Proposta di lettura:Tempi barbarici. L'Europa occidentale tra antichità e Medioevo (300-900)
Il volume qui presentato, descrive in maniera abbastanza accurata un lasso di tempo che va dal 300 fino al 900 d.C., effettuando un attenta valutazione dell'Alto Medioevo occidentale.
Gli autori percorrono un itinerario che parte dai primi processi di trasformazione del mondo romano (IV secolo circa) fino all'età carolingia (VIII-IX secolo); evidenziano inoltre, come in questo periodo si sia tentato di ricreare nuovamente un impero, basato sulla collaborazione fra il potere pubblico e quello ecclesiale. Si sa che i quattro secoli di transizione dall'antichità al medioevo, hanno sempre catturato l'interesse degli storici, ma negli ultimi venti anni sono stati riletti e approfonditi notevoli interpretazioni generali al riguardo, riscuotendo variazioni ed ideologie erroneamente interpretate.
Gli autori accolgono sia le nuove impostazioni metodologiche, sia i risultati della storiografia, sottolineando la genesi tardoantica per la formazione dell'Europa medievale. Infatti essa non è più intesa come l'Europa delle nazioni, nata dal crollo del grande impero romano, idea sostenuta per tutto l'Ottocento e fino alla metà del Novecento: le popolazioni Barbare allora erano considerate quasi tutte Germane; esse avrebbero causato la fine violenta dell'impero romano e della civiltà antica, a causa delle loro incursioni nella penisola e sulle coste al di fuori del Mediterraneo, e avrebbero non solo sostituito, ma anche impiantato realtà istituzionali e culturali completamente diverse, i "regni dei popoli" (regna gentium), dai quali avrebbero avuto origine le nazioni moderne.
Moderni studi di antropologia, archeologia e analisi di numerosi testi, hanno reso possibile un ridimensionamento sull'etnia dei popoli barbarici e sui motivi per i quali avvennero le invasioni.
Il cambiamento avvenuto dopo la caduta dell'impero romano d'occidente, ha subito una lenta trasformazione, dove tradizioni antiche convivono e interagiscono, in maniera mai predeterminata, con spinte nuove per un lungo periodo di "post-romanità", fino all'elaborazione di stretture innovative in età carolingia. Con il regno di Carlo Magno si diffusero allora elementi nuovi che caratterizzarono poi largamente il medioevo europeo: il notevole sviluppo delle istituzioni ecclesiali, fortemente connesse con il potere politico, istituzioni di rapporti vassallatico-beneficiari e molti altri.
Per concludere, se l'Alto Medioevo resta ancora lo specchio delle domande e dei dubbi che ci poniamo di fronte ad ogni cambiamento epocale, le sue fonti ci invitano a interrogarci sulla sua storia, e sui cambiamenti avvenuti in quell'epoca forse ancora considerata di transizione.
Un libro di facile lettura e scorrevolezza, notevole per approfondimenti e per coloro che si avvicinano per la prima volta allo studio di questa straordinaria epoca.
Gli autori percorrono un itinerario che parte dai primi processi di trasformazione del mondo romano (IV secolo circa) fino all'età carolingia (VIII-IX secolo); evidenziano inoltre, come in questo periodo si sia tentato di ricreare nuovamente un impero, basato sulla collaborazione fra il potere pubblico e quello ecclesiale. Si sa che i quattro secoli di transizione dall'antichità al medioevo, hanno sempre catturato l'interesse degli storici, ma negli ultimi venti anni sono stati riletti e approfonditi notevoli interpretazioni generali al riguardo, riscuotendo variazioni ed ideologie erroneamente interpretate.
Il libro |
Gli autori accolgono sia le nuove impostazioni metodologiche, sia i risultati della storiografia, sottolineando la genesi tardoantica per la formazione dell'Europa medievale. Infatti essa non è più intesa come l'Europa delle nazioni, nata dal crollo del grande impero romano, idea sostenuta per tutto l'Ottocento e fino alla metà del Novecento: le popolazioni Barbare allora erano considerate quasi tutte Germane; esse avrebbero causato la fine violenta dell'impero romano e della civiltà antica, a causa delle loro incursioni nella penisola e sulle coste al di fuori del Mediterraneo, e avrebbero non solo sostituito, ma anche impiantato realtà istituzionali e culturali completamente diverse, i "regni dei popoli" (regna gentium), dai quali avrebbero avuto origine le nazioni moderne.
Moderni studi di antropologia, archeologia e analisi di numerosi testi, hanno reso possibile un ridimensionamento sull'etnia dei popoli barbarici e sui motivi per i quali avvennero le invasioni.
Il cambiamento avvenuto dopo la caduta dell'impero romano d'occidente, ha subito una lenta trasformazione, dove tradizioni antiche convivono e interagiscono, in maniera mai predeterminata, con spinte nuove per un lungo periodo di "post-romanità", fino all'elaborazione di stretture innovative in età carolingia. Con il regno di Carlo Magno si diffusero allora elementi nuovi che caratterizzarono poi largamente il medioevo europeo: il notevole sviluppo delle istituzioni ecclesiali, fortemente connesse con il potere politico, istituzioni di rapporti vassallatico-beneficiari e molti altri.
Per concludere, se l'Alto Medioevo resta ancora lo specchio delle domande e dei dubbi che ci poniamo di fronte ad ogni cambiamento epocale, le sue fonti ci invitano a interrogarci sulla sua storia, e sui cambiamenti avvenuti in quell'epoca forse ancora considerata di transizione.
Un libro di facile lettura e scorrevolezza, notevole per approfondimenti e per coloro che si avvicinano per la prima volta allo studio di questa straordinaria epoca.
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