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Visualizzazione dei post da novembre, 2020

La crisi del papato e i primi movimenti di riforma (parte 1)

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Siamo agli albori del XIV secolo, precisamente nel 1305 quando papa Clemente V , dopo essersi riappacificato con la corona di Francia , decise di trasferire la sede papale ad Avignone . Ebbe così iniziò quel periodo di circa 70 anni (1305-77) chi fu chiamato "cattività babilonese", perché durò tanto quanto era durata la prigionia del popolo di Israele a Babilonia . Ora cerchiamo di capire il motivo per il quale ci fu questa crisi nella chiesa. Durante questa fase, non solo la curia pontificia fu totalmente in balia dei prelati francesi, ma, benché riuscisse a costituire una solida struttura burocratica-finanziaria, entrò in un profondo periodo di crisi, durante il quale, oltre a cercare di rialzare il prestigio morale che aveva perduto, dovette misurare le proprie ambizioni politiche con l'affermazione delle grandi monarchie nazionali ( Approfondimento all'articolo ). Lo stato di decadenza della Chiesa suscitò le rimostranze di vescovi, teologi e spiriti illuminati, c

Le vette dell'arte medievale: la cattedrale di Anagni

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Anagni , la famosa città dello schiaffo subito da Papa Bonifacio VIII nel 1303, è dominata da una costruzione massiccia, maestosa, con un'imponente torre campanaria di bianco calcare antistante ad essa: è la cattedrale Santa Maria , un prodigioso mix di romanico e gotico. Il duomo di Anagni con la torre campanaria a pianta quadrata, da notare le finestre monofore, bifore e trifore Questa cattedrale ha la dignità di basilica minore; risale agli anni 1072-1104 ad opera del vescovo Pietro da Salerno e per la munificenza dell'imperatore d'oriente Michele VII Ducas . La Cattedrale è di stile romanico mentre, nell'interno, si presenta in gotico lombardo dopo il restauro del 1250 da parte del vescovo Pandolfo , che fece sostituire le capriate in legno della navata centrale e del transetto con archi gotici.  La frequente presenza dei pontefici in Anagni comportò una cosa più unica che rara: infatti la Cattedrale fu sede di importanti fatti storici come il " pactum anagni

La peste nera: gli ebrei come capro espiatorio

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La Peste Nera - di cui ci siamo occupati in due precedenti articoli ( parte I e  parte II ) - fu una delle più devastanti pandemie della storia umana. Con il picco in Europa , tra il 1348 e il 1350, falciò un terzo della popolazione, uccidendo oltre 100 milioni di persone. Nella maggior parte dell'Europa, ci vollero 80 anni prima che potessero ripristinarsi i precedenti livelli demografici, e in alcune aree addirittura un secolo e mezzo.  La peste nera venne importata dal nord della Cina , passò attraverso la Siria e si diffuse in Turchia e in Grecia . Nel 1347 arrivò nei porti italiani, in Sicilia e poi a Genova , e l'anno successivo la piaga aveva già infettato la Svizzera . Da qui, la peste raggiunse Francia e Spagna , e in seguito Inghilterra e Irlanda . Soltanto nel 1353 la malattia si ridusse, per poi scomparire quasi del tutto (anche se non definitivamente).      Rappresentazione della peste bubbonica che colpì la città di Tournai. Immagine tratta dalle cronache di Gi

Historie medievali the life of: Guglielmo Tell

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Tante sono le storie, le tragedie e le vicende medievali che hanno influenzato l'immaginario della società occidentale nei secoli successivi. Romeo e Giulietta , le vicende della Divina Commedia, di cui abbiamo parlato in un articolo passato , i personaggi del Decameron, sono solo alcuni esempi di ciò che hanno creato gli autori del passato. Una di queste storie è legata ad un personaggio, la cui reale esistenza storica è ancora oggetto di dibattito: si tratta di un eroe svizzero vissuto fra la fine del XIII e l'inizio del XIV secolo: Guglielmo Tell . Monumento di Guglielmo Tell ad Altdorf La vicenda di quest'uomo è piuttosto famosa: secondo la leggenda, Guglielmo Tell nacque e visse a Bürglen nel Canton Uri , a ridosso del massiccio del San Gottardo. Padre di famiglia, cacciatore abile nell'uso della balestra, il 18 novembre 1307 si recò ad Altdorf , capoluogo del cantone. Mentre passava sulla pubblica piazza, ignorò il cappello imperiale fatto fissare in cima ad un

Historie medievali: Le ricette della tavola rotonda

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Le ricette che oggi vi proponiamo sono le seguenti:     TORTA DI POLLO   Ingredienti: un pollo; 5 datteri; uva passa; strutto; 300 gr. di semola rimacinata di grano duro; spezie (noce moscata, cannella, chiodi di garofano, pepe lungo).   Procedimento: Lessare il pollo per 30-40 minuti a seconda della dimensione. Non deve essere completamente cotto né crudo. Nel frattempo, snocciolare e tagliare i datteri. Pestare grossolanamente la noce moscata nel mortaio e macinare finemente pepe e cannella. I chiodi di garofano vanno usati interi. Ora, preparate l’impasto con farina, due pizzichi di sale e acqua tiepida. Dividete poi la pasta in due parti, una più grande dell’altra. Tirate una sfoglia non troppo sottile con la parte più grande. Deve essere più ampia della tortiera. Ungete la tortiera con lo strutto e stendete la sfoglia di fondo. Tirate poi una sfoglia più sottile della stessa dimensione della tortiera per la copertura della torta, tagliando le parti in eccesso. Togliere il po

