Le vette dell'arte medievale: il Duomo di Modena
È uno dei monumenti romanici per antonomasia, in quanto si notano tutti gli elementi che caratterizzano questa stagione architettonica. È il vanto della città di Modena, il posto dove hanno lavorato alcuni fra i più importanti artisti del tempo. Stiamo parlando del duomo della città.
Edificata dall'architetto Lanfranco e decorata con sculture di Wiligelmo, la sua costruzione cominciò nel 1099. Ci vorranno almeno due secoli per completarla!
La nuova chiesa doveva sostituirne una pericolante, costruita appena una manciata di anni prima; fu fortemente voluta dalla popolazione modenese, e la sua edificazione ebbe addirittura l'appoggio di Matilde di Canossa. Lanfranco venne da Como con scultori della zona, e si mise subito al lavoro per la costruzione, per la quale vennero usati, come era consuetudine fare in quel tempo, materiali ricavati dai ruderi di edifici di epoca romana. Quando ormai le fondazioni avevano raggiunto la superficie del suolo, ci si accorse che i materiali raccolti non sarebbero bastati per l'intera costruzione, ma, come afferma il cronista Aimone, "per divina ispirazione" si cominciò a scavare poco lontano dal cantiere, mettendo in luce inaspettatamente una necropoli romana ricca di pietre e di marmi che, levigati o scolpiti, vennero utilizzati nella costruzione dell'edificio. Il largo impiego di marmi romani è evidenziato da figure e iscrizioni che si trovano qua e là nelle lastre che ricoprono il Duomo e la torre campanaria, e dai leoni stilofori, certamente di origine romana del portale maggiore e della Porta dei principi, i primi del genere a venire impiegati in un edificio medievale.
Nel 1167 la costruzione era ormai coperta, e si poterono così portare le spoglie del santo in chiesa. A Lanfranco e Wiligelmo subentrarono maestranze campionesi, che costruirono l'imponente campanile, denominato Ghirlandina. Il loro lavoro terminò nel 1319.
Nel XV secolo, le capriate lignee della navata interna vennero coperte da una volta a crociera, consegnandoci la chiesa nelle sue attuali forme.
Ma vediamo insieme com'è fatta la chiesa: come si è detto all'inizio, è l'esempio da manuale dell'arte romanica, in quanto ne preserva tutte le sue caratteristiche: è presente un matroneo a metà altezza, che percorre tutto il perimetro delle mura della chiesa; sulla facciata si notano due imponenti paraste, pilastri che evidenziano le navate retrostanti; dinanzi al portale si nota un protiro sormontato da un'edicola, e le finestre sono monofore a tutto sesto. Notevole è anche il rosone centrale.
Di particolare bellezza è il protiro che è posto dinanzi alla porta Regia, sulla facciata laterale della chiesa.
L'interno è austero: prevale la presenza del mattone, le colonne sormontate dagli archi a tutto sesto, coi matronei che corrono in alto. I matronei erano i luoghi dedicati alle donne per seguire la messa. Si nota la divisione in navata centrale e laterale, la scarsità di decorazioni che dà solennità e semplicità all'ambiente. L'unica area davvero decorata è quella absidale, dove spicca un bellissimo mosaico raffigurante Gesù e la Madonna.
Dietro l'altare è possibile notare la cripta, sormontata dal presbiterio. Ogni due archi, le colonne sono sottolineate dalle paraste che danno plasticità e movimento all'ambiente.
Wiligelmo decorò la cattedrale con una serie di mirabili bassorilievi. Fra questi spiccano:
La storia della creazione dell'uomo, della donna e del peccato originale
Cacciata dal paradiso terrestre
Facciata del Duomo, architettura romanica da manuale |
Edificata dall'architetto Lanfranco e decorata con sculture di Wiligelmo, la sua costruzione cominciò nel 1099. Ci vorranno almeno due secoli per completarla!
