Historie Medievali: Feudal Japan, Il Periodo Heian, parte 1

I samurai possono essere considerati i cavalieri del Giappone Medievale. Come i cavalieri medievali europei, essi nacquero come élite militare, trasformandosi poi in élite sociale. I loro riconoscimenti erano dati dai trionfi riportati con le loro spade. La storia del Giappone la si può identificare con la storia dei samurai. Il "Periodo Heian" (durante il quale si fece per la prima volta uso della parola "Samurai") deriva dal nome con cui a quel tempo era conosciuta la capitale Kyoto: "Heian-Kyo" ovvero città della pace celeste.
La nascita dei samurai è ancora oggi controversa, poiché non sono state fornite adeguate risposte. Il termine stesso non venne introdotto in Giappone prima dell'XI secolo d.C., dopo più di un millennio di guerre. Samurai significa letteralmente "coloro che servono", che offrono cioè i propri servigi militari ad un sovrano. Antichi documenti ci forniscono alcuni indizi su quali siano stati i progenitori dei samurai. Nei Nihongi, gli Annali del Giappone, compilati nel corso della prima metà dell'VIII secolo d.C. è possibile ritrovare il termine bugei, "arti marziali". Non vi sono dubbi, quindi, che negli eserciti di quel periodo esistesse già un grado di specializzazione, sia sotto il governo centrale che dal punto di vista locale. Il primo periodo storico del Giappone fu quello più denso di conflitti di tutta la storia samurai.

Una pagina dal Tanaka, una versione del Nihongi

Nel 672 d.C. troviamo già un primo accenno ad uno di quei ruoli che il futuro samurai avrebbe dovuto ricoprire e cioè quello di arciere a cavallo, figura che sembra avesse già raggiunto uno status d'élite. Nel 671 d.C. l'Imperatore Tenchi morì. La sua morte causò una di quelle lotte per il diritto di successione che troveremo spesso nella storia samurai. Tenchi aveva promesso il trono al fratello che, declinato l'onore, si era fatto monaco, per questa ragione, a succedergli fu suo figlio. Il fratello dell'Imperatore Tenchi, lasciò il monastero e si oppose al nipote per la successione al trono, attaccandolo con una schiera di arcieri a cavallo. Il colpo ebbe successo ed egli ascese al trono come Imperatore Temmu. I resoconti dell'attacco sferrato da Temmu e delle imprese militari durante il suo regno ci vengono descritti dai Nihongi, compilati sotto la giurisdizione della figlia di Temmu; anche se tali imprese sono oggi considerate con una punta di scetticismo. Fatto sta che tali azioni sono il primo resoconto scritto delle imprese degli arcieri a cavallo, tipico dell'élite samurai.

Disegno dell'Imperatore Temmu, disegnato nel 1908

Rivalità come questa tra principi imperiali erano ragioni di guerra molto meno comuni del continuo bisogno di campagne contro gli abitanti aborigeni delle isole del Giappone, le Ainu. Gli antichi resoconti dimostrano chiaramente che l'eliminazione di queste popolazioni era vista quasi come un dovere morale ed un atto di grande civilizzazione, definita negli Annali una emishi no seiobatsu o "punizione degli Emishi". Il termine Emishi, che probabilmente altro non è che una variante della parola Ainu per "uomo", era usato nel senso di "barbaro" ad indicare il disprezzo di una società civilizzata. Emishi era il termine più gentile che i nemici usavano per queste popolazioni; le popolazioni indigene, infatti, erano altrove appellate come "ragni di terra". Gli Emishi si dimostrarono guerrieri accaniti ed i primi imperatori presero ben presto l'abitudine di reclutarne pacifici nei loro eserciti, poiché rappresentavano una buona fonte di supporto per l'esercito. Gli Emishi diedero prova del loro valore militare, che più tardi venne associato ai samurai, i quali trassero le loro origini da questi formidabili guerrieri. Perfino la spada ricurva, simbolo del samurai, trova probabilmente le sue origini nelle armi portate dagli Emishi reclutati come guardie della Corte Imperiale nella seconda metà del IX secolo.

Due Emishi, stampa del 1324 circa

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