Storie di Repubbliche Marinare: Pisa

Nel X secolo, mentre Amalfi era ormai giunta all'apice del suo potere e Genova ancora doveva affacciarsi sulla scena nazionale, una città della Toscana, sita nei pressi della foce dell'Arno, circondata da un altro fiume oggi scomparso, l'Auser, dovette metter su una flotta di navi per difendersi dalle scorrerie dei pirati saraceni. Nella disgrazia degli assalti, questa piccola cittadina aveva appena preso una decisione che l'avrebbe portata a divenire una delle quattro Repubbliche Marinare più importanti della storia d'Italia.


Pisa
Bandiera di Pisa: croce patente, ritrinciata e globata in campo rosso.

I pisani avranno ragione dei pirati saraceni soltanto nel 1005, al largo di Reggio Calabria, per poi tornare più volte ad aver ragione di loro nei decenni successivi. La perizia acquisita nelle battaglie, li porterà ad usare la potente flotta navale, sviluppata anche per scopi commerciali, e da qui comincerà l'arricchimento e l'ascesa della città toscana.
L'anno davvero importante per Pisa fu il 1016: Pisa e Genova unirono le forze e sconfissero i Saraceni, arrivando così a potersi spartire il mar Tirreno. Inizialmente le due città ebbero una solida alleanza: si espansero sulla Corsica, in Sardegna e verso le Baleari, con riconoscimenti imperiali e papali, che resero Pisa città arcivescovile. Il porto della città, all'epoca non insabbiato e affacciato sul mare, conobbe la massima fioritura, e la città si sviluppò di conseguenza. Nel XII secolo, Pisa raggiunse la massima espansione nel Mediterraneo.

Territori e colonie pisane nel Mediterraneo

Corsica, buona parte della Sardegna, le isole Baleari, diverse colonie nell'Impero Bizantino, il regno di Napoli ed in Sicilia, fanno di Pisa una Repubblica Marinara. Quest'espansione diede estremamente fastidio a Genova: il Mediterraneo stava cominciando a diventare stretto per le due potenze; ragion per cui, dopo un periodo di floride alleanze, le due città arrivarono allo scontro. Fra il 1119 ed il 1133, le due città attaccarono reciprocamente le flotte. Fra il 1162 ed il 1163, Pisa fu in lotta con l'ormai decadente Amalfi, caduta preda dei Normanni; però riuscì ad avere ottimi rapporti col Sacro Romano Impero, che ne migliorarono la posizione commerciale. Questi rapporti, resero ancora più tesi quelli con Genova; e dopo un periodo di tregua, le due città ripresero a farsi la guerra. I pretesti erano vari: Sardegna, Corsica, guadagno di posizioni commerciali. Non contenti, i pisani cercarono di insidiare anche l'Adriatico, dove Venezia la faceva da padrona: la città veneta, comunque, riuscì a infliggere una sonora sconfitta alla città di Brindisi.
Nonostante l'atteggiamento espansionistico e guerrafondaio, i pisani riuscirono, nel secolo successivo, ad abbellire la città con autentici capolavori della storia dell'arte: su tutti va ricordata piazza dei Miracoli, del XIII secolo. Sempre in questo periodo, arrivò l'ennesima pace temporanea con Genova e Venezia.
Piazza dei Miracoli, dal canto suo, può essere considerato uno dei più grandi capolavori dell'arte romanica italiana.

La cattedrale di Pisa, con la caratteristica torre pendente

Il caratteristico campanile, cominciato nel 1173 ed alto 56 metri, sarà terminato solo nel 1372. Ci vorranno due secoli perché i terreni su cui venne costruito, avevano scarse proprietà meccaniche, ragion per cui la torre campanaria cominciò ad inclinarsi sotto il suo stesso peso. La costruzione venne interrotta, per poi essere ripresa qualche decennio più tardi, nella speranza che il terreno si fosse stabilizzato, ma la torre continuò ad inclinarsi, divenendo così pendente, caratteristica che la renderà nota in tutto il mondo nei secoli a venire. Oltre all'evidente inclinazione, la torre diverrà famosa anche per la sua pregevolezza architettonica.

Dettaglio dei loggiati della Torre di Pisa

Lo stile romanico pisano, diventerà famoso in Italia e farà scuola come alto esempio di arte ed architettura medievale.

L'espansione di Pisa inoltre, fu tale da indurre la città a cambiare il suo sistema di gestione: fino ad allora, la città era stata retta da un console; successivamente si rese necessaria una figura che la rappresentasse sia sul piano politico che su quello militare, e per questa ragione si cominciò ad eleggere un Capitano del Popolo. Ma le principali famiglie presenti nei territori, quelle Della Gherardesca e dei Visconti, alimentarono gli attriti interni per ragioni di potere, e quindi si arrivò ad una rivolta popolare, il cui risultato fu un consiglio di dodici anziani, rappresentanti del popolo alla guida del comune.
Queste tribolazioni interne, furono null'altro che il preambolo della fine della Repubblica Marinara: nel 1284, Pisa si ritrovò di nuovo in conflitto contro Genova, che appoggiava il papato. La guerra culminò nella battaglia della Meloria.

Torre della Meloria, al largo del porto di Livorno

Genova sconfisse le galee pisane; prese le catene del suo porto, le spezzò e le divise fra le varie chiese e palazzi della città. Pisa era stata umiliata, il suo porto devastato. La città era in ginocchio, e si avviava ad un lento declino. Nel 1324, gli aragonesi strappavano la Sardegna ai pisani, che però ancora non risentivano della perdita della potenza marittima: infatti i pisani sconfissero i fiorentini in una battaglia, voluta da Firenze stessa per guadagnarsi uno sbocco sul mare.
Una serie di guerre civili però, sconvolse la città: il territorio pisano venne così comprato dai fiorentini nel 1406, con l'ausilio di 50000 fiorini. Pisa ormai era divenuta dominio fiorentino, e Firenze aveva così conquistato il suo agognato sbocco sul mare. Col porto distrutto e sotto il dominio fiorentino, la Repubblica Marinara fece così la sua uscita dal teatro della storia. Un ultimo sprazzo di indipendenza, conosciuto come "seconda Repubblica pisana", si avrà fra il 1494 ed il 1509: i pisani, in quel caso, approfittarono della discesa del re francese Carlo VIII in Italia per sottrarsi al giogo fiorentino attraverso una rivolta. Per 15 anni, i pisani resisteranno, per poi capitolare definitivamente.

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