Lapide che testimonia la costruzione della chiesa ad opera di Lanfranco |
La nuova chiesa doveva sostituirne una pericolante, costruita appena una manciata di anni prima; fu fortemente voluta dalla popolazione modenese, e la sua edificazione ebbe addirittura l'appoggio di Matilde di Canossa. Lanfranco venne da Como con scultori della zona, e si mise subito al lavoro per la costruzione, per la quale vennero usati, come era consuetudine fare in quel tempo, materiali ricavati dai ruderi di edifici di epoca romana. Quando ormai le fondazioni avevano raggiunto la superficie del suolo, ci si accorse che i materiali raccolti non sarebbero bastati per l'intera costruzione, ma, come afferma il cronista Aimone, "per divina ispirazione" si cominciò a scavare poco lontano dal cantiere, mettendo in luce inaspettatamente una necropoli romana ricca di pietre e di marmi che, levigati o scolpiti, vennero utilizzati nella costruzione dell'edificio. Il largo impiego di marmi romani è evidenziato da figure e iscrizioni che si trovano qua e là nelle lastre che ricoprono il Duomo e la torre campanaria, e dai leoni stilofori, certamente di origine romana del portale maggiore e della Porta dei principi, i primi del genere a venire impiegati in un edificio medievale.
Transetto, abside e campanile |
Nel 1167 la costruzione era ormai coperta, e si poterono così portare le spoglie del santo in chiesa. A Lanfranco e Wiligelmo subentrarono maestranze campionesi, che costruirono l'imponente campanile, denominato Ghirlandina. Il loro lavoro terminò nel 1319.
Nel XV secolo, le capriate lignee della navata interna vennero coperte da una volta a crociera, consegnandoci la chiesa nelle sue attuali forme.
Ma vediamo insieme com'è fatta la chiesa: come si è detto all'inizio, è l'esempio da manuale dell'arte romanica, in quanto ne preserva tutte le sue caratteristiche: è presente un matroneo a metà altezza, che percorre tutto il perimetro delle mura della chiesa; sulla facciata si notano due imponenti paraste, pilastri che evidenziano le navate retrostanti; dinanzi al portale si nota un protiro sormontato da un'edicola, e le finestre sono monofore a tutto sesto. Notevole è anche il rosone centrale.
Di particolare bellezza è il protiro che è posto dinanzi alla porta Regia, sulla facciata laterale della chiesa.
Protiro della porta regia. Da notare i due leoni stilofori alla sua base |
L'interno è austero: prevale la presenza del mattone, le colonne sormontate dagli archi a tutto sesto, coi matronei che corrono in alto. I matronei erano i luoghi dedicati alle donne per seguire la messa. Si nota la divisione in navata centrale e laterale, la scarsità di decorazioni che dà solennità e semplicità all'ambiente. L'unica area davvero decorata è quella absidale, dove spicca un bellissimo mosaico raffigurante Gesù e la Madonna.
Navata centrale della chiesa |
Dietro l'altare è possibile notare la cripta, sormontata dal presbiterio. Ogni due archi, le colonne sono sottolineate dalle paraste che danno plasticità e movimento all'ambiente.
Wiligelmo decorò la cattedrale con una serie di mirabili bassorilievi. Fra questi spiccano:
La storia della creazione dell'uomo, della donna e del peccato originale
Cacciata dal paradiso terrestre
Caino ed Abele
Il presbiterio, scolpito dai maestri campionesi, anche è degno di nota: siamo infatti dinanzi ad una mirabile scenografia.
Pontile campionese del presbiterio |
I seguaci di Wiligelmo scolpirono le porte della cattedrale. In tal senso, il duomo di Modena è ricchissimo di sculture. A titolo di esempio mostriamo la porta della pescheria, i cui ricami si richiamano all'arazzo di Bayeux, e quella dei Principi.
Porta della Pescheria |
Porta dei Principi |
Architettonicamente parlando, il duomo di Modena sarà un successo per tutta l'arte italiana: tantissimi edifici prenderanno spunto da esso, tanto che negli anni novanta del secolo scorso verrà riconosciuto Patrimonio dell'Umanità UNESCO.
Un grande esempio di architettura che vale la pena conoscere e visitare.
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