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Visualizzazione dei post da maggio, 2017

La birra nel Medioevo

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La birra, così come il vino, era una delle bevande più diffuse ed utilizzate durante tutto il Medioevo. Infatti, veniva consumata da tutte le classi sociali del nord e dell'est Europa; si preferiva la birra al vino, soltanto per una questione legata al clima sfavorevole che non consentiva la coltivazione di vigneti, i quali, di contro, avevano enorme diffusione nel sud del continente. Qui, la birra veniva consumata dai ceti più popolari, in quanto non si poteva disporre o essere sempre sicuri riguardo la purezza dell'acqua, motivo per il quale si prediligevano bevande per la cui produzione fosse prevista la bollitura dell'acqua. Nel Nord Europa invece, la birra era parte integrante dell'alimentazione e se ne consumavano anche trecento litri pro-capite annui durante il Basso Medioevo, periodo in cui era servita ad ogni pasto.  Miniatura che ritrae un monaco che beve e versa della birra Ed è proprio dopo l'anno Mille che la produzione della birra, precedente

Le Scarpe nel Medioevo

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Vari tipi di scarpe vennero usate durante i differenti periodi dell'epoca medievale. Ad esempio, durante l'alto medioevo, le scarpe che venivano utilizzate maggiormente erano un semplice pezzo di pelle arrotolato intorno al piede e legato con dei lacci. Le tendenze e la moda del tempo, si diversificarono man mano che si avanzava col tempo. Similmente, durante il periodo basso medievale, iniziò ad essere usato il cuoio o pelle più robusta; il materiale e lo stile ebbero il compito di riflettere lo status sociale di chi le indossava. Le scarpe medievali erano varie sia per stile che per il materiale utilizzato, ad esempio in Francia, Spagna e Italia venivano usati una specie di sandali chiamati Alpargata   molto famosi durante l'epoca medievale. Tra il clero, veniva usata una scarpa chiamata Caliage , che era molto simile al modello del sandalo romano. Alpargata Caliage Altre scarpe tipiche medievali erano le Calopedes, Buskin, Corked e molte altre. B

Il castello di Lettere

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Uno dei più scenografici castelli della Campania è senza dubbio quello di Lettere. Castello di Lettere, sullo sfondo, il golfo di Napoli X secolo: sui contrafforti settentrionali dei monti Lattari, a circa 340 metri di quota, Mansone I di Amalfi sceglie di costruire un castello per controllare la piana nocerino sarnese. Il punto di vista è perfetto: si ha la possibilità di vedere fino a Napoli, Ischia, Nola, Stabia, oltre a tutta la piana fino ai piedi del Vesuvio. Il ducato di Amalfi, all'epoca, era quasi all'apogeo della sua estensione; avere un importante punto di difesa a nord, direttamente sulle piane sottostanti, aveva un valore strategico fondamentale. Nel castello erano presenti una chiesa, alcune abitazioni e diverse botteghe. I Normanni, decenni dopo, ampliarono la fortezza: furono costruite nuove mura, una nuova porta, dotata di ponte levatoio e protetta da un camminamento con arcieri; a poca distanza dal castello invece, venne edificata una cattedrale, in s

I Visconti

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E' una delle più importanti dinastie vassalle del Sacro Romano Impero, ha letteralmente scritto la storia di Milano per quasi due secoli. Il suo simbolo si ritrova ancora oggi come stemma delle grandi aziende meneghine. Oggi, Historie Medievali, racconterà le vicende della famiglia dei Visconti. Stemma dei Visconti: biscione azzurro ingoiante un putto. Nell'alto medioevo il paese di Massino, sul lago Maggiore, era governato da dei vassalli del vescovo locale, che per questa ragione erano definiti con l'appellativo latino " vice comitis ", ossia vice conti. I documenti su questa famiglia risalgono fino all'863 dopo Cristo. Questa carica imperiale, che venne loro conferita dall'arcivescovo Landolfo intorno all'anno 1073, diverrà ereditaria fino al punto da divenire il nome della famiglia stessa abbreviandosi in Visconti. La famiglia era responsabile anche di altri territori in loco, e si fregiarono del simbolo di una vipera che ingoia un fanciul

