Historie Medievali Feudal Japan: Le invasioni dei Mongoli

Molti di noi conoscono sicuramente le invasioni del popolo mongolo in Medio Oriente intorno al 1260; oggi però vogliamo parlarvi di questo feroce popolo che invase anche il Giappone feudale verso la fine del XIII secolo.

I tentativi fatti per invadere il Giappone nel XIII secolo dall'Imperatore mongolo della Cina, Kublai Khan, sono da considerarsi unici nella storia del Giappone. La ferocia e la tenacia con cui furono sferrati gli attacchi, la forza e il coraggio della resistenza opposta e la fine improvvisa e spettacolare della flotta mongola, dovuta ad un tifone, sono gli elementi essenziali che riempiono le pagine di storia più nobili della storia giapponese.
Kublai Khan aveva tutte le ragioni per invadere il Giappone; le difficili condizioni legate alle guerre civili avevano costretto gli ufficiali dello shogun di Kyushu, incaricati di mantenere l'ordine e far rispettare le leggi, a chiudere un occhio su uno degli abusi più frequenti alla loro autorità: la pirateria d'oltremare. Le zone costiere della Cina e della Corea venivano spesso saccheggiate e distrutte dai raid dei pirati giapponesi; una prima lettera di Kublai Khan al governo giapponese fu quella di limitare tali incursioni, ma il Giappone non diede alcuna risposta alla sua richiesta, per cui questo divenne il tema dominante della politica di Kublai Khan in politica estera.   
    
Scontro tra Mongoli e Giapponesi.
Il samurai Takezaki Suenaga
fronteggia frecce e bombe mongole
Moko Shurai Ekotoba circa (1293)

A quel tempo il governo giapponese era retto da Hojo Tokimune, abile e capace samurai; inoltre, non vi erano nemmeno guerre civili in corso e quindi fu possibile fronteggiare in maniera ottimale la minaccia mongola. Il primo attacco avvenne nel 1274: Khan aumentò il suo esercito arruolando soldati coreani, poi li imbarcò su centinaia di navi. L'armata attaccò l'isola di Tsushima a metà strada tra il Giappone e la Corea, dove una guarnigione di circa 200 uomini, sotto il comando di So Sukekuni, combatté coraggiosamente fino alla disfatta. L'isola successiva, Ikishima, subì lo stesso destino. L'attacco mongolo al continente giapponese ebbe luogo vicino alla città di Hakata. I Giapponesi opposero una strenua resistenza, nonostante i numerosi attacchi a sorpresa che i Mongoli riuscirono a sferrare ai danni dei difensori. I Giapponesi erano abituati ad una strategia militare che dava rilievo al combattimento individuale, mentre i Mongoli controllavano con tamburi e gong truppe di dimensioni gigantesche, articolate in falangi, che lanciavano qua e là nugoli di frecce. I loro nemici disponevano anche di una specie di bombe incendiarie, che venivano lanciate con catapulte, come risulta da un rotolo dipinto di quel periodo. I Giapponesi si adattarono subito a queste tipologie di attacchi e tattiche militari, obbligando il nemico a ritirarsi. 

Le invasioni Mongole
     
Una tempesta colse la flotta che batteva in ritirata causando ingenti danni. Ebbe così termine la prima invasione mongola. I Mongoli ritornarono in Giappone nel 1281 con un esercito di dimensioni ancora più vaste. Nel frattempo i Giapponesi avevano fortificato le zone costiere ed era stato persino costruito un lungo muro di pietra. I Giapponesi attaccarono ripetutamente la flotta mongola mentre si avvicinava alla costa. Protetti dalle tenebre, essi uscivano con piccole imbarcazioni per colpire la flotta con audaci incursioni di disturbo. In uno di questi assalti, 30 samurai si spinsero a nuoto fino ad una nave nemica, decapitarono tutti i membri della nave e ritornarono sulla terra ferma. A parte i danni immediati, queste incursioni offrivano anche il vantaggio di costringere la flotta mongola a rimanere a lungo in mare aperto, nel caldo opprimente dell'estate. Man mano che i giorni passavano, si avvicinava la stagione dei tifoni e il 15 agosto del 1281 le preghiere dei Giapponesi furono esaudite, quando scoppiò una violenta tempesta chiamata Kami-Kaze

Distruzione della flotta mongola
  
La sua violenza fu molto più intensa di quella che aveva danneggiato la flotta nel 1274, tale da annientare la flotta mongola, che non fece mai più ritorno. Vi sono pochi episodi nella storia giapponese ricordati con così tanto orgoglio come la sconfitta dei Mongoli. I nobili samurai che si unirono contro un nemico comune, accesi da uno spirito comune, che si manifestò nel cataclisma del sacro tifone. Per una volta nella storia, i samurai non lottarono gli uni contro gli altri, ma dimostrarono di essere innanzitutto Giapponesi. 

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