Proposte di lettura: Il Nome della Rosa
Omaggio del pittore William Girometti al capolavoro di Umberto Eco |
È certamente uno dei più famosi romanzi ambientati nel Medioevo. Il grande capolavoro di Umberto Eco è un bellissimo giallo ambientato nel 1327. Il romanzo ha ottenuto un vasto successo di critica e di pubblico, venendo tradotto in oltre 40 lingue, con più di 50 milioni di copie vendute in trent'anni. Ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti, tra cui il Premio Strega del 1981, ed è stato inserito nella lista de "I 100 libri del secolo di Le Monde". Dal romanzo, nel 1986, è stato tratto anche un film di successo interpretato da Sean Connery e Christian Slater.
Di cosa tratta esattamente il romanzo di Umberto Eco? Nel prologo, l'autore racconta di aver letto, durante un soggiorno all'estero, il manoscritto di un monaco benedettino riguardante una misteriosa vicenda svoltasi in età medievale in un'abbazia dell'Italia settentrionale. Rapito dalla lettura, egli inizia a quel punto a tradurlo su qualche quaderno di appunti, prima di interrompere i rapporti con la persona che gli aveva messo il manoscritto tra le mani. Dopo aver ricostruito la ricerca bibliografica che lo portò a recuperare alcune conferme, oltre alle parti mancanti del testo, l'autore passa quindi a narrare la vicenda di Adso da Melk. C'è da dire che lo stratagemma del manoscritto è stato sfruttato anche da altri autori, primo fra tutti Alessandro Manzoni con "I Promessi Sposi", ma anche Cervantes con "Don Chisciotte", o Ariosto con "l'Orlando Furioso".
Sacra di San Michele, abbazia in cui nella trasposizione cinematografica è ambientato Il nome della Rosa. |
È la fine di novembre del 1327. Guglielmo da Baskerville, un frate francescano inglese, e Adso da Melk, suo allievo, si recano in un monastero benedettino di regola cluniacense, sperduto sui monti dell'Italia settentrionale. Questo monastero sarà sede di un delicato convegno che vedrà protagonisti i francescani — sostenitori delle tesi pauperistiche e alleati dell'imperatore Ludovico — e i delegati della curia papale, insediata a quei tempi ad Avignone. I due religiosi (Guglielmo è francescano e inquisitore "pentito", il suo discepolo Adso è un novizio benedettino) si stanno recando in questo luogo, perché Guglielmo è stato incaricato dall'imperatore di partecipare al congresso, quale sostenitore delle tesi pauperistiche. Allo stesso tempo l'abate è timoroso che l'arrivo della delegazione avignonese possa ridimensionare la propria giurisdizione sull'abbazia e, preoccupato che l'inspiegabile morte del giovane confratello Adelmo durante una bufera di neve, possa far saltare i lavori del convegno e far ricadere la colpa su di lui, allora decide di confidare nelle capacità inquisitorie di Guglielmo affinché faccia luce sul tragico omicidio, cui i monaci — tra l'altro — attribuiscono misteriose cause soprannaturali. Nel monastero circolano infatti numerose credenze circa la venuta dell'Anticristo.
Da qui si susseguono una serie di assassinii e colpi di scena, e Guglielmo ed Adso cercheranno di capire chi è il colpevole; la loro azione ruoterà soprattutto intorno ad un importante manoscritto greco custodito nel monastero.
Giallo, romanzo storico, citazioni a tantissime opere letterarie, costanti riferimenti linguistici e semiologici, la componente esoterica, e le riflessioni filosofiche sul senso e sul valore della verità che si consegue con la ricerca, fanno del romanzo di Eco un libro che consente di godere di innumerevoli piani di lettura, tipici di un autore dalla cultura sterminata e di un umanista del suo calibro. Libro ottimo per chi vuole conoscere il pensiero di un filosofo che ha dedicato tutta la sua vita allo studio della cultura medievale.
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