Il periodo caldo del Medioevo

Molte persone hanno il preconcetto di un Medioevo buio e freddo, ma in realtà non è affatto così. Infatti, durante quest'era della storia dell'uomo, si sono avuti circa 500 anni di caldo! Tanto che questa epoca storica, che va dal IX al XV secolo, è conosciuta come Periodo Caldo Medievale (PCM).

Ricostruzione dell'andamento della temperatura in Europa, negli ultimi 2000 anni, secondo diversi modelli climatologici.

Il picco di questo periodo caldo coincide in parte con un incremento dell'attività solare avvenuto fra il 1100 ed il 1250. Questa mitezza del clima comportò un'espansione dei vitigni in Inghilterra; il ritiro dei ghiacciai consentì ai Vichinghi di raggiungere e colonizzare la Groenlandia e, forse, spingersi fino in Nord America. Si ritiene che il continente, per via di questo aumento delle temperature, abbia sofferto di diversi periodi di siccità.
Di particolare interesse è l'espansione vichinga fino in Nord America, nelle terre dell'odierna Nuova Scozia, intorno all'anno 1000.

Emigrazioni Vichinghe e relativi anni di colonizzazione

Qui i Vichinghi costruirono un villaggio: l'Anse Aux Meadows, ovvero la Baia delle Meduse. Questa terra era ricca di salmoni ed uva, ed inoltre, per via del periodo caldo medievale, era libera dai ghiacci anche d'inverno, creando così un sito ottimale dove vivere. L'insediamento consisteva di otto edifici, fra cui una segheria, una fucina ed un cantiere per la costruzione delle barche.

Ricostruzione dell'Anse Aux Meadows

Oltre alle vicende vichinghe, l'Europa viveva il problema di una profonda siccità: il fiume Sarthe, in Francia, che attraversa Alencon, in Normandia, zona umidissima ed esposta alle correnti atlantiche, sembra che si sia disseccato tre volte nel corso della storia: una volta durante il regno di Carlo Magno, la seconda nell’835, la terza nel Giugno del 1168. 
Il susseguirsi di numerose siccità accompagnate da invasioni di cavallette africane (nell’873 risalirono dalla Spagna fino alla Germania, nel 1195 raggiunsero Austria ed Ungheria, ma a volte si spinsero addirittura fino ai Paesi Scandinavi), determinarono diverse carestie nei paesi mediterranei.
Il caldo fece innalzare il livello del mare, ed in Italia si ebbe l'impaludamento di numerose fasce costiere. Anche questo fenomeno contribuì al trasferimento dei centri abitati dal mare alle aree collinari.
Paradossalmente, al caldo torrido in estate, corrispondevano inverni estremamente rigidi: nel 1303 le acque del fiume Arno gelarono;  nel 1205 fu il turno del Tamigi e nel 1234 quello del Po. Nel 1305 nevicò in Italia centrale fino a maggio; a Milano, nel 1162, ci furono 40 mila morti per freddo e fame.

Scena invernale di epoca medievale

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