La locanda e l'albergo nel Medioevo
Se pensate che, nel Medioevo, esistessero locali alla stregua degli odierni ristoranti, ovvero posti in cui si potessero consumare cibi cucinati, siete in errore. In quest'epoca infatti, l'offerta di pietanze era appannaggio di strutture ricettive, per così dire polifunzionali, come gli alberghi e le locande. Difatti, in questi posti, atti a fornire soprattutto alloggio a viaggiatori e viandanti, si poteva consumare anche un pasto caldo.
Fornire pasti alle persone di passaggio dunque, non era il servizio principale offerto da queste strutture, ma uno dei tanti, al pari, ad esempio dell'alloggio o dello stallaggio degli animali.
Nonostante fosse una voce importante del bilancio della locanda, la vendita di pietanze cucinate era destinata, in prevalenza, ai forestieri che soggiornavano nel locale ed a coloro che erano di passaggio. Questo avveniva per diversi motivi: da una parte era opinione comune che, recarsi in un locale esclusivamente per mangiare, quando si possedeva una casa nelle vicinanze dove poter cucinare a proprio piacimento stando in comodità, evitando di subire la convivenza caotica tipica di questi luoghi, fosse un inutile spreco di danaro ed una spesa sostanzialmente ingiustificata; dall'altra, vi era la presenza di un divieto da parte dell'amministrazione cittadina, nei confronti degli abitanti del luogo, di recarsi a consumare pasti preparati nelle locande perché si riteneva che, in queste particolari circostanze, si potessero organizzare congregazioni sovversive e complotti. Data questa singolare limitazione, qualora un cittadino fosse stato invitato a cenare da un amico che soggiornava in un albergo o una locanda, avrebbe potuto accettare solo dopo il rilascio di una specifica licenza scritta da parte dell'autorità. La situazione invece, cambiava durante la giornata perché, agli abitanti del posto, era consentito recarsi nelle locanda e negli alberghi per consumare vino, cosa che era concesso fare fino all'ora del vespro, un po' come accadeva nelle taverne.
All'interno delle mura cittadine, gli ospiti degli alberghi migliori non mangiavano nel refettorio, ma si facevano servire i pasti all'interno delle proprie camere che, secondo alcuni inventari dell'epoca, erano fornite di sedie, panche e tavoli "ad comedendum". Molto più spartano e poco accogliente era l'ambiente delle locande, dove vi era un unico locale adibito a sala da pranzo, nel quale gli ospiti dividevano, solitamente, il tavolo ed il cibo con perfetti sconosciuti.
Fuori dalle città, in campagna, risultava difficile trovare alberghi di un certo livello. Soltanto lungo le grandi strade principali si trovavano locande ben attrezzate e fornite; diversamente, il viaggiatore doveva accontentarsi di piccole strutture che, sovente, coincidevano con la casa stessa dell'oste e che offrivano semplicemente i servizi essenziali.
Lungo le vie di comunicazione infine, quando il traffico si intensificava, soprattutto nei periodi più caldi dell'anno, sempre per soddisfare le esigenze dei viandanti legate al cibo ed alle bevande, venivano aperte delle vere e proprie strutture temporanee, le capanne, in cui si offriva cibo e vino. In aggiunta esistevano le cosiddette taverne mobili, ovvero dei semplici carri su cui degli improvvisati venditori fornivano bevande e qualche prodotto freddo.
Locanda medievale |
Fornire pasti alle persone di passaggio dunque, non era il servizio principale offerto da queste strutture, ma uno dei tanti, al pari, ad esempio dell'alloggio o dello stallaggio degli animali.
Nonostante fosse una voce importante del bilancio della locanda, la vendita di pietanze cucinate era destinata, in prevalenza, ai forestieri che soggiornavano nel locale ed a coloro che erano di passaggio. Questo avveniva per diversi motivi: da una parte era opinione comune che, recarsi in un locale esclusivamente per mangiare, quando si possedeva una casa nelle vicinanze dove poter cucinare a proprio piacimento stando in comodità, evitando di subire la convivenza caotica tipica di questi luoghi, fosse un inutile spreco di danaro ed una spesa sostanzialmente ingiustificata; dall'altra, vi era la presenza di un divieto da parte dell'amministrazione cittadina, nei confronti degli abitanti del luogo, di recarsi a consumare pasti preparati nelle locande perché si riteneva che, in queste particolari circostanze, si potessero organizzare congregazioni sovversive e complotti. Data questa singolare limitazione, qualora un cittadino fosse stato invitato a cenare da un amico che soggiornava in un albergo o una locanda, avrebbe potuto accettare solo dopo il rilascio di una specifica licenza scritta da parte dell'autorità. La situazione invece, cambiava durante la giornata perché, agli abitanti del posto, era consentito recarsi nelle locanda e negli alberghi per consumare vino, cosa che era concesso fare fino all'ora del vespro, un po' come accadeva nelle taverne.
Locanda tedesca 1470 ca. sconosciuto |
All'interno delle mura cittadine, gli ospiti degli alberghi migliori non mangiavano nel refettorio, ma si facevano servire i pasti all'interno delle proprie camere che, secondo alcuni inventari dell'epoca, erano fornite di sedie, panche e tavoli "ad comedendum". Molto più spartano e poco accogliente era l'ambiente delle locande, dove vi era un unico locale adibito a sala da pranzo, nel quale gli ospiti dividevano, solitamente, il tavolo ed il cibo con perfetti sconosciuti.
Fuori dalle città, in campagna, risultava difficile trovare alberghi di un certo livello. Soltanto lungo le grandi strade principali si trovavano locande ben attrezzate e fornite; diversamente, il viaggiatore doveva accontentarsi di piccole strutture che, sovente, coincidevano con la casa stessa dell'oste e che offrivano semplicemente i servizi essenziali.
Lungo le vie di comunicazione infine, quando il traffico si intensificava, soprattutto nei periodi più caldi dell'anno, sempre per soddisfare le esigenze dei viandanti legate al cibo ed alle bevande, venivano aperte delle vere e proprie strutture temporanee, le capanne, in cui si offriva cibo e vino. In aggiunta esistevano le cosiddette taverne mobili, ovvero dei semplici carri su cui degli improvvisati venditori fornivano bevande e qualche prodotto freddo.
Sembra che fosse molto pericoloso alloggiare per la notte, in quanto si giaceva in un unico letto con perfettoi sconosciuti.
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