La battaglia della Guazzera fu combattuta nel 1276 tra i
Torriani (famiglia della nobiltà lombarda) e
Visconti (antichissima famiglia nobiliare dell'Italia settentrionale). Il nome deriva dal torrente che attualmente segna il confine tra il comune di Ranco e quello di Ispra. Questa battaglia rientra tra le tante combattute da queste due fazioni durante la guerra civile che sconvolse il milanese, dopo l'elezione alla cattedra arcivescovile di
Ottone Visconti.
|
Ispra oggi, molto probabilmente il paesaggio era simile al tempo della battaglia |
La battaglia va inserita in un contesto di più tentativi delle truppe dei banditi Visconti per aumentare la pressione sul confine occidentale del territorio milanese. I Visconti avevano raccolto a loro supporto alleati nel piemontese, da Ivrea, Vercelli, Biella, Novara; con queste forze puntavano a raggiungere Milano, varcando il Ticino. Lungo il cammino conquistarono la roccaforte di Angera, in modo tale da mostrare subito le intenzioni verso il nemico, che per di più serviva come luogo d'appoggio per organizzare al meglio le truppe. Con la presa della roccaforte i Torriani inviarono subito un contingente di cavalleria tedesca corazzata e ben addestrata, per assediare la rocca; il loro numero si aggirava intorno ai 500 cavalieri. L'assedio lo guidava
Cassone Della Torre, figlio di
Napo, Capo del Governo di Milano.
Dalla sponda piemontese del Lago Maggiore verso nord, nella zona del Seprio, sotto il controllo dei Visconti, sbarcò il generale
Goffredo da Langosco che mosse immediatamente per sorprendere
Cassone Della Torre e liberare Angera dall'assedio. L'accampamento torriano si trovava nella piana del Guazza.
|
Pianta del Lago Maggiore oggi, si possono vedere le città di Angera, Ispra, Ranco dove furono luoghi di passaggio per le truppe dei Visconti e dei Torriani |
L'attacco a sorpresa funzionò: i lancieri dell'alleanza ribelle riuscirono ad attaccare la cavalleria tedesca, prima che si riorganizzasse per una carica devastante.
Cassone Della Torre vide le sue truppe arrancare sotto l'attacco visconteo. Nel trambusto si accorse che il nemico era scoperto, cosa che il generale
Goffredo aveva trascurato. Il suo contingente si stava assottigliando, perdendo compattezza man mano che inseguiva la cavalleria teutonica, pertanto non c'era nessuna copertura che proteggesse le spalle e i fianchi. Per
Cassone si trattava solo di resistere fino all'arrivo dei rinforzi milanesi da sud portati dal padre
Napo. Questa mossa
Goffredo di Langosco non l'aveva prevista. Infatti, per un errore di valutazione così importante da parte di un veterano come il
Conte di Langosco, le truppe dei Visconti finirono per essere accerchiate dal nemico e imprigionate nella palude della piana del Guazza, e furono alla fine massacrate brutalmente.
Tebaldo Visconti, nipote dell' arcivescovo
Ottone, venne catturato insieme ad altri 34 nobili ufficiali. I superstiti fuggirono, lasciando Angera e Arona in mano ai Torriani. I prigionieri furono condotti a Gallarate per essere processati, con l'accusa di tradimento. Vennero riconosciuti colpevoli e messi a morte, le loro teste furono esposte sulle mura della città, mentre riguardo sorte del
Conte Goffredo, si pensa che fu giustiziato con i prigionieri oppure ucciso sul campo di battaglia da
Napo Della Torre in persona.
Commenti
Posta un commento