L'illuminazione nelle città medievali

Con la caduta dell’impero romano e l’inizio del Medioevo, le città andarono via via spopolandosi a scapito delle campagne. Le strade vennero lasciate all’incuria e coperte dalla vegetazione, i terreni incolti e i boschi ripresero lentamente il possesso del paesaggio. Le città e i villaggi sopravvissuti furono circondati da mura, inizialmente costruite in legno e successivamente in pietra, allo scopo di difendersi dalle invasioni barbariche. Gli sviluppi tecnologici in questo periodo furono scarsi e anche in ambito di illuminazione notturna non ci furono progressi rispetto al periodo romano. I castelli e le abitazioni medievali erano illuminati da semplici candele che, col tempo, andarono a sostituire le obsolete lucerne. Purtroppo, le candele in caso di vento non potevano essere utilizzate in ambienti esterni. Proprio per questo motivo vennero introdotte, a partire dal 1200, le lanterne: dei “contenitori per candele” costituiti da due dischi di legno, di cui quello superiore bucato al fine di far uscire il calore, distanziati da piccole aste. Il tutto era circondato da una schermatura in pergamena, pelli di animali, corno, tessuto di lino ed in un periodo più tardo in vetro. Dal lato del disco bucato veniva infine fissato un sostegno che poteva servire per trasportare la lanterna o appenderla a grandi aste o pali per l’illuminazione di ambienti esterni (generalmente campi militari).

Miniatura raffigurante l'utilizzo delle candele

Talvolta la candela all’interno della lanterna veniva sostituita con delle lucciole, capaci di generare una luce decisamente più debole ma costante. 
Come per l’epoca romana, anche nel Medioevo la notte veniva utilizzata come periodo di riposo. Le porte delle mura che circondavano le città venivano chiuse al tramonto e riaperte all’alba. Le uniche fonti di illuminazione esterne erano i lanternarius, successivamente chiamati link boys nei paesi anglosassoni o codeghe nella repubblica di Venezia, che accompagnavano con una torcia i pedoni da un’abitazione ad un’altra. Il tutto a patto di pagare un piccolo compenso economico. L’inquinamento luminoso in quegli anni era davvero limitato per non dire inesistente. A partire dall’anno 1100 però, le città iniziarono nuovamente a ripopolarsi e con esse nacquero nuove attività commerciali, come pub e osterie che andarono lentamente a soppiantare le antiche taverne romane. L’aumento della densità di popolazione portò inevitabilmente all’incremento dei reati. Sebbene questi avvenissero principalmente di giorno (il 75% del totale secondo statistiche giudiziarie medievali) il timore di incrociare ladri ed assassini andò a rinvigorire la vecchia e mai superata paura del buio. Le persone di notte iniziarono così a sentirsi meno sicure e, come migliaia di anni prima, ritornò la necessità di illuminare la notte.
 
Lanterna raffigurata nel manoscritto Speculum humanae salvationis, 1427

Inoltre, le poche persone che si muovevano di notte con i link boys, così come le guardie che vigilavano le città, trovavano spesso non poche difficoltà ad orientarsi nel buio ambiente cittadino. Fu per questi motivi che verso la fine del Medioevo, nella Londra del 1417, il sindaco Henry Barton ordinò di appendere all’esterno delle case le proprie lanterne nelle sere d’inverno comprese tra il primo di novembre ed il 2 febbraio. Questo fu il primo tentativo di illuminazione pubblica urbana che però non riscosse molto successo, forse per il fatto che, dopo il tramonto tutte le attività lavorative chiudevano (ad eccezione di alberghi e bordelli) e le persone si richiudevano nelle proprie case per dormire o scambiare due chiacchiere con i famigliari intorno ad un focolare o alla luce delle candele. All’esterno rimanevano quindi quei pochi viaggiatori e i delinquenti, facilmente catturati dalle guardie che li potevano identificare agevolmente nel buio cittadino.

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