Great battles of Historie medievali: la Battaglia di Beaugency
La battaglia di Beaugency, una delle tantissime della Guerra dei cent'anni, ebbe luogo tra il 16 ed il 17 giugno 1429, anche se, più che di un vero e proprio scontro, sarebbe più appropriato parlare di un breve assedio, guidato da Giovanna d'Arco e dal duca d'Alençon. Dopo la liberazione di Orléans, la vittoria di Jargeau, la presa del ponte di Meung-sur-Loire, l'offensiva francese procedeva assicurandosi i ponti sulla Loira per rendere sicuro il tragitto verso Reims, ove il Delfino Carlo avrebbe ricevuto l'incoronazione.
Dopo essersi assicurati il controllo del ponte di Meung-sur-Loire, Giovanna d'Arco ed il duca Giovanni II d'Alençon, si diressero a Beaugency, convinti che i comandanti inglesi, John Talbot e Thomas Scales, vi stessero riorganizzando il proprio esercito. Inoltre, Beaugency era una delle città che controllava uno dei principali ponti sulla Loira, alla stregua di Meung-sur-Loire e Jargeau. Giunta in vista della città, l'armata francese vi entrò senza incontrare resistenza; la guarnigione inglese, comandata dal balivo di Évreux, Richard Guétin, e composta da circa cinquecento uomini, si rinserrò nel castello, da cui poteva difendere e controllare il ponte, vero obiettivo dell'attacco.
I francesi, che disponevano di 4000 uomini, di cui 1200 cavalieri, dispiegarono l'artiglieria ed iniziarono un intenso cannoneggiamento delle mura del castello, assediando la guarnigione inglese lì trincerata. Mentre le operazioni militari proseguivano, giunse, inaspettato e per molti versi non gradito, l'aiuto del Conestabile Richemont, alla testa di 1200 uomini, tra i quali circa 400 cavalieri. Avversario e rivale del potente Gran Ciambellano La Tremoïlle, Richemont era stato bandito dalle terre del Delfino Carlo. Il duca d'Alençon rifiutò di accogliere lui ed i suoi uomini nelle file dell'esercito.
La frattura politica che si prospettava insanabile fu superata d'autorità da Giovanna d'Arco; richiesta al Conestabile la più assoluta fedeltà, lo accolse nei ranghi dell'esercito, e, nel contempo, convinse il duca d'Alençon a non abbandonare la guida dell'esercito. Dinanzi al rafforzamento dell'assedio, gli inglesi non poterono far altro che arrendersi; la sera, il comandante della guarnigione, Richard Guétin, inviò a Giovanna d'Arco un messaggio di resa. Avrebbe rimesso nelle mani della Pulzella e del duca d'Alençon, il castello e il ponte, l'indomani all'alba, richiedendo in cambio un salvacondotto per sé ed i propri soldati, che avrebbero lasciato Beaugency, portando con sé solo i propri cavalli, le proprie armature, e dando la propria parola di non riprendere le armi prima di dieci giorni.
Si concludeva così il breve assedio di Beaugency, con la riconquista della città da parte dei francesi.
Giovanna d'Arco durante l'assedio di Orléans, dipinto del 1886-1890 |
Dopo essersi assicurati il controllo del ponte di Meung-sur-Loire, Giovanna d'Arco ed il duca Giovanni II d'Alençon, si diressero a Beaugency, convinti che i comandanti inglesi, John Talbot e Thomas Scales, vi stessero riorganizzando il proprio esercito. Inoltre, Beaugency era una delle città che controllava uno dei principali ponti sulla Loira, alla stregua di Meung-sur-Loire e Jargeau. Giunta in vista della città, l'armata francese vi entrò senza incontrare resistenza; la guarnigione inglese, comandata dal balivo di Évreux, Richard Guétin, e composta da circa cinquecento uomini, si rinserrò nel castello, da cui poteva difendere e controllare il ponte, vero obiettivo dell'attacco.
I francesi, che disponevano di 4000 uomini, di cui 1200 cavalieri, dispiegarono l'artiglieria ed iniziarono un intenso cannoneggiamento delle mura del castello, assediando la guarnigione inglese lì trincerata. Mentre le operazioni militari proseguivano, giunse, inaspettato e per molti versi non gradito, l'aiuto del Conestabile Richemont, alla testa di 1200 uomini, tra i quali circa 400 cavalieri. Avversario e rivale del potente Gran Ciambellano La Tremoïlle, Richemont era stato bandito dalle terre del Delfino Carlo. Il duca d'Alençon rifiutò di accogliere lui ed i suoi uomini nelle file dell'esercito.
Veduta aerea del castello di Beaugency |
La frattura politica che si prospettava insanabile fu superata d'autorità da Giovanna d'Arco; richiesta al Conestabile la più assoluta fedeltà, lo accolse nei ranghi dell'esercito, e, nel contempo, convinse il duca d'Alençon a non abbandonare la guida dell'esercito. Dinanzi al rafforzamento dell'assedio, gli inglesi non poterono far altro che arrendersi; la sera, il comandante della guarnigione, Richard Guétin, inviò a Giovanna d'Arco un messaggio di resa. Avrebbe rimesso nelle mani della Pulzella e del duca d'Alençon, il castello e il ponte, l'indomani all'alba, richiedendo in cambio un salvacondotto per sé ed i propri soldati, che avrebbero lasciato Beaugency, portando con sé solo i propri cavalli, le proprie armature, e dando la propria parola di non riprendere le armi prima di dieci giorni.
Si concludeva così il breve assedio di Beaugency, con la riconquista della città da parte dei francesi.
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