Il presepe di Greccio

Ormai è Natale! E come ben sapete abbiamo scritto alcuni articoli su di esso in passato. Uno lo potete trovare a questo link e l'altro a quest'altro link. Nell'articolo di oggi ci vogliamo soffermare su uno degli avvenimenti descritti in uno degli articoli linkati: esso è celebrato in un affresco di Giotto, sito nella Basilica di San Francesco ad Assisi, che illustra l'evento del presepe di Greccio.

L'affresco raffigurante il presepe di Greccio

Nell'agiografia di San Francesco, chiamata leggenda maggiore, è riportato il seguente passaggio: "Il beato Francesco, in memoria del Natale di Cristo, ordinò che si apprestasse il presepe, che si portasse il fieno, che si conducessero il bue e l'asino; e predicò sulla natività del Re povero; e, mentre il santo uomo teneva la sua orazione, un cavaliere scorse il vero Gesù Bambino in luogo di quello che il santo aveva portato.
La vicenda avvenne nell'abitato di Greccio. Greccio è un paese in provincia di Rieti, fra l'Appennino Umbro Marchigiano e quello abruzzese, che tra il 1223 ed il 1226 ospitò più volte San Francesco. In questo paese il santo amava passare il suo tempo in quanto il paesaggio gli ricordava la Palestina, che aveva visitato anni prima, oltre ad apprezzare la semplicità dei suoi abitanti. Ispirato dai luoghi, tanto simili a quelli della Terra Santa, e determinato a dare un forte messaggio alla Chiesa di allora, guidata da Papa Onorio III, decise di creare una rappresentazione della natività di Gesù. Francesco infatti era disgustato dalle idee delle crociate, ed era intenzionato a dimostrare come fosse possibile rievocare, onorare e commemorare la nascita del messia in qualsiasi parte del mondo. Si trattò allora di un potente messaggio pacifista, in aperto contrasto con le politiche del tempo che foraggiavano le crociate.

Il paese di Greccio

Il letterato Tommaso da Celano ci ha fornito un resoconto dettagliato di come andarono i fatti: Francesco infatti conobbe un nobile di nome Giovanni, definito “di buona fama e di vita anche migliore”. Il santo fece lo chiamare quindici giorni prima della ricorrenza del Natale e gli disse: "Se desideri che celebriamo a Greccio la presente festa del Signore, affrettati a precedermi e prepara diligentemente quanto ti dico. Voglio infatti far memoria del Bambino che è nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come fu posto sul fieno tra il bue e l’asino”. La rievocazione di questo momento storico sottolinea l’umiltà dell’incarnazione, come la definiva San Francesco. Un Dio onnipotente che si è fatto uomo, si è incarnato nel seno della Vergine Maria ed è venuto al mondo indifeso come un bambino, e povero come l’ultimo degli ultimi nella grotta di Betlemme.
Durante la celebrazione eucaristica del Natale, sempre il nobile Giovanni ebbe la visione di un bambinello che giaceva nella mangiatoia, e di San Francesco che gli si avvicinò per destare quel bambino come dal torpore del sonno. Altro prodigio che avvenne fu legato al fieno usato per la mangiatoia: infatti gli animali che ne mangiarono guarirono rapidamente dalle loro malattie. Il luogo della mangiatoia è stato così consacrato come altare del Signore e sopra è stata costruita una chiesa dedicata a San Francesco.

Il santuario di Greccio, dove venne messo in scena il primo presepe della storia

All'interno del santuario esiste ancora la grotta dove è stata allestita la scena della natività, e a memoria dell'evento è stato dipinto sul fondo di quest'ultima un affresco, di scuola giottesca, che commemora questa storia.

La grotta della natività del santuario di Greccio

Quindi, se siete appassionati del presepe e volete approfondirne la storia, sappiate che il paese di Greccio, ed in particolare il suo santuario, saranno per voi una meta obbligata. Qui, 799 anni fa, un uomo pio ha mandato, attraverso il suo presepe, un messaggio di pace rivoluzionario, messaggio che molti di noi riviviamo ogni volta che allestiamo un presepe nelle nostre case, segno che Francesco aveva ragione: la natività del signore può essere celebrata ovunque nel mondo.

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