Historie Medievali The life of: Trotula de Ruggiero, un'eroina medievale

Si dice che sia stata la prima ginecologa della storia, si dice che in realtà fosse un uomo, qualcuno afferma addirittura che non sia mai esistita. Di Trotula de Ruggiero si è scritto molto, e fantasticato ancora di più.
Trotula de Ruggiero
Quello che oggi sappiamo per certo è che Trotula è vissuta nell'XI secolo, a Salerno, e che faceva parte delle Mulieres Salernitanae, ovvero era una delle dame della Scuola Medica di Salerno, che è stata la prima e più importante istituzione medica medievale. In questo periodo, la città risultava essere un ricco crocevia di scambi economici, ma soprattutto culturali con il Mediterraneo. Infatti, è proprio per questo fervore culturale che nasce la suola medica.

Trotula faceva parte della nobile famiglia dei "de Ruggiero", famigerata soprattutto per aver finanziato i lavori per il duomo di Salerno. Grazie alle sue altolocate origini, Trotula, pur essendo donna, potè frequentare facilmente gli studi superiori, per poi continuare il suo percorso formativo presso la scuola di medicina, specializzandosi in ginecologia. La sua personalità era talmente forte che non si limitò soltanto a studiare, ma passò anche alla fase dell'insegnamento, sempre presso la scuola medica salernitana. Le sue lezioni furono ritenute molto importanti per gli argomenti trattati, al punto tale da essere raccolte all'interno del "De Agritudinum Curatione", un volume di insegnamenti redatto dai sette grandi maestri della scuola.

A differenza dei suoi colleghi uomini, Trotula dimostrò ben presto di avere idee decisamente innovative, per l'epoca, sulla medicina. Infatti, incitava a fare prevenzione e considerava l'igiene personale, una sana ed equilibrata alimentazione ed il fare un pò di moto, come fattori di fondamentale importanza per mantenersi sempre in un buono stato di salute.

Illustrazione dal 'De Passionibus Mulierum'
Nuovi, ed in un certo senso anche desueti per l'epoca, erano i trattamenti medici ed i metodi che prescriveva ad i suoi pazienti: bagni, massaggi, pomate ed unguenti che potevano essere agevolmente reperiti anche dalle classi sociali più disagiate.

A dir poco straordinarie, furono le sue conoscenze nell'ambito ginecologico, al punto che moltissime donne si rivolgevano a lei. Fu Trotula infatti, a comprendere, prima di altri, come rendere meno dolorosi i parti e come evitare gli aborti naturali. Non solo. Cercò inoltre di capire anche quali potessero essere le cause dell'infertilità, sia maschile che femminile.

Tutte le sue cure e le sue scoperte, ebbe cura di riportarle all'interno del suo "De Passionibus Mulierum Curandarum", che fu seguito dal "De Ornatum Mulierum", due veri e propri vademecum per combattere le  malattie femminili che ben presto si diffusero in tutta Europa, venendo adottati come testi di studio presso le scuole mediche di tutto il continente.

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