La storia di Abelardo ed Eloisa

Immaginate di innamorarvi di una donna, vivere una travolgente storia d'amore e poi non poterla rivedere mai più. Beh, è quello che è successo al povero Pietro Abelardo all'inizio del XII secolo.

Abelardo e l'amante Eloisa

Pietro Abelardo era un filosofo francese. Nel 1116, all’età di 37 anni, insegnava nella scuola di Sainte Généviève a Parigi. In questa scuola conobbe Eloisa, una ragazza molto giovane nata fra il 1090 ed il 1100, bella, aggraziata e che studiava nel convento di Argenteuil con risultati eccellenti: primeggiava nelle arti liberali, dalla grammatica alla retorica, dalla geometria all’astronomia, ed inoltre conosceva alla perfezione latino, greco ed ebraico, al punto da suscitare l’ammirazione di Pietro il Venerabile, il famoso Abate di Cluny che la definiva ‘celebre per erudizione’. L’idea di accrescere il già notevole bagaglio di scienze e conoscenze era dello zio di Eloisa, il canonico Fulberto, che riteneva Abelardo il miglior maestro di Parigi, quindi adattissimo allo scopo. Questa mossa fu perlomeno azzardata, perché Abelardo si innamorò perdutamente della giovane allieva. Scrisse infatti il filosofo: "Eloisa aveva tutto ciò che più seduce gli amanti". Fulberto commise un ulteriore errore dando ospitalità ad Abelardo: maestro e allieva sotto lo stesso tetto!

Abelardo ed Eloisa in un codice miniato

I due si abbandonarono completamente all'amore, trascurando persino le lezioni. Abbiamo la testimonianza della stessa Eloisa in merito: "col pretesto delle lezioni ci abbandonammo completamente all’amore; lo studio delle lettere ci offriva quegli angoli segreti che la passione predilige. Aperti i libri, le parole si affannavano di più intorno ad argomenti d’amore che di studio, erano più numerosi i baci che le frasi; la mano correva più spesso al seno che ai libri, il nostro desiderio non trascurò alcun aspetto dell’amore; ogni volta che la nostra passione poté inventare qualcosa di insolito, subito lo provammo, e quanto più eravamo inesperti in questi piaceri tanto più ardentemente ci dedicavamo a essi senza stancarci."
Si trattava dunque di un amore passionale, che portò Eloisa a restare incinta di Abelardo. Il filosofo sposò la ragazza, precisamente in Bretagna. Ma Abelardo era un canonico, e non poteva contrarre matrimonio, motivo per cui mandò l'amata nel convento di Argenteuil, per allontanare da sé e dalle sue attività d’insegnamento ogni sospetto. Ma questo fatto irritò i parenti di Eloisa, secondo i quali Abelardo voleva liberarsi di lei. E arrivò, terribile, la vendetta: di notte, tre sicari lo aggredirono mentre riposava nella sua casa e lo evirarono. I responsabili vennero a loro volta puniti con identica pena; il mandante, Fulberto, invece,  se la cavò con la sola sospensione dai propri incarichi. 
Da quel momento Abelardo ed Eloisa non si rividero più: lui proseguì, con sempre maggiore successo, l’insegnamento, dedicandosi alla vita ecclesiale e facendo ammenda dei molti peccati di superbia. Lei, a soli 35 anni d’età, viveva in convento senza rinunciare all’idea di riunirsi all’amato; offerta che Abelardo respinse sempre con cortese fermezza. Tutte le lettere inviate da Eloisa ad Abelardo, parlavano di un rapporto speciale che sarebbe rimasto tale nel tempo e nella storia. 
Lo testimoniano queste parole: "al mio signore, anzi padre; al mio sposo, anzi fratello; la sua serva o piuttosto figlia, la sua sposa o meglio sorella. Ti ho amato di un amore sconfinato; mi è sempre stato più dolce il nome di amica a quello di amante o prostituta; il mio cuore non era con me, ma con te".
Oggi, Eloisa ed Abelardo riposano insieme nella stessa tomba.

La tomba di Abelardo ed Eloisa

Commenti

Post popolari in questo blog

Le acconciature e i capelli nel Medioevo

La scrittura nel medioevo

Il Letto in epoca medievale