Il mito delle Valchirie
La mitologia norrena è affascinante e piena di elementi coinvolgenti. Quello vichingo, per questa ragione, resta uno dei popoli medievali più interessanti da conoscere e studiare. Odino, il dio principale della mitologia norrena, aveva al suo servizio una schiera di ardimentose guerriere, denominate Valchirie.
Le valchirie sono attestate nell'Edda poetica, una raccolta di poemi composti nel XIII secolo, derivanti da fonti tradizionali anteriori. Appaiono anche nei componimenti degli scaldi (poeti attivi presso le corti vichinghe), in una formula magica del XIV secolo e in varie iscrizioni runiche. Dalla lettura dei suddetti documenti, gli storici e gli studiosi della mitologia norrena hanno compreso che sono donne guerriere, al servizio di Odino, che decidono quali guerrieri, nel corso di una battaglia, possono sopravvivere o morire. Dopo aver scelto i caduti in battaglia, le valchirie portano una parte dei loro prescelti nel Valhalla, la sala dell'aldilà dei guerrieri, governata da Odino; la restante parte, invece, va al campo Fólkvangr, presieduto dalla dea Hela, divinità della morte della mitologia norrena: lì i guerrieri diventano Einherjar, ossia spiriti dei guerrieri valorosi.
I guerrieri morti possono fare due attività: prepararsi alla battaglia finale di Ragnarok oppure darsi al riposo; in tal caso, le Valchirie portano loro dell'idromele. Le Valchirie talvolta appaiono come amanti di eroi e mortali, e qui sono descritte come distruttibili e vulnerabili rispetto all'amore terreno.
L'etimologia della parola deriva dal norreno valkyrja (plurale valkyrjur), che è formata da due termini: il sostantivo vain (i guerrieri caduti in battaglia) e il verbo kjósa (scegliere). Valchiria, dunque, significa "colei che sceglie i guerrieri caduti in battaglia".
Originariamente, la Valchiria appariva sotto forma di un essere simile ad un corvo cavalcante un lupo, che rappresentavano per l'appunto gli animali che si nutrivano dei cadaveri dei guerrieri caduti in battaglia. Dato che la parola "Lupo", nell'inglese antico, era traducibile con "valkyrie horse", ecco che nasce l'ipotesi del cavallo alato.
Le Valchirie sono molte: alcune sono guerriere e regine distintesi in vari miti e leggende; altre invece sono figlie di Odino ed Erda, personaggio mitologico che verrà introdotto dal compositore Wagner. La più famosa è Brünnhilde, che incarna la volontà stessa del padre e che, compiendola, viene punita per aver disubbidito ad un ordine impostole controvoglia dallo stesso.
Le Valchirie avranno il loro momento di massima gloria nel Romanticismo, quando compositori, come il sopra citato Wagner, utilizzeranno questo soggetto per le loro opere più importanti.
Una Valchiria raffigurata in un dipinto ottocentesco |
Le valchirie sono attestate nell'Edda poetica, una raccolta di poemi composti nel XIII secolo, derivanti da fonti tradizionali anteriori. Appaiono anche nei componimenti degli scaldi (poeti attivi presso le corti vichinghe), in una formula magica del XIV secolo e in varie iscrizioni runiche. Dalla lettura dei suddetti documenti, gli storici e gli studiosi della mitologia norrena hanno compreso che sono donne guerriere, al servizio di Odino, che decidono quali guerrieri, nel corso di una battaglia, possono sopravvivere o morire. Dopo aver scelto i caduti in battaglia, le valchirie portano una parte dei loro prescelti nel Valhalla, la sala dell'aldilà dei guerrieri, governata da Odino; la restante parte, invece, va al campo Fólkvangr, presieduto dalla dea Hela, divinità della morte della mitologia norrena: lì i guerrieri diventano Einherjar, ossia spiriti dei guerrieri valorosi.
I guerrieri morti possono fare due attività: prepararsi alla battaglia finale di Ragnarok oppure darsi al riposo; in tal caso, le Valchirie portano loro dell'idromele. Le Valchirie talvolta appaiono come amanti di eroi e mortali, e qui sono descritte come distruttibili e vulnerabili rispetto all'amore terreno.
L'ingresso al Valhalla, così come ritratto in un manoscritto islandese |
L'etimologia della parola deriva dal norreno valkyrja (plurale valkyrjur), che è formata da due termini: il sostantivo vain (i guerrieri caduti in battaglia) e il verbo kjósa (scegliere). Valchiria, dunque, significa "colei che sceglie i guerrieri caduti in battaglia".
Manufatto vichingo: Odino entra nel Valhalla attorniato dalle valchirie |
Originariamente, la Valchiria appariva sotto forma di un essere simile ad un corvo cavalcante un lupo, che rappresentavano per l'appunto gli animali che si nutrivano dei cadaveri dei guerrieri caduti in battaglia. Dato che la parola "Lupo", nell'inglese antico, era traducibile con "valkyrie horse", ecco che nasce l'ipotesi del cavallo alato.
Le Valchirie sono molte: alcune sono guerriere e regine distintesi in vari miti e leggende; altre invece sono figlie di Odino ed Erda, personaggio mitologico che verrà introdotto dal compositore Wagner. La più famosa è Brünnhilde, che incarna la volontà stessa del padre e che, compiendola, viene punita per aver disubbidito ad un ordine impostole controvoglia dallo stesso.
Le Valchirie avranno il loro momento di massima gloria nel Romanticismo, quando compositori, come il sopra citato Wagner, utilizzeranno questo soggetto per le loro opere più importanti.
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