La giornata di un monaco medievale

Con l'inizio della serie tv dedicata al capolavoro di Umberto Eco, "Il nome della rosa", l'epoca medievale è tornata prepotentemente alla ribalta del grande pubblico, con l'attenzione dello spettatore focalizzata sulle vicende misteriose che avvengono all'interno di una, apparentemente tranquilla, abbazia alpina. Questo ci dà lo spunto per occuparci di un aspetto importante: come si svolgeva la vita all'interno di un monastero? Quali erano i ritmi che scandivano le giornate dei monaci? Bene, oggi ci occuperemo proprio di questo.

San Benedetto da Norcia, affresco di Subiaco
La giornata di un monaco benedettino cominciava alle due di notte, quando la campana del convento annunciava il mattutino. I monaci uscivano dai dormitori e si recavano nel coro, la parte della chiesa riservata alla preghiera, che avveniva sotto forma di canto. La preghiera era l'attività primaria di ciascun monaco benedettino, quella che Benedetto chiamava in latino "Opus Dei" (letteralmente "Opera di Dio").
Alle quattro, dopo un'ora di riposo, il monaco benedettino ritornava in chiesa per cantare di nuovo.

San Benedetto porge la sua regola a S.Mauro e altri monaci, miniatura
Al canto del gallo, dopo un'altra ora di riposo, i monaci si dividevano secondo le loro mansioni: alcuni si recavano nei campi a lavorare la terra, altri nelle stalle, altri si occupavano di falegnameria, altri ancora a cucinare o a fare riparazioni. C'erano anche gli erboristi che preparavano medicine nella farmacia, di cui ogni monastero era dotato.
Gli amanuensi, invece, si chiudevano nello scrittorio dove copiavano a mano testi sacri e libri antichi. Tra i monaci benedettini c'erano anche abili miniatori, cioè autori di illustrazioni a base di minio (un colore rosso) per decorare i codici di pergamena.

Monaci copisti, miniatura
Verso le ore 13, il lavoro era stato già interrotto due volte per cantare in chiesa, ma a quell'ora la campanella annunciava il pranzo che poteva essere di una sola portata tra quelle descritte o più di una, a base di verdura, pane, formaggio, frutta, a volte pesce; la carne era proibita. Si mangiava nel refettorio, in perfetto silenzio, mentre uno dei monaci leggeva testi sacri.
Dopo il pranzo, i monaci riposavano passeggiando nel chiostro, il cortile costruito intorno al pozzo e circondato da un porticato coperto. Quindi passavano altre ore al lavoro fino al vespro, la preghiera serale.
Seguivano una cena frugale e la compieta, la preghiera che chiudeva la giornata.
Ciascun monaco benedettino si ritirava allora a riposare su giacigli di paglia, ma alle dieci di sera si svegliava per recitare il notturno. Quindi dormiva fino alle due e tutto ricominciava.

San Benedetto e i suoi monaci riuniti nel refettorio
Ogni monaco benedettino doveva piena obbedienza all'abate, il padre superiore, eletto dai monaci stessi. Attraverso l'obbedienza, infatti, il monaco coltivava la virtù dell’umiltà, essenziale per la sua salvezza eterna.
Non era permessa alcuna forma di proprietà personale e non si potevano ricevere lettere senza il permesso dell'abate.
Infine, ai monaci era severamente vietato interloquire tra loro, nei momenti di preghiera, durante i pasti e nelle ore serali.

Commenti

  1. Grazie mille! Mi è servito molto!

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  2. Non serve a nulla <3
    Baci baci

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    1. Solo per fare contenti/contento gli/l' insegnanti o insegnante
      Baci baci <3
      Muah

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