Great Battles of Historie Medievali: la battaglia degli speroni d'oro
La battaglia degli speroni d'oro ("Guldensporenslag") o battaglia di Courtrai, tenutasi l'11 luglio 1302 sulla piana di Groniga nei pressi di Courtrai, oppose il re di Francia, Filippo il Bello, alle milizie delle città fiamminghe insorte contro il suo stesso dominio.
I comuni delle Fiandre erano soggetti da due anni al dominio di Filippo re di Francia, il quale aveva inviato un grande contingente di occupazione al fine di mantenere con la forza la sovranità sulla ricca regione.
La battaglia fu preceduta dalla ribellione dei cittadini di Bruges che massacrarono la guarnigione francese presente nella città; rapidamente la rivolta si estese e altri comuni fiamminghi unirono le proprie forze a quelle di Bruges.
I comuni delle Fiandre erano soggetti da due anni al dominio di Filippo re di Francia, il quale aveva inviato un grande contingente di occupazione al fine di mantenere con la forza la sovranità sulla ricca regione.
La battaglia fu preceduta dalla ribellione dei cittadini di Bruges che massacrarono la guarnigione francese presente nella città; rapidamente la rivolta si estese e altri comuni fiamminghi unirono le proprie forze a quelle di Bruges.
La battaglia di Courtrai in una miniatura del XIV secolo |
I comuni ribelli riuscirono a mettere insieme un'armata di circa 11.000 uomini, di cui alcuni equipaggiati di picche, altri con dei goedendag (armi simili a bastoni dotati di una punta ferrata all'estremità). I francesi, guidati da Roberto d'Artois, misero in campo circa 3000 cavalieri, coadiuvati da 4000-5000 fanti a sostegno.
L'esercito fiammingo attese i francesi a Courtrai, nella Fiandre, collocandosi in un luogo compreso fra due fiumi e due canali d'acqua creati apposta per ostacolare i movimenti dell'esercito francese.
Lo schieramento delle truppe fiamminghe durante la battaglia degli speroni d 'oro- Incisione sul baule di Oxford |
I due eserciti si trovarono contrapposti uno di fronte all'altro sulle sponde opposte dei canali. I cavalieri francesi avanzarono, guadando senza problemi i canali, e caricarono la fanteria nemica; ma le milizie fiamminghe, determinate come non mai, ressero l'urto della carica e nella mischia che seguì, spinsero i francesi fin quasi all'interno del canale. A questo punto i cavalli non poterono indietreggiare ulteriormente e si ritrovarono in balia della fanteria fiamminga, che trasformò quella che sarebbe dovuta essere una disfatta, in un massacro per i francesi. Sotto i colpi delle picche fiamminghe, perirono almeno 500-700 cavalieri, compreso lo stesso Roberto d'Artois.
Commenti
Posta un commento