L'abbazia di San Galgano

Un mirabile esempio di sito archeologico medievale, il cui fascino degli ambienti ha ispirato e suggestionato tanti escursionisti.

Navata centrale della chiesa abbaziale
L'abbazia sorge ad una trentina di chilometri da Siena, in mezzo alle campagne. Al giorno d'oggi presenta soltanto le mura portanti, mentre è assente il tetto, cosa che la accomuna ad altre rovine di abbazie sparse per l'Europa.
Galgano, giovane disordinato che morì nel 1181 dopo essersi convertito, nel dire addio alla sua vita di dissolutezze, infisse, un anno prima di morire, una spada nella roccia per farne una croce.

Spada nella roccia presente nell'abbazia. Le suggestioni sul mito arturiano hanno fatto sorgere molte speculazioni su questo evento della vita di San Galgano
Intorno alla spada venne fondato un primo eremo, l'eremo di monte Siepi; in un secondo momento, poco distante, sarebbe stata costruita la grande abbazia, precisamente fra il 1220 ed il 1268. L'abbazia è particolare, perché nasce in un periodo in cui, in Italia, si sta passando dal Romanico al Gotico. Di conseguenza, essa è una fusione dei due stili: mura possenti, ma nel contempo costellate da finestre a sesto acuto, che si innalzano verso il cielo. Quella di San Galgano divenne la più potente fondazione cistercense d'Italia e, per questa ragione, l'abbazia fu abbellita di tutto punto.

Cento anni dopo, per via di una gestione scellerata del complesso monastico, l'abbazia cominciò ad involvere, tanto che nel 1550 si arrivò a vendere il tetto in piombo. Il risultato fu l'asportazione della copertura della chiesa.

Panoramica dell'abbazia di san Galgano
Nel 1789 la vicina rotonda di monte Siepi, in cui è conservata la spada nella roccia, venne elevata a pieve e, nonostante i tentativi di recupero, l'abbazia, un tempo ricca,
fu sconsacrata ed andò in rovina.

Alla fine del diciannovesimo secolo, forse anche sulla spinta delle correnti romantiche, che rivalutavano il fascino delle rovine, l'abbazia fu recuperata e, dal secolo scorso, è divenuta ambita meta turistica, oltre che set per diversi film. Il fascino intramontabile delle monumentali vestigia del passato in rovina hanno infatti conquistato molti letterati ed artisti, e così, oggi, l'abbazia è divenuta icona vera e propria dell'Italia centrale.

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