincolo fu notevole; d'altronde la chiesa è sempre stata maestra in questo: in pochissimo tempo il nuovo ordinamento rituale raggiunse e si impose nei grandi castelli e nelle sperdute campagne.
È chiaro che in una società in cui la vita di un neonato non era controllabile dal punto di vista sanitario e la morte era frequente quanto la nascita, l'unica scelta che rimaneva ai genitori era quella di gestire almeno l'anima del bambino e garantirgli la salvezza nell'al di là.
In tutto il medioevo il battesimo ebbe una liturgia ben precisa che rappresentava l'emblema del controllo della chiesa su questo rito.

Battesimo di Isabella, figlia di Carlo V di Francia
Se in una prima fase del cristianesimo il battesimo degli adulti consisteva nella semplice immersione nelle acque di un fiume o di un torrente, nell'alto Medioevo l'unico luogo in cui si poteva battezzare era il battistero, un edificio adiacente ad una chiesa e dotato di una "fonte battesimale".Tutto il rito era gestito da sacerdoti e vescovi.
Riguardando bambini neonati, tutta la parte rituale che comprendeva l'accettazione e la consapevolezza dell'atto dovette essere affidata a due adulti di riferimento e così fu creata la figura dei padrini e delle madrine che"sceglievano in consapevolezza la salvezza dell'anima del neonato".
I padrini, cioè i tutori della volontà del neonato, si trovavano nella vera e propria posizione di catecumeni e, con grande serietà ed impegno, si sottomettevano ad una serie di rituali preparatori.
Prima di tutto c'era una serie di lezioni preparatorie di istruzione religiosa e, essendo in alcune circostanze quella di catecumeno una vera e propria professione, talvolta la scuola durava anche tre anni.

Battesimo per immersione
Il rito del battesimo si celebrava la notte del Sabato Santo, quando il Vescovo bagnava di saliva le orecchie e il naso del bambino, in modo da consentirgli un contatto diretto con Dio, poiché il Cristo aveva aperto orecchie ed occhi a ciechi e sordi.
Dopodiché veniva unto d'olio, come fosse un lottatore, a simboleggiare la guerra contro il peccato, quindi rivolto verso oriente, terra che si riteneva contenesse il messaggio di speranza e salvezza, mentre si recitava il"Credo". A quel punto si immergeva tre volte nella fonte battesimale.
Compiuti questi atti, il bambino veniva vestito di bianco ed era pronti ad entrare, a pieno titolo, nella comunità cristiana e ad essere, a sua volta, padrino di qualche altro bambino.
Il battesimo del neonato veniva seguito da una cerimonia di purificazione della madre che segnava, dopo alcune settimane dal parto, il suo rientro nella vita sociale.

Battesimo per infusione
Naturalmente per il popolo la cerimonia era più semplice ed ai padrini non era richiesta una preparazione meticolosa, anche perché il duro lavoro delle campagne non lo avrebbe consentito.
Entrambi i rituali, per ricchi e nobili o per contadini e povera gente, avevano proporzionalmente un costo elevato, anche se i preti di campagna accettavano di buon grado compensi in natura.
Uno dei più alti di cui si ha traccia è un intero maiale, compreso di interiora, che venne dato in compenso ad un celebrante delle terre dei Tusci, nell'attuale Romagna.

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