Il sapone nel medioevo

Siamo tra l'800 e il 900 quando in tutta Europa si diffonde l'uso del sapone. Ad inventarlo, in realtà, come gli scacchi e le carte da gioco, sono gli arabi, che lo portano in Francia, dove la formula originaria viene migliorata e diventa perfetta per accompagnare bagni rigeneranti all'insegna del relax e del benessere.
D'altra parte, se nella Grecia classica il bagno era considerato soprattutto un completamento dell'attività atletica (doveva essere preso con acqua fredda e rapidamente, per dare energia più che ristoro) i romani si lavavano tutte le mattine le braccia e le gambe e, ogni nove giorni, il resto del corpo, in occasione del giorno di mercato.

Re Vencesilao al bagno
Nel medioevo, però, la decadenza degli acquedotti mette in crisi l'utilizzo degli impianti termali: le campagne si spopolano e nelle città si instaurano abitudini che si scontrano con le più elementari norme igieniche, come l'allevamento in casa di animali domestici, polli, oche e maiali. Nelle acque dei fiumi si lavano abiti e biancheria, si scaricano immondizie, carogne, liquami provenienti dalle concerie di pelli e dalle tintorie, e le mura fortificate che cingono le città - limitandone lo sviluppo - costringono gli abitanti in spazi sempre più ristretti e le strade, prive di pavimentazione fino al XII secolo, sono invase da fango e rifiuti.
A cambiare le abitudini igieniche intervengono principalmente due fattori di portata storica: le invasioni barbariche che sconvolgono le strutture economiche, ideologiche e sociali su cui poggiava l'Impero Romano, e il progressivo affermarsi del Cristianesimo con la condanna del corpo e della sua cura.

Miniatura raffigurante un uomo ed una donna che condividono il bagno

Nonostante questo, nelle case dei benestanti il bagno non viene mai a mancare e si fa in grandi tinozze di legno, spesso in compagnia.
A partire dal XII-XIII secolo, poi, si assiste ad un recupero della cura del corpo: fanno la loro comparsa le terme moderne e le saune pubbliche (dette "stufe") e tanto la pulizia della pelle, quanto la cosmesi, tornano di moda.
Dopo la conquista di Toledo – nel 1085 – da parte di Alfonso VI di Castiglia, la città diventa sede di un movimento culturale di dimensioni europee, grazie alle traduzioni latine dei padri della medicina (Ippocrate, Aristotele, Galeno) e delle opere arabe. E proprio alla espansione della cultura araba si deve dunque la conoscenza del sapone che, come detto, viene sviluppato e migliorato in Francia, e in particolare a Marsiglia, da cui prende il nome quello più celebre del mondo, la cui composizione contempla l'uso esclusivo di oli vegetali (prevalentemente quello d'oliva), la cenere di piante marine come alcalinizzante, l'essiccazione al sole e il taglio a mano.

Donna che si pettina, decorazione dai margini del Salterio di Luttrell, XIV secolo

Una delle prime ricette particolareggiate per fare il sapone la troviamo in una raccolta di formule segrete per gli artigiani, che risale al XII secolo. Il procedimento chimico con cui si produce è rimasto sostanzialmente invariato nel corso del tempo: oli e grassi di varia natura vengono bolliti con una soluzione di alcali caustici, producendo una reazione da cui si ottiene il sapone grezzo, detta saponificazione.
Il principio fondamentale su cui si basa l'azione del sapone è la capacità di rendere solubili sostanze che sono insolubili, come batteri e sporcizia di vario genere, portati via poi con l'acqua. Insomma, a discapito di ciò che può essere il pensiero comune, il medioevo è stata un'epoca che ha rivoluzionato anche l'igiene e la cura del corpo.

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