Il Medioevo e la tortura

Spesso si tende a considerare il Medioevo come un periodo buio anche e soprattutto per l'utilizzo della tortura, sia come metodo di punizione che come mezzo di ricerca della prova di un reato.
In realtà, l'uso della tortura è antichissimo ed era presente in tutte le civiltà degli albori, da quella babilonese a quella romana, passando per quella egizia. Non ci sono dubbi però, sul fatto che, in questo periodo, tale consuetudine viene adoperata con maggiore frequenza, dato che alla tortura ricorrono re, principi, nobili di ogni rango e persino la Chiesa, che istituisce l'Inquisizione, definita santa con un eufemismo, e che nasce con lo scopo di sradicare l'eresia, per poi trasformarsi, con il passare dei secoli, in un'istituzione, per così dire, dalla dubbia moralità.

Dunque la tortura viene utilizzata principalmente per ottenere informazioni dal nemico o per arrivare a far confessare i reati da parte dei colpevoli o presunti tali. Le torture più lunghe e crudeli vengono riservate agli oppositori politici od ai regicidi, come strumento di difesa del potere da parte di regnanti e principi. Generalmente infatti, dopo la condanna, in questi casi, la tortura viene eseguita sulla pubblica piazza fino alla morte del condannato in modo da mandare un messaggio e disincentivare i sudditi dal commettere azioni in violazione delle leggi o contro la volontà del re.
allungamento o stiramento
Oltre a questi casi, la tortura viene usata addirittura per confessioni riguardanti la stregoneria, il maleficio e l'adorazione del diavolo. Insomma, l'utilizzo di tale metodo raggiunge una dimensione piuttosto generalizzata nel Medioevo, tant'è vero che, secondo un rudimentale sistema di gradi di colpevolezza, la tortura viene applicata anche a ladri, falsari, spergiuri ed a tutti gli autori di reati che oggi considereremmo minori.

Gli strumenti di tortura sono veramente tanti, alcuni dei quali dimostrano un acume che va ben oltre la fantasia, quasi come un'espansione delle menti evidentemente malate di chi li crea.
I metodi veri e propri di tortura invece, sono molteplici: il più impiegato è probabilmente quello dello scorticamento, in cui il malcapitato viene letteralmente scorticato fino al sopraggiungere della morte. Questo tipo di tortura fu largamente utilizzato contro i cavalieri Templari.
 Molto frequente è anche l'utilizzo del tavolo dell'allungamento (o stiramento) in cui il prigioniero viene legato su di un tavolo attraverso delle imbragature di pelle in modo da tendere gli arti della vittima. Una volta legato, il corpo veniva tirato, talvolta anche contemporaneamente per i quattro arti, fino a provocare il dislocamento delle articolazioni, lo smembramento della spina dorsale e la lacerazione dei muscoli.
La bollitura
Altro metodo di tortura ampiamente utilizzato è quello della mutilazione che si applica per ladri e briganti e che consiste per l'appunto nell'amputazione di una parte del corpo attraverso lo strumento della sega. Bisogna dire che, talvolta, il malcapitato viene tagliato a metà.
Le pinze e le tenaglie invece, vengono adoperate, spesso arroventate per strappare e straziare la carne.
Un altro metodo largamente adottato è quello dell'annegamento. Si usa per punire gli atti di stregoneria. Il prigioniero viene legato mani e piedi e gettato nell'acqua; in alcuni casi viene aggiunto un ulteriore peso al corpo (ad esempio un masso) per impedire una eventuale fuga.
La bollitura invece viene utilizza, in alcuni regni, per punire gli attentati contro re e principi. Il condannato viene messo in un pentolone pieno d'acqua sotto il quale viene acceso il fuoco; il tutto sulla pubblica piazza.

Oltre a questi che sono i metodi più utilizzati, non mancano pratiche di tortura in cui vengono adoperati degli animali, come nel caso della tortura della capra. Al condannato viene applicato del sale sotto le piante dei piedi; poi, al suo cospetto, viene portata una capra affamata che non mangia da giorni. L'animale, ovviamente, comincia a leccare il sale e, vista la fame, continua fino a consumare le pelli del malcapitato. Talvolta, non si fermava se non quando giunto fino all'osso.

Maschera dell'ignominia o violone delle comari
Non mancano evidentemente neanche le torture riservate alle donne. Una delle torture più adoperate è quella della maschera dell'ignominia o violone delle comari, che consiste nell'imprigionare i polsi de il collo della persona in una forma di legno o di ferro. A questo punto, la donna viene trascinata per le strade e resa oggetto del dileggio del popolo che, spesso, la ricopre di escrementi ed urina, fino ad arrivare alla violenza fisica attraverso l'uso di bastoni e altro, con un feroce accanimento sui genitali.

Il campionario degli orrori potrebbe continuare ancora, visto che la fantasia dei carnefici rasentava il patologico. In realtà, ci siamo limitati a descrivere soltanto i metodi più usati. Ciò che è importante sottolineare è che è errato considerare l'utilizzo della tortura confinato soltanto nel periodo storico in questione, tant'è vero che, nei secoli a venire, e soprattutto nel secolo scorso, la tortura ha conosciuto uno sviluppo tecnologico di notevole entità, culminato con gli orrori praticati soprattutto dal nazismo. Per fare degli esempi, possiamo citare l'elettroschock, l'uso di strumentazioni chimiche e via discorrendo. Tutto ciò dimostra che non è stato certo il Medioevo l'epoca più buia per la mente umana in termini di malvagità ma che la brutalità dell'uomo nei confronti di sé stesso è stata, è, e continuerà probabilmente ad essere una costante nella storia della razza umana.


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