L'infanzia nel medioevo

Se vivere da adulti nel medioevo era già particolarmente difficile, per un bambino spesso poteva esserlo molto di più e di certo veniva subito abituato a una vita differente da quella che può essere mediamente l'infanzia attuale. Appena nato, dopo la fasciatura molto stretta, fatta seguendo la credenza secondo cui le ossa fragili sarebbero cresciute male o del tutto storte, si passava subito a un bel bagno caldo, specialmente nei periodi invernali, prima di preparare la culla - che in Italia aveva un movimento verticale testa-piede, mentre nel resto d'Europa era orizzontale, da spalla a spalla - in cui il neonato avrebbe poi riposato. In alcuni casi, la culla poteva essere appesa al soffitto con un sistema di corde posizionato proprio al di sopra del letto dei genitori che, sporgendo un braccio, potevano farla dondolare. Si trattava di una soluzione ingegnosa soprattutto per le case più piccole, molto frequenti nel Medioevo, ma ovviamente rischioso dato che le corde potevano spezzarsi.

Il tormento delle fasce
Si è calcolato che nel Medioevo un bambino su tre moriva prima dei cinque anni: le cause potevano essere di ogni tipo, da una semplice malattia alla denutrizione. Inoltre, si sovente, si assisteva anche al fenomeno dell'abbandono dei bambini, che per loro fortuna, spesso venivano lasciati all'esterno di monasteri, e da lì, presi in consegna dai monaci che li iniziavano alla vita monastica. 
La nascita di figlie femmine invece, se da un lato, nelle famiglie più povere, significava avere una bocca in più da sfamare che non poteva aiutare nel lavoro della terra, dall'altro rappresentava una possibilità di riscatto sociale per la famiglia perchè, una volta cresciuta, si poteva combinare un matrimonio con esponenti di famiglie di rango più elevato. Con la nobiltà ovviamente, questo fenomeno raggiunge i suoi massimi livelli.
Nel caso di scarsità di latte da parte della madre, il bambino poteva essere affidato a delle nutrici, pagate, che si occupavano di allattarlo, o nei casi più estremi, si ricorreva a latte di origine animale, come quello di asina o di pecora.

Due bambini giocano con un volano
Ad ogni modo, una volta cresciuto e lasciata la culla, il bimbo iniziava a muovere i primi passi aiutandosi con un girello a ruote, protetto da una vestina lunga fino ai piedi e aperta sul davanti, uguale per i due sessi, e da vari amuleti, soprattutto rametti di corallo. Quando erano in grado di camminare e correre, iniziavano a divertirsi con i primi giochi, del tutto diversi a quelli moderni e spesso dipendenti dalle stagioni. A dicembre, ad esempio, quando si ammazzava il maiale, i bambini gonfiavano la sua vescica come un palloncino; se nevicava andavano a tirare le palle di neve per le strade; altri cacciavano le farfalle, ma si racconta anche di fischietti a forma di uccello, bamboline, cavallucci con i loro cavalieri. Inoltre, i bambini amavano fare la guerra con spade di legno e sovente si misuravano in finti tornei: si giocava anche a nascondino, con una palla o una mazza di legno. Un giocattolo molto in voga era un piccolo mulino infilato in una noce. Insomma, vinceva la fantasia: erano bambini e come tali ogni scusa era buona per divertirsi.

Bambini impegnati in vari lavori
Ma l'infanzia spensierata aveva una durata molto breve, dato che i bambini medievali cominciavano a lavorare molto presto. Abbiamo testimonianze di contratti per ragazzini di dieci o dodici anni che vivevano già appieno la vita come degli adulti, non solo in ambito lavorativo. Talvolta si poteva cominciare però anche prima, mentre per le ragazze, la vita adulta poteva iniziare intorno ai 14 anni, età in cui già potevano sposarsi. Anche in questo caso comunque, si poteva cominciare prima. 
Il furto di bambini invece, era molto frequente: solitamente era chiesto un riscatto alle famiglie, specialmente le più ricche, che potevano permettersi di pagare somme di un certo livello.
In buona sostanza a un bambino, nel medioevo, non mancavano i momenti di spensieratezza, come è giusto che ci siano anche in un'epoca particolarmente dura, ma dovevano scontrarsi con la difficile realtà di un mondo che aveva poco spazio per i deboli. Si restava bambini relativamente per poco tempo, prima di essere introdotti praticamente subito alle faccende “da grandi”, sia tra i ceti più poveri, sia nell'altissima nobiltà: non sono pochi i casi registrati di giovanissimi eredi costretti a salire al trono effettivamente molto presto.

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