L'Occidente medievale e la foresta

Le foreste ammantano l'occidente medievale. Esse sono il tipo di vegetazione che copre la maggior parte delle terre. La foresta ha ripreso vigore in un periodo fresco ed umido, presumibilmente ai tempi dei merovingi. Successivamente, anche se le condizioni climatiche generali tendono a modificarsi, essa continua a sopravvivere ed a perpetuarsi. Questo perchè la grande quantità di piante a foglia è causa di una forte evaporazione che, di conseguenza, comporta un alto tasso di umidità costante e precipitazioni abbondanti che, quindi consentono alla folta vegetazione della foresta di perdurare.
D'altro canto però, bisogna dire che, quando la foresta viene distrutta dall'azione del fuoco, dal bestiame, o dalla limitata azione dell'uomo attraverso il dissodamento, essa non si ricostituisce spontaneamente se non nelle regioni che le sono ancora favorevoli: è così che, per esempio, le foreste sulle coste del Mediterraneo si trasformano in macchia. È invece a causa del bestiame che la foresta iberica ha lasciato il posto all'attuale steppa.

La Foresta Nera rappresenta al meglio quella che era la vegetazione medievale
La foresta "naturale" comunque, anche nelle regioni dove riesce a rigenerarsi da sé con vigore, non conserva sempre la medesima composizione: una lotta costante imperversa tra le diverse specie vegetali favorite, di volta in volta, da impercettibili sfumature climatiche su terreni tuttavia simili.
Il nocciolo, che predominava nel quinto millennio, è stato rapidamente sostituito da querce, olmi e tigli e, successivamente, nel corso del Medioevo, da faggi, carpini e abeti, in particolare dagli abeti rossi. La torbiera di Fernau, per esempio, ci mostra come le betulle si siano trovate a competere con abeti rossi che poi hanno avuto il sopravvento mentre nella pianura fiamminga, all'inizio dell'era cristiana, prima dell'invasione delle acque del mare, vi erano ontani e noccioli che, nel Medioevo, non tornarono più a crescere.

Motivo a rami di quercia - miniatura
dal Salterio di Luttrell, XIV secolo - Londra,
British Library
Le variazioni spontanee, o leggermente influenzate dall'intervento dell'uomo, hanno conseguenze molto importanti nel predominio di questa o di quella specie vegetale: l'effetto più rilevante è sicuramente rappresentato dall'humus, ovvero quella pellicola di terra vegetale che si forma grazie alla decomposizione delle foglie morte. Ovviamente, l'humus è più ricco nelle foreste in cui predominano le piante a foglia.
Foresta medievale, dal "Livre de Chasse" 1387

Anche il sottobosco varia notevolmente a seconda dell'essenza predominante: il faggio, ad esempio, tollera pochissima varietà mentre la quercia ne accoglie molta. Di conseguenza, la fauna vegetariana, nella sua composizione, ne è direttamente influenzata e, quindi, anche quella massa di carnivori che si nutre della fauna vegetariana. Pertanto, non è un errore considerare la copertura vegetale come l'elemento fondamentale del paesaggio ma anche come il primo dei fattori naturali che agiscono sull'uomo.

Commenti

Post popolari in questo blog

Le acconciature e i capelli nel Medioevo

La scrittura nel medioevo

Il Letto in epoca medievale