La biografia medievale

Anche in letteratura, il Medioevo – lungi comunque dall'essere l'età oscura voluta da una certa tradizione – vide la perdita di molte conquiste del mondo classico, tra le quali anche la biografia, che tanta importanza aveva ricoperto in Grecia e a Roma.

Edwinus, monaco benedettino e copista del XII secolo nella prioria di Canterbury
Dimenticati Svetonio e Plutarco, durante il Medioevo fu soltanto grazie al lavoro della Chiesa cattolica, che si dedicò alla raccolta di materiali dedicati a singoli personaggi, che oggi ci ritroviamo con testi che raccontano la vita e le gesta dei più grandi personaggi di quel periodo. 
Gli autori delle biografie medievali erano soprattutto eremiti, monaci e sacerdoti, che si occupavano prevalentemente delle vite dei Padri della Chiesa, dei martiri, dei Papi e dei santi (agiografie), con lo scopo di convertire gli infedeli al Cristianesimo; in Medio Oriente si diffusero con finalità analoghe le biografie di Maometto e dei profeti.

Eginardo, biografo di Carlo Magno
La biografia "laica" più celebre del periodo fu invece la "Vita et gesta Caroli Magni", conosciuta anche come Vita Karoli, scritta dal sovrintendente alle fabbriche e alle imprese artistiche di Carlo Magno, Eginardo. Proprio Svetonio (in particolare per la biografia di Augusto) rappresentò il modello seguito da Eginardo, soprannominato Bezaleel per la sua abilità nell'arte edilizia, e per saper raccontare le gesta e la vita di Carlo Magno. La biografia di Carlo fu realizzata sicuramente dopo l'814, vista l'inclusione anche del testamento di Carlo, che morì proprio in quell'anno. 
Generalmente si tende ad ipotizzare che l'opera sia stata scritta in un periodo che oscilla tra l'817 e l'833. Si tratta di un testo di grande interesse per l'approfondimento che regala sulla vita anche quotidiana dell'Imperatore del Sacro Romano Impero e re dei Franchi, ottenute grazie alla posizione privilegiata dell'autore presso la corte carolingia.

Artù e i cavalieri della tavola rotonda
Verso la fine del Medioevo, le biografie cominciarono ad avere un carattere meno religioso e i soggetti trattati divennero re, cavalieri e tiranni, senza disdegnare anche figure leggendarie; l'esempio più famoso in questo senso è "Le Morte d'Arthur" di Sir Thomas Malory, che raccontava le vicende di Artù e dei cavalieri della Tavola Rotonda.

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