Il giorno maledetto di Lindisfarne

Nelle cronache anglosassoni dell'epoca, la data dell'8 giugno 793 viene descritta come una lettera di sangue. I monaci dell'isola di Lindisfarne, presso la costa del Northumberland, avevano approfittato della bella giornata di sole estiva per mettere al coperto il fieno per l'inverno. Il raccolto era buono e abbondante per la comunità, ma verso mezzodì spuntarono all'orizzonte, tra mare e cielo, scafi dalle grandi vele oblique. Le vele puntavano direttamente sull'isola santa, ma questo non preoccupava i pii monaci di Lindisfarne, i quali non conoscevano malizia ed erano sempre pronti a dare sostegno a coloro che si avvicinavano verso l'isola, per chiedere loro aiuto o semplicemente per rifornirsi di acqua e viveri. I frati del monastero ripresero ad ammucchiare il fieno e a proseguire le loro attività giornaliere.

Un attacco Vichingo

L'abbazia era allora vecchia di almeno centocinquantotto anni, fondata nel 635 da monaci celti di Jona, l'isola di San Colombano di fronte la Costa occidentale della Scozia, e diretta da Sant' Aidano, uomo mansueto, pacifico e di fede zelante che, da Lindisfarne aveva catechizzato tutta l'Inghilterra orientale. La sua opera era stata proseguita da San Cutberto, il quale si proponeva di diffondere gli ideali degli anacoreti irlandesi e scozzesi con le esigenze della scuola Benedettina.
Lindisfarne era da 50 anni, il centro della cultura monacale celtica del Northumberland, luogo di fede, arte e dottrina, famoso soprattutto per la sua scuola scrittoria, la cui opera più celebre, l'Evangeliario del 700, è annoverata tra le più belle creazioni scrittorie del primo medioevo. Le navi avevano raggiunto il basso fondale dinanzi alla riva dell'isola, subito dopo si scatenò l'inferno. Tra urla e schiamazzi, brandendo ascia e spada, gli occupanti delle navi irruppero a terra, gettandosi sopra i frati disarmati venuti ad accoglierli in tutta confidenza e rovesciandoli a terra. Iniziò una vera carneficina, i monaci furono passati a fil di spada, altri trascinati dietro in catene, altri cacciati e spogliati delle vesti, per essere ricoperti di lazzi ignominiosi, qualcun altro invece finì annegato in mare. Alla strage non scamparono neppure i servi del convento, anche le donne furono uccise.

L'abbazia di Lindisfarne

Avidi di bottino, gli stranieri rubarono tutto quanto non fosse inchiodato e ribattuto: si impossessarono del tesoro della chiesa, calpestarono i luoghi santi, rovesciarono gli altari, distrussero la biblioteca del monastero, saccheggiarono cantine e magazzini, sgozzarono buoi e pecore al pascolo, infine, diedero alle fiamme tutti gli edifici. Entusiasti per la vittoria, si reimbarcarono quindi fra gran schiamazzi sulle loro navi adorne di teste di drago, e sparirono lasciandosi dietro rovine fumanti, una spiaggia insanguinata e un'isola spopolata: un luogo orrendo e desolato.
Questo è il tono melodrammatico con cui le fonti contemporanee (la Cronaca anglosassone, anzitutto) descrivono la distruzione dell'abbazia dell'isola di Lindisfarne. L'assalto all'isola di Lindisfarne illumina l'inizio dell'era vichinga come un marchio di fuoco; una situazione che si ripeté ovviamente innumerevoli volte, infatti già le cronache degli anni seguenti riportano continue notizie di ulteriori atti pirateschi dei brutali uomini del nord:
  •  Nel 794 assaltano i monasteri di Jarrow e Wearmouth sulla costa orientale dell'Inghilterra;
  •  Nel 795 saccheggiano il monastero di san Colombano a Jona, e i villaggi dell'isola di Lambay al largo di Dublino;
  • Nel 797 mettono a ferro e fuoco Kintyre in Scozia e l'isola di Man consacrata al protettore d'Irlanda, San Patrizio;
  • Nel 799 rendono insicure le isole dinanzi alla costa frisone e aquitana;
  • Nell' 800 si impadroniscono, depredando e uccidendo, delle isole FarOer;
  • Nell' 802 e nell' 806 attaccano nuovamente gli insediamenti ecclesiastici di Jona;

La nave vichinga chiamata Nydam, costruita nel 310-320 d.C. 

Tutte queste azioni si assomigliavano l'un l'altra, come le navi vichinghe: gli scafi coi draghi spuntavano improvvisi e, prima che fosse possibile una difesa organizzata, i loro equipaggi, avvezzi a combattere, erano a terra; uccidevano e distruggevano tutto senza tener conto di donne e bambini, poi rubavano il bottino e mettevano a ferro e fuoco gli edifici, poi riprendevano velocemente il mare.
Non vi era mezzo di arginare questo tipo di pirateria; questo segnò l'inizio dell'era vichinga verso l'anno 800, un'era che si protrasse per ben due secoli e mezzo, minacciando le coste europee.

Commenti

Post popolari in questo blog

Le acconciature e i capelli nel Medioevo

La scrittura nel medioevo

Il Letto in epoca medievale