L'unificazione spagnola

L'intero periodo basso medievale si caratterizza, in penisola Iberica, per l'unificazione degli stati in cui la penisola è frammentata.
Tutto l'alto medioevo e parte del basso medioevo è stato caratterizzato dalla Reconquista, e cioè dallo strappare i territori iberici dal dominio musulmano. In svariati secoli, fra il 700 ed il 1200, pezzi dei sultanati vengono a mano a mano conquistati ed annessi alla fazione europea, che lentamente accresce i propri territori. Procedendo da nord verso sud, gli Spagnoli perseguono il loro disegno, fino a quando non resta la sola Granada nelle meni degli Arabi.


Mappa che mostra i vari passi della Reconquista della penisola iberica

La lotta ai musulmani era collegata alla più ampia lotta per la difesa della cristianità, e la liberazione della penisola iberica diviene il simbolo della contesa fra due religioni sul dominio politico e culturale nell'Occidente.
Già nel XIII secolo, mentre il Portogallo era ormai bello che formato, c'erano altri tre stati che si dividevano la penisola: la Navarra, la Castiglia e l'Aragona.


Mappa della Spagna preunitaria. A sud, Granada, è ancora in mano ai musulmani

Specie in Castiglia e in Aragona, si affermarono due sovrani che guadagnarono una grande stabilità politica: nel primo si affermò Alfonso X, mentre nel secondo si affermò con forza la monarchia Aragonese.
Gli interessi dei due stati maggiori andavano verso la stessa direzione; così, nel 1469, Ferdinando d'Aragona ed Isabella di Castiglia, convolarono a nozze, gettando la solida base per l'unificazione dei due stati.

Isabella di Castiglia

Questo embrione di Spagna, che vedrà la sua concretizzazione vera e propria solo nel secolo successivo, era un regno ancora disunito, con molte differenze culturali e linguistiche fra i due stati ormai congiunti. Tali differenze vennero messe da parte perché c'era un obiettivo comune: prendere l'ultimo pezzo di penisola iberica rimasto in mano ai musulmani: Granada.

Veduta dell'Alhambra di Granada, roccaforte araba di magnificente bellezza

La guerra di Granada durerà dal 1482 al 1492, e sarà uno degli ultimi episodi  del periodo medievale che, canonicamente, viene chiuso con la scoperta delle Americhe. La guerra fu caratterizzata da una serie di azioni militari che si protrassero per dieci anni; fu caratterizzata dall'uso di artiglieria e fanteria, e da un ridotto uso della fanteria. Le flotte catalana e castigliese bloccarono ogni rifornimento dal Nordafrica, al fine di isolare la città da sud, mentre i sultani affrontavano una profonda crisi dinastica. Le lotte intestine indebolirono profondamente il sultanato di Granada, che quindi perse territori nel corso degli anni.
Dopo circa otto anni di guerra, i sovrani arrivarono a vendere i loro gioielli personali pur di continuare a finanziare le ostilità. Il desiderio di unificazione ed il sogno di far prevalere il cattolicesimo in Europa, era forte, e di conseguenza ci si era preparati ad ogni sacrificio.
Nel 1491 il figlio del sultano, Bobbadil di Granada, dopo aver combattuto valorosamente per anni, decise di negoziare la resa. Il 25 novembre del 1491, si giunse all'accordo, in base al quale gli arabi avrebbero consegnato la città in capo a due mesi.

La resa di Granada

Il 2 gennaio del 1492, i sovrani entrano in città con la croce di Cristo in mano, dichiarando la Reconquista terminata. Subito la notizia fa il giro del mondo, e l'Occidente si lascia andare all'euforia più totale. A Roma il Papa festeggia, con una solenne celebrazione, la cacciata musulmana dall'Europa, e conferisce ai regnanti spagnoli il titolo di re Cattolici.

Con la salita al trono del figlio di Alfonso ed Isabella, i due regni unificati si chiameranno Spagna, ma questa è un'altra storia, storia che si sviluppa non nell'età medievale ma in quella moderna, in un mondo nuovo che avrà per centro non più il Mediterraneo, ma il vasto oceano Atlantico.

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