I sarti nel medioevo

Una delle categorie più importanti durante tutto il medioevo, specialmente nel periodo che va dal XIII secolo fino alla fine dell'età di mezzo, è quella dei sarti. Agli albori del Medioevo il sarto non era considerato come una delle migliori categorie artigianali del tempo, poiché dopo le invasioni dei popoli dell'est Europa, e a seguito della caduta dell'Impero Romano d'Occidente, il modo di vestire si omologò e poche classi sociali avevano l'opportunità di permettersi stoffe pregiate e intarsiate. Soltanto nel XIII secolo le categorie di artigiani si divisero in arti e corporazioni. Alcuni dei rappresentanti delle arti maggiori approfittarono dei contatti commerciali internazionali per ottenere più potere, infatti proprio la corporazione dei sarti, nei vari paesi, riuscì a conquistarsi una serie di benefici ed esenzioni fiscali.

Un sarto a lavoro nella sua bottega. Manoscritto miniato. 

Queste agevolazioni ne accrebbero la ricchezza. L'arte del taglio si diffuse in breve tempo nelle maggiori città del continente, accrescendo il volume di affari della corporazione. Le migliori condizioni economiche dei ceti medi avevano fatto sì che aumentasse pure l'interesse per i beni superflui. Nel XIII secolo i disegni degli abiti si fecero molto fantasiosi, con colori sgargianti, grazie anche all'influenza dell'estremo Oriente dove, già da molto tempo, si usava questa tipologia di colori e sfarzosità. Le famiglie dei sarti potevano competere, quanto ad eleganza, con le migliori famiglie borghesi e nobili, non senza un certo disappunto da parte di questi ultimi.

Un sarto a lavoro. Manoscritto miniato.

Gli abiti che si andavano facendo sempre più arditi nella foggia, nei ricami e nei disegni, potevano avere dei costi esorbitanti per l'epoca. Si poteva giungere a corrispondere l'equivalente del salario annuo di un manovale per un abito "all'ultima moda". Non era un fatto tanto insolito che famiglie di nobili finissero sul lastrico, anche a causa degli ingenti debiti contratti per simili acquisti.
L'attività del sarto si era costituita in ambito prevalentemente militare, confezionando una sorta di corpetto di lino e lana abbastanza resistente ad eventuali colpi di armi bianche, il noto "farsetto". Questo indumento veniva indossato indifferentemente da ogni uomo, nobile o plebeo che fosse.

Piero della Francesca. Esempio di Farsetto tardo-gotico, XV secolo
Per lungo tempo l'attività dei sarti fu assimilata alla confezione di un tale capo d'abbigliamento. Non molte arti annoveravano tra i lavoratori anche le donne, le quali svolgevano i propri compiti all'interno di una bottega. Stoffe e tessuti, sagome e vestiti confezionati, era quanto si poteva trovare in una qualsiasi bottega. Il cliente sceglieva il tessuto, il colore e il modello, secondo i dettami estetici dell'epoca, che non mutavano così di frequente come ai giorni nostri. Prese in modo approssimativo le misure grazie a delle sagome, aveva inizio il lavoro vero e proprio di confezione dell'abito.

Un sarto con le forbici in fase di lavorazione di un abito. Affresco presso il castello di Issogne

Commenti

  1. Questo dovrebbero fare le generazioni : studiare studiare leggere documentarsi istruirsi curiosare chiedere i perché e i percome dello scibile universale, invece di rimbecillire sui cellulari e Social Media: pessima evoluzione dei neandertal!

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