Historie Medievali Feudal Japan: La Norimitsu Odachi

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Il Giappone feudale ci ha sempre offerto un alone di mistero nel suo lungo periodo medievale. Il simbolo del Giappone feudale è rappresentato dalla spada, la famigerata Katana , usata da tutti i samurai nel Medioevo giapponese. Oggi parleremo di una spada molto particolare, che è ancora oggetto di discussione. La Norimitsu Odachi è una spada giapponese lunga circa 3,77 metri, con un peso di 14 kg e mezzo; grazie a queste enormi dimensioni, è probabilmente la più grande spada mai forgiata sul suolo nipponico. Le leggende e la fantasia fanno ipotizzare che questa spada appartenne e fu utilizzata da un gigante. Per la sua grandezza ed il suo peso enorme, ad oggi, possiamo dire che era praticamente inutilizzabile da qualunque samurai in epoca medievale, anche se, sino a noi sono giunte testimonianze di diverse spade famose, che avevano dimensioni più grandi della famigerata katana. Samurai in marcia con grandi Odachi In quel periodo i giapponesi forgiarono altre armi più grandi della cla

Proposte di lettura: I paesaggi dell'Italia medievale

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Castelli e chiese, città e villaggi, boschi e campi, foreste dei re e beni comuni: il filo rosso che consente di orientarsi nei mille volti del Medioevo è costituito dalla capacità dell'uomo di popolare lo spazio e di costruire paesaggi pensati su misura per le collettività, rurali e cittadine, che abitano nei territori locali.  Che aspetto aveva l'Italia del medioevo? Riccardo Rao , docente dell'Università degli Studi di Bergamo nonché redattore di diverse riviste scientifiche, ci illustra i molteplici paesaggi dell'Italia medievale nei differenti contesti regionali, dal Nord al Sud della Penisola, che sono oggetto di una continua trasformazione.  Dalla caduta dell'Impero romano d'Occidente, quando l'eredità di Roma e dell'Antichità risulta ancora ben visibile, passando per l'età dei comuni urbani, che modellano non solo le città, ma anche le campagne, imprimendovi l'immagine del governo collettivo, fino agli ultimi complessi secoli del Medioevo

La storia di Abelardo ed Eloisa

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Immaginate di innamorarvi di una donna, vivere una travolgente storia d'amore e poi non poterla rivedere mai più. Beh, è quello che è successo al povero Pietro Abelardo all'inizio del XII secolo. Abelardo e l'amante Eloisa Pietro Abelardo era un filosofo francese. Nel 1116, all’età di 37 anni, insegnava nella scuola di Sainte Généviève a Parigi . In questa scuola conobbe Eloisa , una ragazza molto giovane nata fra il 1090 ed il 1100, bella, aggraziata e che studiava nel convento di Argenteuil con risultati eccellenti: primeggiava nelle arti liberali, dalla grammatica alla retorica, dalla geometria all’astronomia, ed inoltre conosceva alla perfezione latino, greco ed ebraico, al punto da suscitare l’ammirazione di Pietro il Venerabile , il famoso Abate di Cluny che la definiva ‘celebre per erudizione’. L’idea di accrescere il già notevole bagaglio di scienze e conoscenze era dello zio di Eloisa , il canonico Fulberto , che riteneva Abelardo il miglior maestro di Parigi ,

Great battles of Historie medievali: la battaglia di Rignano

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La Battaglia di Rignano rappresentò la seconda grande sconfitta di Ruggero II di Sicilia e, come la prima nella Battaglia di Nocera , anch'essa avvenne per mano di Rainulfo di Alife , brillante cavaliere normanno. Ma la situazione dei due contendenti, stavolta, era ben diversa.   A Nocera , il 24 luglio 1132, Rainulfo era alleato di Roberto II di Capua e Sergio VII di Napoli , ed era un conte ribelle che combatteva contro il re di Sicilia. Allo scontro del 29 ottobre 1137, Rainulfo si presentò invece come duca di Puglia di recente nomina, aveva un contingente di 800 soldati tedeschi prestati dall'imperatore Lotario II e le milizie marittime pugliesi, mentre il suo ex alleato Sergio era passato dalla parte di Ruggero .    Statua di Ruggero all'ingresso del Palazzo Reale di Napoli   Nel 1134, Ruggero aveva nominato il maggiore tra i suoi figli legittimi, Ruggero, duca di Puglia. Con la riconquista del 1137, l'imperatore ed il Papa Innocenzo II elevarono congiuntam

L'archibugio

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In un articolo passato ci siamo occupati delle bocche da fuoco , che fecero la loro comparsa intorno al XIV secolo. Quando parliamo di bocche da fuoco, ci riferiamo ad armi impiegate durante gli assedi; pertanto, già nella seconda metà del XV secolo, i cannoni maneschi cambiarono dunque aspetto, con le canne che si allungarono sempre di più per conferire maggiore precisione al tiro. Per alcuni decenni divenne prassi comune quella di impiegare due uomini per ciascuna arma: uno era incaricato al puntellamento, mentre l'altro all'accensione della carica di polvere da sparo. In questo modo si evitava il problema di un singolo uomo che doveva contemporaneamente reggere l'arma, puntarla e dare fuoco alla carica. Il sistema si rivelò piuttosto efficace ma, già nella prima metà del XV secolo, esso era rimasto in uso solo per le armi più grosse e pesanti. Usare due uomini per un'unica bocca da fuoco era infatti antieconomico e non risolveva i difetti principali dell'arma. Du