Historie medievali: le ricette della tavola rotonda

Le ricette che oggi vi proponiamo, sono le seguenti: TORTA DEL BORGHESE (metà del '300). Ingredienti: 1 kg di spinaci. 1 kg di bietole fresche. 1 kg di sale grosso. 300 gr. di Pecorino marzolino. Un uovo. Spezie varie noce moscata, zenzero, cannella a piacere. Pasta classica La pastella per le torte viene sempre realizzata mescolando acqua calda, farina e sale (e strutto, preferibilmente). Procedimento: Prendete gli spinaci e le bietole lavateli, sfogliateli e tagliateli a striscioline. Fategli perdere interamente l'acqua, mettendo strati alternati di verdura e di sale grosso e lasciando a riposo per circa 2 ore. Preparate la pasta classica e farcitela con una crema composta dal pecorino precedentemente fuso a bagno maria con l'aggiunta di un po' di latte. Alla crema preparata, aggiungete pure la noce moscata, lo zenzero e la cannella.Spolverate l'ultimo strato con pecorino stagionato grattugiato, chiudete la torta con la pastella, spennellate con un u

Otranto

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Immaginate di poter essere al confine fra un impero e l'altro. Ed immaginate che essi siano quello Bizantino ed il Sacro Romano Impero. Questo comporterebbe essere il ponte fra due mondi totalmente differenti. In questa situazione si è ritrovata, per diversi secoli, la città pugliese di Otranto. La città di Otranto vista da mare Situata in Salento, su di una costa frastagliata che poteva fungere da difesa naturale, si sviluppò come una delle città più interessanti del medioevo. Fondata nella preistoria dai Messapi, ha raggiunto la fioritura in epoca romana; ma il suo porto divenne il ponte fra Occidente ed Oriente nel Medioevo. Nel 1095 infatti, nella sua cattedrale ricevette la benedizione l'esercito di Boemondo I d'Altavilla, in partenza per la Prima Crociata. Era sede di una comunità ebraica che diede i natali a diversi raffinati poeti. La comunità ebraica di Otranto si svilupperà a tal punto, ed avrà così tanta influenza in Puglia, da far diventare la città una s

Il gatto, un animale considerato diabolico

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I gatti hanno ricoperto sempre un ruolo importante nel Medioevo, visto che eliminavano una della più diffuse minacce per la conservazione del cibo e per la salute, ovvero i topi. Ciò nonostante, alcuni autori del tempo davano altresì una connotazione negativa all'attività felina per antonomasia, ponendo sullo stesso piano il modo con cui i gatti catturano i topi a quello con cui il diavolo si impadronisce delle anime. Esempio di ciò sono le parole di William Caxton, il primo tipografo inglese vissuto nel XV secolo, il quale scrisse: “Il diavolo spesso gioca con il peccatore come il gatto fa con il topo”. Illustrazione tratta da un manoscritto medievale, in cui due gatti sono ritratti in atteggiamenti riconducibili alla loro presunta natura diabolica Nel XII secolo l’associazione gatto-diavolo era talmente radicata, che riferimenti alla sua perversa venerazione si ritrovano anche nelle carte processuali: tra le accuse mosse a gruppi religiosi eretici come i Catari e Valdesi,

I Peceneghi

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I Peceneghi era un popolo nomade, di ceppo turco, provenienti dalle steppe dell'Asia Centrale dove al tempo i territori erano divisi in Khanati. Le prime citazioni sicure di questo popolo, non è ancora oggi molto chiara poiché sono stati menzionati in molte opere medievali come: l'opera dell'XI secolo il " Divanu Lugati't-Turk " scritta da Mahmud Kashgari . Altre teorie suppongono che i Peceneghi, proverrebbero dal popolo Wusun, menzionato dai cinesi; altre teorie affermano che fossero originari del bacino dell'alto corso del fiume Irtys (un affluente del fiume Ob'), situato nell'area nord-orientale dell'attuale Kazakistan, dove si trovavano ancora nel VI secolo. Peceneghi in guerra La prima comparsa nella storia medievale dei Peceneghi fu nell'VIII secolo, come abitanti del basso Volga, del fiume Don e dei Monti Urali. Dal IX al X secolo essi controllavano gran parte delle steppe del sud-ovest (attuale Ucraina) e della penisola di