Storie di incastellamento: Caserta Vecchia

Sono passati otto secoli dalla morte di Cristo, poco meno di quattro da quando Odoacre depose Romolo Augustolo, segnando la fine dell'Impero Romano d'Occidente.
Nei pressi della città di Capua, un longobardo di nome Landolfo prende possesso di una piccola cittadina a quattrocento metri di altezza poco lontana, sita sui monti Tifatini. Però suo zio, Pandone detto il Rapace, bramoso di terre e potere, riesce a strappare la piccola cittadina al nipote. Il figlio di Pandone il Rapace la occupa al posto del padre, ma sarà solo con suo fratello, Pandolfo, che Casa Irta farà capolino nelle vicende storiche della piana campana, divenendo uno dei borghi medievali più belli e caratteristici del meridione italiano.

Il borgo medievale di Casertavecchia
Sito su di una collina a dieci chilometri a nordest di Caserta, il borgo medievale di Casertavecchia rappresenta un mirabile esempio di incastellamento italiano. Così come per Avella, gli abitanti della Terra di Lavoro, in particolar modo quelli della scomparsa città di Calatia, trovarono sicuro riparo dalle incursioni saracene su questa collina dalle pendici irte, dove era presente la piccola cittadina dominata da Pandolfo, figlio di Pandone il Rapace. Le incursioni saracene furono così violente che persino la stessa sede vescovile venne trasferita da Calatia a Casa Irta, facendo espandere enormemente l'abitato.
Nel 1062 i normanni dominavano la città, e cominciarono la costruzione di una splendida cattedrale dedicata a San Michele Arcangelo, che presenta mirabili decorazioni architettoniche sia nel tiburio che nel campanile.

Cattedrale di Casertavecchia - facciata
Cattedrale di Casertavecchia - particolare del tiburio

La cattedrale, costruita in stile romanico, presenta al suo interno tombe dall'alto valore artistico, oltre che frammenti di affreschi di epoca altomedievale, testimoniando il grande livello di splendore raggiunto dalla città normanna.

Navata centrale della cattedrale medievale - da notare i frammenti di affresco nell'abside e l'acquasantiera retta dal leone stiloforo in primo piano
Il borgo era inoltre protetto da mura (oramai diroccate) e da un castello, posto sul punto più alto del colle. I ruderi del castello dominano ancora l'abitato; esso era composto da un corpo di fabbrica centrale, affacciante su di una corte interna. La corte era circondata da mura, difese da torri quadrate, da cui spiccavano due torri cilindriche: una più grande a valle, ed una più piccola, diroccata, a monte.

Fabbricato del castello, con a destra la torre maggiore

Torre di guardia all'ingresso del castello. Da notare il basamento calcareo che culmina con dei motivi decorativi

La città passò agli Svevi, con i quali giunse all'apice del suo splendore, per poi cominciare a decadere dall'avvento degli aragonesi in avanti. Decadde definitivamente in epoca borbonica quando, con la costruzione della vicina reggia, la sede vescovile venne trasferita nella costruenda nuova Caserta. Casertavecchia conoscerà così un degrado ed un abbandono che la accompagneranno fino alla seconda metà del XX secolo, quando verrà nuovamente valorizzata ed elevata al meritato rango di meta turistica, entrando nella lista dei monumenti nazionali italiani.

Casertavecchia è un modello di cittadella medievale. Arroccata sulla vetta di una collina e difesa da un castello e da mura dalle incursioni saracene, dimostra come l'incastellamento, in Italia, abbia lasciato mirabili tracce di un mondo tutto da valorizzare.

Casertavecchia testimonia che anche in Campania esistono importanti vestigia di un lungo passato medievale

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