Storie di Repubbliche Marinare: Genova

Mentre Amalfi prosperava coi suoi commerci, una nuova Repubblica Marinara stava nascendo a nord del Tirreno. Verrà chiamata da Petrarca "la Superba", per via della grandiosità dei suoi palazzi, delle sue mura, per l'orgoglio dei suoi cittadini. Eterna rivale di Venezia per la spartizione del dominio sul Mediterraneo, il suo nome è Genova.

Genova

La Croce di San Giorgio è lo stemma della città di Genova. Esso viene adottato in quanto, all'epoca delle Crociate, San Giorgio viene eletto a patrono e protettore della città. Genova condivide lo stemma col Regno Inglese, anch'esso protetto da San Giorgio, che ne è il patrono anche al giorno d'oggi.

Nel 1096, una città a sud del Sacro Romano Impero, affacciata sul Tirreno, riuscì ad affermarsi come libero comune. In seguito, parteciperà alla Prima Crociata, avendo così la concessione di potersi fregiare di una croce rossa in campo argenteo, raffigurante la croce di San Giorgio.
Genova, inizialmente, si era data il titolo di "Compagna Communis", che significa, per l'appunto, comune. In quanto comune, Genova era retta da consoli, podestà e capitani del popolo. L'organizzazione, comunque, era quella di una vera e propria Repubblica. Sostanzialmente, se ne distinsero ben cinque: la prima fu quella dei consoli; una seconda dei podestà; una terza dei capitani del popolo; una quarta dei dogi a vita; una quinta dei dogi con carica biennale.
Il Doge fu una figura introdotta nel 1339, e rappresentava un duca o principe con carica sovrana. Il primo doge della storia fu Simone Boccanegra, ghibellino messo al potere per estromettere la corrente guelfa dalla guida della città.

Affresco raffigurante il doge Simone Boccanegra
 Boccanegra era un capitano del popolo: fece erigere un maestoso palazzo, il palazzo di San Giorgio, che rappresentò il simbolo del potere genovese. Interposto fra il porto, fulcro della potenza genovese, e la città, il palazzo è scenografico ed imponente.

Palazzo di San Giorgio
Mentre la repubblica consolare fu piuttosto democratica, con la partecipazione di un'ampia fetta di popolazione alla vita civile, quelle dei podestà e dei capitani del popolo furono di tipo oligarchico. I dogi si dichiararono sempre eletti dal favore popolare, ma spesso finivano al potere per il mantenimento degli equilibri fra le famiglie più potenti. Fra le casate nobiliari che cercarono di contendersi il potere si ricordano i Doria, gli Spinola, i Freschi, i Grimaldi, i Lomellini, gli Adorno.
Con la quarta repubblica però, Genova perde la sua indipendenza ed entra, politicamente parlando, nell'orbita delle potenza straniere, soprattutto della Francia. Nonostante ciò, i banchieri genovesi, arricchitisi tramite i commerci con tutto il Mediterraneo, erano diventati così ricchi da poter giungere a posizioni di influenza economica di rilievo nei vari stati europei. La cartina di seguito riportata, serve a far capire come Genova avesse raggiunto un'influenza economica e politica notevole in tutto il bacino mediterraneo e non solo.

In viola, i territori genovesi; in lilla le aree a forte influenza commerciale; in giallo le aree a forte penetrazione bancaria

La Spagna fu uno degli stati più "colonizzati" dai banchieri genovesi, che con le rotte navali avevano stabilito un predominio economico, sul Mediterraneo, di primo piano, contendendo lo scettro di regina dei mari a Venezia. Grazie anche alle crociate, i genovesi avevano fondato una serie di colonie nel medioriente ed in Crimea. Molte comunità genovesi si trovavano nelle città più importanti, i genovesi riuscivano a mettere mano su gran parte dell'oro che circolava per i mari. Ciò non poteva stare bene ad altre due potenze: Pisa e Venezia.

Per tutto il XIII secolo, Genova combatterà contro Pisa, egemone nel Tirreno ed estremamente vicina alla città ligure; fin quando, alle soglie del 1300, i genovesi non distrussero ed interrarono il porto pisano, ponendo fine alla storia di questa Repubblica Marinara. 
Nel 1298 Genova e Venezia si scontrarono per il predominio sui mari: nessuna delle due città riuscì a prevalere sull'altra e, dopo la pace di Torino, non ebbero più modo di scontrarsi direttamente, ma solo di rivaleggiare a livello economico e commerciale.

Xilografia di Genova, del 1493

L'equilibrio con Venezia, l'egemonia sugli stretti bizantini che collegano il Mediterraneo al mar Nero e l'espansione verso la Crimea, oltre alle miriadi di colonie e comunità sparse per Europa, Africa ed Asia, permisero a Genova di raggiungere un periodo di magnificenza straordinaria per il medioevo, paragonabile quasi alla Firenze rinascimentale o alla Roma dei Papi.
Testimonianza della potenza storica, sono i grandi monumenti che costellano la città, come la porta Soprana o la famosa Lanterna, simbolo della città.

Lanterna di Genova, che con lo sperone in roccia raggiunge i 107 metri di altezza.
Porta Soprana, antico ingresso alla città

Nonostante un secolo di congiure e lotte interne l'avessero esposta alla dominazione straniera, nel 1407 la città riuscì a fondare il primo istituto di credito moderno al mondo: il banco di San Giorgio.
Purtroppo però, le continue lotte intestine fiaccarono ed indebolirono la città, che progressivamente perse la sua influenza politica e, di conseguenza, economica. Genova, nel XV secolo, declinò, riuscendo ad avere un altro periodo aureo soltanto a metà del XVI secolo, che però risultò essere il canto del cigno della Repubblica Marinara. La città perderà lo status di repubblica per mano di Napoleone, per poi vedere confluire le sue vicende in quelle italiane nei decenni successivi.

Flotta genovese nel 1481

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