Il 29 maggio 1176 l'esercito della Lega Lombarda uscì da
Milano e si incamminò verso
Legnano: l'Imperatore del
Sacro Romano Impero,
Federico Barbarossa, che da tempo stava cercando di ripristinare il "diritto imperiale" tra le città lombarde, avrebbe scoperto che sarebbe stato molto difficile riportare il Regno d'Italia all'antico ordine. Città come
Venezia,
Milano,
Genova, sostenute dal Papa e dai centri minori, ma di grande vitalità come
Ferrara,
Mantova,
Bergamo e
Verona erano con il tempo diventate delle vere e proprie potenze commerciali e militari, e insieme decisero di dar vita ad una Lega, cioè un'alleanza che radunò ben 30 municipalità della
Pianura Padana,
con lo scopo di conservare quelle "libertà" acquisite nel corso dei decenni.
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La Battaglia di Legnano di Amos Cassioli (1860), dipinto conservato presso la Galleria di Arte Moderna di Palazzo Pitti a Firenze |
Quel giorno l'avanguardia della Lega, costituita da circa 700 cavalieri bresciani e milanesi, si ritrovò tra
Legnano e
Borsano,
finendo per essere messa in fuga dagli iniziali 300 cavalieri germanici, a cui si aggiunsero presto nuove forze. I
Lombardi si radunarono attorno al Carroccio, poco distante dal luogo di quel primo scontro ed attestatosi dietro un fossato. L'Imperatore tedesco credette di fare facile preda dei nemici ed inviò loro contro i suoi cavalieri germanici e comaschi. I
Lombardi però, sapevano come respingerli: si divisero in più linee di difesa, tanto che le truppe del Barbarossa non riuscirono a penetrare oltre la quarta linea. La quinta linea infatti, riuscì a ricacciarli indietro,e mentre i cavalieri lombardi si riorganizzavano, giunsero a dar manforte nuovi reparti freschi da
Milano, che prontamente contrattaccarono la cavalleria imperiale sui fianchi.
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Schieramenti e movimenti delle truppe durrante la battaglia |
L'ardore degli uomini della Lega, con il passare delle ore, consentì di avere la meglio sulle truppe del
Barbarossa e, quando quest'ultimo, alle tre del pomeriggio, cadde da cavallo sparendo nella calca, molti suoi uomini, pensando che l'imperatore fosse morto, si diedero alla fuga oltre il
Ticino, affogando nel fiume sotto il peso delle loro armature o travolti dalla cavalleria lombarda.
Federico alla fine riuscì a salvare la pelle solo perché i soldati della Lega indugiarono nel saccheggio del suo campo, ma quando tornò in
Germania capì che era definitivamente terminata un'era: le principali città dell'
Italia settentrionale si erano scrollate di dosso il giogo imperiale e da allora sarebbero diventate tra le realtà statuali più ricche dell'
Europa medievale.
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