Forse non tutti sanno che
Palermo è stata una delle grandi capitali europee a cavallo fra l'alto ed il basso Medioevo. Il periodo Normanno - Svevo l'ha resa una città fiorente, ricca di arte e cultura, oltre ad averci lasciato un immenso patrimonio di documenti utili a farci un'idea e studiare il mondo di allora.
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Una sala dell'archivio storico di Palermo |
Per capire quali documenti ci sono stati lasciati dalla
Palermo più fiorente, bisogna andare all'archivio di Stato della città: fra i suoi cinquanta chilometri lineari di scaffali e le seimila pergamene, si nascondono documenti risalenti ad un periodo compreso fra l'XI ed il XIII secolo, ossia il periodo di
Palermo capitale Normanno-Sveva. Si trovano così carte topografiche, pergamene, manoscritti, stampe, atti notarili che raccontano la storia millenaria della città e della
Sicilia intera, dal regno normanno ai giorni nostri. Nello specifico l’Istituto conserva la documentazione superstite degli uffici centrali politici, amministrativi e giudiziari dell’antico
Regno di Sicilia, sotto le dinastie normanna, sveva, angioina e aragonese, oltre che di periodi storici successivi alla lunga era medievale.
Fra i documenti più emblematici abbiamo: il
Mandato di Adelasia, il documento cartaceo più antico d’Europa, scritto nel 1109, che riporta in greco ed arabo disposizioni della regina terza moglie di
Ruggero I di Sicilia; le
Tabularie, complesso documentario miscellaneo costituito quasi esclusivamente da preziosissime pergamene, circa 6400, molte delle quali risalgono proprio all'epoca normanna. Scritte nelle tre lingue in uso a quel tempo, greco, latino e arabo, sono la testimonianza della liberalità e tolleranza dimostrata dai Normanni nei confronti delle popolazioni che abitavano la
Sicilia all'indomani della sua conquista, alla fine dell’XI secolo; documentazioni del
Protonotaro del Regno normanno scritte su carta e non su pergamena, al fine di durare più a lungo; altro complesso documentario d’imponente struttura, costituito da circa 26.000 unità, è quello del
Tribunale del Real Patrimonio, il più importante organo statale di controllo finanziario del
Regno di Sicilia, le cui origini risalgono all’XI secolo.
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Una pagina di pergamena delle Tabularie |
Per chi volesse visitare l'archivio, la sua sede principale si trova nell'ex convento dei
Teatini, presso la
Chiesa di Santa Maria della Catena, ubicato nella parte più estrema del Cassaro, tra corso Vittorio Emanuele e il porto della Cala. L’altra sede dell’Archivio si trova nell'ex convento di
Santa Maria degli Angeli detto della “
Gancia”.
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Convento dei Teatini, sede principale dell'Archivio |
Il
Mandato di Adelasia merita una descrizione approfondita: venne redatto in greco e arabo, tutt'oggi riporta le tracce del sigillo aderente in cera rossa; fu emanato dalla cancelleria normanna nel marzo del 1109, per volere della
Contessa Adelasia, o Adelaide, Vasto degli Aleramici, terza moglie di
Ruggero I e madre del futuro re
Ruggero II.
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Frammenti di ciò che resta del Mandato di Adelasia |
Nel documento dava disposizioni per la protezione del monastero di San Filippo di Demenna ad Enna, che rientrava fra i suoi possedimenti. Il documento in questione è importante perché, anticipando di più di un secolo la diffusione della carta come supporto principale alla pergamena, testimonia quanto fosse penetrata in Sicilia, anche in età normanna, la cultura islamica. A riprova di quanto detto il restauro del documento, condotto a Roma con l’ausilio delle migliori tecnologie, ha stabilito che la carta utilizzata è di provenienza araba.
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Convento della Gancia, altra sede dell'Archivio |
In sintesi, Palermo conserva documenti di eccezionale importanza per comprendere la vita ed il mondo, a tutti i livelli, di un vasto pezzo di Medioevo che per secoli ha fatto la storia d'Europa. Meta da visitare assolutamente per ogni appassionato.
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