Un mondo che si espande

Nei nostri articoli, abbiamo sempre cercato di dimostrare che il Medioevo non è stata un'epoca buia, se si escludono alcuni frangenti della sua storia. Specialmente nel basso Medioevo, si è avuto uno sviluppo fortissimo della società, dell'economia, e di conseguenza anche dell'urbanistica.
Oggi guarderemo come i centri urbani, italiani ed europei, si sono insediati ed espansi fra il X ed il XIV secolo, mostrando come la società, a quell'epoca, fosse in perenne evoluzione. Vedremo che in molti casi saranno adottati modelli urbanistici sorprendenti, e che già proiettano l'Europa verso una nuova era, diversa da quella medievale.

L'insediamento di Cittadella, in provincia di Padova

Gli insediamenti altomedievali avevano la caratteristica di essere caotici, di sovrapporsi alle vecchie strutture, dando come risultato quello di avere vie strette e tortuose. Spesso abbiamo letto, nei libri di storia, che tali stradine curve, solitamente senza uscita, servivano a disorientare eventuali invasori. Lo storico belga Henry Pirenne in parte confuta questa tesi, affermando che tale impostazione è soprattutto il frutto della spontaneità dell'edificato, e non di una pianificazione a tavolino, volta a disorientare eventuali nemici.

Il centro di Crotone visto dall'alto. Da notare l'intricato dedalo di vie

Tale "spontaneità", che spesso degenera in vero caos urbanistico, si nota anche in centri maggiori come Perugia, Siena, nei carruggi di Genova, nella porzione costiera del centro antico di Napoli, tanto per riportare alcuni esempi. Nel basso medioevo però le cose cambiano: l'espansione dei territori afferenti ai vari feudi o comuni, la stabilizzazione dei regni ed il fiorire dei commerci, oltre al crescente numero di abitanti in Italia ed Europa, impone la fondazione di nuove città.
E' il caso delle terre nove fiorentine, che servono a presidiare meglio l'entroterra toscano; o dell'area romagnola, con Comacchio e Ferrara; tutta l'area padana finisce per essere costellata di città e borghi, tanto che nel solo nord si arriva alla fondazione di ben 222 nuovi insediamenti.
Caratteristica di queste nuove città è avere un ordine che le vecchie non possiedono: viene ripresa la scacchiera ippodamea, tanto amata dagli antichi romani, che consente di avere strade diritte ed ordinate, e che getteranno le basi per quello che, nel Rinascimento, sarà il concetto di città ideale.

San Giovanni Valdarno, fondata nel XIII secolo. Copia sputata di una città romana

Così, intorno ad una via direttrice, che collegava due centri principali, venivano tracciate delle vie parallele intersecate, ad angolo retto, da vie trasversali, proprio come i cardi ed i decumani romani. Al centro del nuovo insediamento, veniva posta una piazza dove si svolgeva il mercato, e dove erano presenti tutti gli edifici "istituzionali" della città, rappresentanti sia il potere temporale (come il palazzo del capitano del popolo o un palazzo ducale) che spirituale (una chiesa, ad esempio). La piazza diveniva il cuore pulsante del paese, dove la popolazione poteva radunarsi per ricevere notizie, scambiarsi informazioni, celebrare ricorrenze o, semplicemente, commerciare.

Pianta dell'Aquila

Ovviamente non potevano mancare le mura di cinta, intervallate a distanza pressoché costante da porte e torri. 

Anche in Europa si fondarono nuove città: Neustadt (che significa città nuova), Poznan, Danzica, Varsavia, Leopoli per l'area germanica; diversi insediamenti in Galles, per consolidare la conquista da parte inglese di quel territorio; tantissimi in Francia, tanto che si arriva alla redazione di due schemi di costruzione di città: uno verrà utilizzato molto in Aquitania; l'altro in Guascogna.

Il modello Aquitano prevede otto isolati separati da quattro assi ortogonali, con la chiesa madre nei pressi della piazza principale:

Modello Aquitano

Il modello Guascone invece, prevede anch'esso otto isolati e quattro assi ortogonali, ma con un isolato riservato esclusivamente alla chiesa:

Modello Guascone

Oltre a questi modelli presentati, è presente anche un modello a raggiera. Esempio più noto è Palmanova, in provincia di Udine. Alla fine, i modelli di città di nuova fondazione, sono così riassumibili:
  1. Insediamento lineare generato da una strada. Tale tipologia è presente in tutta Europa (in Germania prende il nome di langstrassendorf) e può presentare a volte un allargamento della strada, a formare una piazza.
  2. Un'evoluzione del tipo precedente si ha quando alla strada principale si affiancano altre strade parallele
  3. Analogo al primo è l'insediamento nato ad un incrocio di strade, generato cioè da due assi perpendicolari
  4. L'evoluzione del tipo precedente è una «scacchiera» in cui si incrociano due serie di strade perpendicolari, formando isolati quadrangolari. Questa tipologia, la più importante tra i centri di nuova fondazione, si differenzia ulteriormente per la gerarchizzazione dei vari assi viari e l'inserimento di una o più piazze ed edifici dominanti (palazzo, cattedrale, ecc.) che polarizzano la struttura urbana.
  5. Lo schema radiocentrico, presenta un contorno più o meno circolare. Le varianti possono essere date dalla presenza di un elemento dominante al centro, dal posizionamento su un'altura, dalla prevalenza delle strade radiali o degli anelli concentrici (Lucignano).

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