Le Mille e una notte

Oggi siamo davanti ad uno degli apici toccati dalla letteratura islamica. Nel X secolo, in Medio Oriente, si cominciano infatti a raccogliere novelle scritte da diversi autori del tempo. Così dall'Egitto, dalla Mesopotamia, dall'India e dalla Persia, arrivano le storie più disparate e che vengono raccolte in un unico tomo. "Mille", in arabo, non ha il senso numerico di mille storie differenti, bensì significa "innumerevole". Il tentativo del creatore di tale collana dunque, era di far capire che quella era una raccolta di innumerevoli storie. Poi, nel corso dei secoli, si è arrivati a raccogliere davvero fino a mille storie.

Pagina di una copia del XIV Secolo

Tali novelle, inizialmente tramandate in forma orale, avevano un'origine indo-iranica: tale aspetto si nota soprattutto negli elementi fantastici presenti nelle storie, che richiamano peculiarità legate al misticismo di quella regione dell'Asia. In molte altre novelle intervengono Jinn (entità soprannaturale ismalmica) e spiriti, che denotano un'antica derivazione persiana. Si individua pure un ciclo dei racconti di Baghdad (chiaramente di tradizione arabo-musulmana), nelle quali assume un ruolo fondamentale il califfo abbaside Hārūn al-Rashīd e un ciclo di novelle ambientate in Egitto (per lo più al Cairo), più avventurose e di origine più recente, nelle quali si riconoscono influssi giudaici. Accanto ai filoni indo-iranico, arabo-abbaside-iracheno, arabo-egiziano e giudaico, è presente pure un filone minore greco-ellenistico. Alcune novelle sono infine parzialmente ambientate in Cina e altre negli Urali. In tempi successivi vennero aggiunti racconti estranei, quali "Le avventure di Sindbad il marinaio" o "La storia dei sette vizir".

Il sultano decide del destino di Shahrzād

Tutte queste novelle vengono legate da un filo conduttore: una storia di fondo che serve a dare, ad esse, una connessione. Tale stratagemma risulterà così efficace che persino Boccaccio, secoli dopo, lo sfrutterà per la stesura del Decameron. Il filo conduttore è la storia del re persiano Shahriyār che, essendo stato tradito da una delle sue mogli, uccide sistematicamente le sue spose al termine della prima notte di nozze. Un giorno Shahrazād, figlia maggiore del gran visir, decide di offrirsi volontariamente come sposa al sovrano, avendo escogitato un piano per placare l'ira dell'uomo contro il genere femminile. Così la bella e intelligente ragazza, per far cessare l'eccidio e non essere lei stessa uccisa, attua il suo piano con l'aiuto della sorella: ogni sera racconta al re una storia, rimandando il finale al giorno dopo. Va avanti così per "mille e una notte"; e alla fine il re, innamoratosi, le rende salva la vita.

Shahrazād racconta le novelle al re persiano

Ciascuna delle storie principali delle "Mille e una notte" è quindi narrata da Shahrazād; e questa "narrazione nella narrazione" viene riprodotta su scale minori, con storie raccontate dai personaggi delle storie di Shahrazād e così via.

Nel corso dei secoli, in Europa, la raccolta avrà un successo incredibile, ragion per cui diverrà una delle più importanti mai scritte nella storia.

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