Il Carnevale nel Medioevo
Il Carnevale, la festività che precede il periodo del digiuno corrispondente alla Quaresima. Questa festività, anche se nasce con i Saturnalia romani, assume la sua forma attuale soltanto nel periodo Medievale. Vediamo insieme come.
Carnevale |
Quella dei Saturnali era la festività romana che avveniva durante il solstizio d'inverno: dopo un primo giorno di solenni cerimonie, si svolgevano banchetti e feste sfrenate, ci si scambiavano doni augurali, mentre le distanze sociali venivano letteralmente cancellate. C'era infatti un'inversione dei ruoli, dove addirittura il padrone poteva servire lo schiavo, il povero poteva vestirsi da nobile, mentre il patriziato nascondeva la propria identità con una maschera.
I Saturnalia romani, antesignani del Carnevale |
Questa festa viene ereditata dall'età classica nel periodo medievale: la Chiesa la sposta in corrispondenza dell'inizio della Quaresima, al fine di rallegrare gli animi prima dell'inizio di quello che è notoriamente un periodo di digiuno e di penitenza in attesa della Pasqua. Durante la settimana di festeggiamenti, le azioni e i riti comici (come, ad esempio, l'elezione di re e regine per puro spirito goliardico), occupavano per giorni interi le piazze e le strade.
I giullari e i clerici vagantes (gli studenti che passavano da una sede universitaria a un'altra) incoraggiavano il popolo, continuamente oppresso dal potere e dalle guerre, a esprimere, attraverso la parodia, il rovesciamento dei valori correnti, della serietà e autorità del potere politico e religioso, e delle sue leggi: si affermava allora un "mondo alla rovescia" che sosteneva le ragioni materiali e corporali, contro quelle spirituali dominanti, e che influenzerà la letteratura "carnevalesca".
Maschere del Carnevale di Venezia |
Anche le cerimonie e i riti civili della vita di ogni giorno (proclamazione dei nomi dei vincitori di un torneo, cerimonie per la concessione di diritti feudali, vestizione di cavalieri, ecc.) vedevano la partecipazione di buffoni e stolti, che parodiavano tutti i momenti seri del cerimoniale.
Esattamente come per i Saturnalia, nel Carnevale tutti erano considerati uguali, e nella piazza carnevalesca regnava la forma particolare del contatto familiare e libero fra le persone, separate nella vita normale dalle barriere insormontabili della loro condizione, dei loro beni, del loro lavoro, della loro età e della loro situazione familiare.
Le prime testimonianze dell'uso del vocabolo "carnevale" (detto anche "carnevalo") vengono dai testi del giullare Matazone da Caligano alla fine del XIII secolo e del novelliere Giovanni Sercambi verso il 1400. Il Carnevale non termina ovunque il Martedì grasso: fanno eccezione il Carnevale di Viareggio, il Carnevale di Ovodda, il carnevale di Poggio Mirteto, il Carnevale di Bientina, il carnevale di Borgosesia e il Carnevalone di Chivasso. Anche il Carnevale di Foiano della Chiana termina la domenica dopo le Ceneri. In diversi Carnevali il martedì grasso si rappresenta, spesso con un falò, la "morte di Carnevale".
Le prime testimonianze dell'uso del vocabolo "carnevale" (detto anche "carnevalo") vengono dai testi del giullare Matazone da Caligano alla fine del XIII secolo e del novelliere Giovanni Sercambi verso il 1400. Il Carnevale non termina ovunque il Martedì grasso: fanno eccezione il Carnevale di Viareggio, il Carnevale di Ovodda, il carnevale di Poggio Mirteto, il Carnevale di Bientina, il carnevale di Borgosesia e il Carnevalone di Chivasso. Anche il Carnevale di Foiano della Chiana termina la domenica dopo le Ceneri. In diversi Carnevali il martedì grasso si rappresenta, spesso con un falò, la "morte di Carnevale".
I festeggiamenti veri e propri, così come lo conosciamo, avvengono intorno al 1400: a Firenze, coi Medici, cominciò la diffusione delle maschere; tale moda si diffuse pure a Viareggio. Città di grandi dimensioni come Milano, anche adottano questa moda.
Rituali importanti del Carnevale medievale sono il mangiare, in vista del periodo di Quaresima, e le maschere, che rappresentano il simbolo delle forze vegetative della natura, del mondo animale e di quello dei morti. Vengono usate soprattutto per i carnevali urbani, specie quello di Venezia, dove probabili fonti le attestano come elemento di spicco e caratteristico fin dal X Secolo, ed hanno il ruolo di sbeffeggiare l'autorità, che ne impediva l'uso durante il resto dell'anno, in quanto nascondevano l'identità del portatore, che di conseguenza, non essendo riconoscibile, avrebbe potuto compiere più agevolmente eventuali misfatti.
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