Gli Unni, il popolo delle steppe

Con il nome di Unni vengono identificati alcuni popoli asiatici nomadi che invasero l'Europa, l'Afghanistan, e l'India nord occidentale, tra il V e il VI secolo. Sebbene sia molto difficile poter determinare con certezza l'origine della stirpe unna e distinguerne i diversi rami, alcuni studiosi hanno ipotizzato che il ceppo unno che mise a ferro e fuoco l'Europa, gli Unni di "Attila", così identificati grazie alla notorietà che conobbe il loro capo più prestigioso, vada ricollegato agli Hsiung-nu, dei quali parlano le fonti storiche cinesi, che minacciarono per un lungo periodo la Cina occidentale.

La massima estensione dei territori Unni

Nel II e I secolo a.C. gli imperatori cinesi della dinastia Han si opposero a queste popolazioni e, in seguito a una serie di campagne militari vittoriose, riuscirono a relegarle nel Turkestan e nella steppa di Kirghisi. Da un piccolo gruppo di questi Hsiung-nu sarebbero derivati gli "Unni di Attila". Tuttavia questa supposizione è piuttosto improbabile, anche perché dai documenti e dalle descrizioni giunte fino a noi, gli Hsiung-nu sarebbero stati popoli primitivi con una forte componente europoide, mentre gli Unni che seminarono il terrore nell'Europa del V secolo non si può escludere una componente mongola. Quindi possiamo dire che la loro origine rimane un appassionante enigma non ancora del tutto risolto.
Gli Unni si affacciarono per la prima volta all'orizzonte romano intorno al 370 d.C., lungo il corso inferiore del Volga travolgendo e assoggettando Alani, Eruli e Ostrogoti, che a loro volta si mossero ulteriormente verso occidente. La loro apparizione suscitò una forte impressione, tanto che uno storico antico così li descrisse: "Gli Unni hanno un aspetto mostruoso, sembrano animali bipedi in più che esseri umani e sono di una ferocia inaudita (Ammiano, Storie, XXXI, 2,2)".

Battaglia tra Unni e Alani.
Ricostruzione di fine 1800 di J.N.Geiger

Le popolazioni germaniche non riuscirono a reggere l'urto violento della loro avanzata, e in brevissimo tempo gli Unni riuscirono a impossessarsi di tutta l'Europa settentrionale, dal Volga al Reno. Il primo capo unno del quale ci è pervenuto il nome fu Uldin, probabilmente un capo esclusivamente militare, che instaurò una politica di terrore e di effimere alleanze con gli Imperi d'Oriente e d'Occidente. Proprio in seguito ai suoi attacchi, venne costruita la cinta muraria di Costantinopoli, detta "di Teodosio", per proteggere la parte della città rivolta verso la terraferma. Non solo, in seguito a un'alleanza con l'Impero d'Occidente, l'esercito di Uldin combatté a fianco di Stilicone contro le orde germaniche nella battaglia di Fiesole (405).
Ben presto, tuttavia, questo capo rozzo e sanguinario fu inviso ai suoi stessi sudditi, i quali preferirono passare in gran parte al servizio dell'Impero, mentre a Uldin non restò che ripassare il Danubio e sparire nell'ombra. Scomparso Uldin, i Romani, così com'era già avvenuto, pensarono di utilizzare gli Unni entrati a far parte dell'esercito regolare per combattere le popolazioni germaniche ribelli.

Giorgio Vasari e aiuti,sconfitta di Ragaiso presso Fiesole (1563-1565).
Salone dei cinquecento di Palazzo Vecchio, Firenze

Per ottenere il loro appoggio contro le truppe germaniche in rivolta dopo l'uccisione di Stilicone, l'Impero d'Oriente non esitò a inviare presso di loro alcuni ostaggi, tra i quali si trovava Ezio, destinato a diventare l'ultimo grande generale romano. Si può dunque affermare che, seppur in occasioni diverse, questi barbari dell'est furono al tempo stesso nemici terribili e alleati determinanti dei due imperi, in base alle opportunità che di volta in volta si presentavano loro.

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