I Tuoni di Guerra: Le Bocche da fuoco nel Medioevo

Le prime testimonianze dell'uso di bocche da fuoco o di cannoni risalgono agli inizi del XIV secolo. Anche se, forse, macchine belliche con caratteristiche simili furono ideate e sperimentate già prima del XIV secolo. Gli storiografi di arte militare ipotizzano che le prime bocche da fuoco furono inventate e testate in estremo Oriente, dove la polvere pirica fu l'elemento importante e principale di queste nuove armi da guerra. Sappiamo con certezza che la prima menzione di una bocca da fuoco compare in un documento dell'11 febbraio del 1326: si tratta di un decreto della signoria di Firenze, con il quale si disponeva la nomina di due ufficiali ai quali affidare l'incarico di fabbricare palle di ferro e cannoni in metallo, da impiegare nella difesa dei possedimenti della Repubblica.

Artiglieria a bocca da fuoco nel XIV secolo, manoscritto miniato

Esistono anche testimonianze più antiche, ad esempio: il documento redatto il 12 maggio del 1284 nel Regno di Napoli, fra le disposizioni per la guerra dei Vespri, e nel 1311, il cronista Bartolomeo da Ferrara nel Libro VII del suo Polistore, narra che i Bresciani si difendevano con mangani e con bombarde contro l'imperatore Enrico VII di Lussemburgo. Tuttavia, per le fasi più antiche, la definizione di queste armi che lanciavano proiettili tramite una spinta impressa loro dall'ossidazione della polvere pirica resta incerta, ed è anche difficile accertare la forma e la tipologia di proiettili scagliati. Analizzando alcune miniature medievali, si notano dei rozzi e grossi vasi di bronzo dalla cui bocca spunta una freccia; molto probabilmente furono le prime artiglierie usate come varianti delle balestre. Le più antiche bombarde si ottenevano con l'assemblaggio di verghe di ferro o per fusione di bronzo. Il termine da associare alle più antiche bocche da fuoco è quello di Bombarde, poi Petrieri con alcune modifiche di costruzione; infatti, i processi di lavorazione erano molto complessi e molto rozzi, tanto che possiamo immaginarle come grosse lupare, il cui peggior difetto era la scarsa tenuta dei gas di sparo, e con ampie sfiammate e rotture della staffa nel momento dell'esplosione. L'artiglieria, essendo così molto pericolosa, passò ad una lavorazione molto più sofisticata; infatti, si utilizzava la tecnica delle campane che incontrò subito grande favore, perché non soggetta alla corrosione del materiale, e soprattutto, perché grazie alla fusione, si ottenevano pezzi chiusi posteriormente, che caricandosi dalla bocca, eliminavano tutti i pericoli e le difficoltà connesse con l'otturazione posteriore. Certamente il ferro costava meno, ma le migliori prestazioni del bronzo annullavano quel vantaggio.

Piccolo esemplare di bombarda del XV secolo

Non esistendo alcuna regolamentazione dei calibri, ogni bocca da fuoco richiedeva una sua palla, di calcare o di granito, con conseguenze immaginabili. Durante il XV secolo una serie di lavorazioni portò quest'artiglieria ad un ottimo perfezionamento del suo potenziale; questi processi di lavorazione, ciascuno dei quali noto e adottato da tempo, vennero applicati alle artiglierie francesi, che Carlo VIII si portò al seguito nel 1494 calando in Italia. Col passare del tempo, dalla prima comparsa di una bombarda nel 1300, dove l'artiglieria era trasportata su un piedistallo fisso o con due ruote poste in avanti, col passare del tempo si fece uso di un trasporto più convenzionale come il carretto, che consentiva di muovere l'artiglieria facilmente, poiché con l'avanzare della tecnologia e l'utilizzo di nuovi materiali, il peso gravava enormemente nel trasporto dell'arma. Con la tecnologia del finire del XV secolo e con l'introduzione della palla di ferro al posto di quella di calcare o granito, si ebbe anche la standardizzazione dei calibri, anche perché, grazie alla palla di ferro, la violenza del tiro crebbe esponenzialmente non correndo più il rischio che, aumentando la quantità di polvere, la palla esplodesse all'interno del "Cannone".

Una bombarda tardo-medievale, Manoscritto miniato

Con l'avvento delle palle di ferro, le energie cinetiche di impatto crebbero spaventosamente provocando distruzione enormi anche solo con piccoli cannoni, decisamente più devastanti di quelli causati da bombarde tre volte più grandi. Col proseguire del tempo, si perfezionò notevolmente il cannone fino agli anni del Rinascimento e alle guerre napoleoniche. Non appena si produssero le prime bombarde nel XIV secolo, anche le armi da lancio che conosciamo come l'arco e la balestra, furono soppiantate da armi da fuoco piccole chiamati Archibugi, di cui presto ci occuperemo.

Assedio di Orleans durante la Guerra dei Cento Anni

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